El Khasneh ("Il Tesoro", nome completo el Khasneh al Faroun, "il Tesoro del Faraone") è un monumento dell'antica città di Petra (odierna Giordania), scavato nella parete rocciosa di fronte allo sbocco della stretta gola di accesso al sito antico (Siq) e con una facciata monumentale.
Venne realizzata ai tempi del re nabateo Areta III (84-56 a.C.), detto "Filelleno", probabilmente su disegno di architetti di cultura ellenistica provenienti dall'esterno: non ha infatti precedenti nelle facciate delle precedenti tombe locali e, a differenza di quasi tutte le altre, è isolata. In seguito la sua forma venne ripresa da due tombe monumentali (i cosiddetto "tempio di Ed Deir, o "del Monastero", e la "Tomba corinzia").
Il nome con il quale è conosciuta deriva dalla leggenda che un tesoro fosse nascosto nell'urna intagliata alla sommità della facciata, che fu per questo oggetto di spari, nel tentativo di romperla.
La facciata, larga circa 28 m e alta 39,6 m, è suddivisa in due ordini: quello inferiore riprende la facciata di un tempio, con quattro colonne, la relativa trabeazione e il basso frontone con acroteri. A questa si aggiungono due colonne laterali addossate alla parete di roccia, sulle quali prosegue la trabeazione dopo aver formato una rientranza. Al di sopra di questo il secondo ordine, poggiato su un podio che consente lo sviluppo del frontone sottostante, è riccamente articolato: le colonne formano due avancorpi laterali e si spostano sul fondo al centro, formando una specie di finto porticato intorno ad uno spazio centrale. Questo è occupato da una tholos, o tempietto circolare, coperta da un tetto a cono e sormontata da un'urna sorretta da un capitello; gli avancorpi laterali sono sormontati da mezzi frontoni spezzati, che contribuiscono ad inquadrare la tholos centrale, dando unità all'insieme. Sia gli avancorpi laterali sia la tholos sono immaginati ospitare statue su piedistalli, tra cui quella della dea Iside al centro.
I capitelli sono disegnati prendendo a modello quelli dell' ordine corinzio, ma con una ricca decorazione vegetale, e uno schema compositivo adattato a quello dei locali "capitelli nabatei".
Gli spazi interni del primo piano, scavati nella roccia, comprendono un profondo porticato, che da accesso a due ambienti laterali con portali riccamente decorati e ad un'ampia camera centrale con una stanzetta più piccola aperta sul fondo, alle quali si accede mediante alcuni gradini. I fori ricavati nella parete di roccia interna indicano che in origine questi ambienti erano decorati con un rivestimento in stucco. Ai lati della porta dell'ambiente centrale sono ricavati sulla facciata della camera due ampi bacini per abluzioni. La presenza di questi bacini ha indotto ad ipotizzare un utilizzo come tempio, dedicato ad una divinità o ad un sovrano defunto divinizzato, più che come tomba.
Lo scavo della facciata monumentale della tomba, fortemente approfondita rispetto alla superficie esterna, ha permesso la sua ottima conservazione, nonostante la perdita dei rilievi che un tempo l'adornavano. Una delle colonne del portico, mancante, è stata ricostruita nel 1960 dal dipartimento delle antichità giordano.
Ai lati della facciata sono presenti file di gradini scavati nella roccia, che dovevano permettere di raggiungerne la sommità.