L'abbazia di San Biagio nella Foresta Nera (Kloster St. Blasien) fu un monastero benedettino nel villaggio di St. Blasien nella Foresta Nera, nel Baden-Württemberg, in Germania.
La storia dei primordi dell'abbazia è oscura. Nel IX secolo si presume che nello stesso luogo esistesse una cella dell'abbazia di Rheinau, conosciuta come cella alba (la "cella bianca"), ma il passaggio tra questa e la successiva abbazia di San Biagio nell'XI secolo non è ben conosciuto. In un dato momento la nuova fondazione dovette diventare indipendente da Rheinau, e in questo processo forse ebbe un ruolo Reginbert di Seldenbüren (morto intorno al 962), tradizionalmente ricordato come il fondatore dell'abbazia. Il primo abate di San Biagio di cui si abbia notizia certa è comunque Werner I (1045?-1069). L'8 giugno 1065 l'abbazia ricevette il diritto di immunità dall'imperatore Enrico IV, benché fosse legata alla famiglia dell'anti-re Rodolfo di Rheinfelden.
Tra il 1070 e il 1073 sembra che ci siano stati contatti tra l'abbazia di San Biagio e l'attiva abbazia cluniacense di Fruttuaria in Italia, e questo portò San Biagio ad aderire alla riforma cluniacense, che introdusse i fratelli laici o "conversi" e probabilmente anche una riforma come monastero doppio per monaci e monache (si dice che le monache furono trasferite all'abbazia di Berau a partire dal 1117).
Bernoldo di Costanza (circa 1050-1100) nelle sue storie colloca l'abbazia di San Biagio a fianco delle abbazie di Hirsau e di Allerheiligen nel guidare la riforma monastica in Svevia. Altre sedi riformate o fondate da San Biagio furono le abbazie di Muri (1082), Ochsenhausen (1093), Göttweig (1094), Stein am Rhein (prima del 1123) e di Prüm (1132). Ebbe anche un'influenza significativa sulle abbazie di Alpirsbach (1099), Ettenheimmünster (1124) e Sulzburg (circa 1125).
Durante il XII secolo lo zelo dei monaci si raffreddò, e la loro attenzione si focalizzò progressivamente sull'acquisizione e la gestione dei possedimenti dell'abbazia, che nel XV secolo arrivarono ad estendersi per tutta la Foresta Nera.
Originariamente i signori protettori (Vogt) dell'abbazia furono i vescovi di Basilea. Ben presto però tale signoria (Vogtei) si concluse: una lettera dell'imperatore Enrico V datata all'8 gennaio 1125 stabiliva la protezione imperiale sull'abbazia ed il diritto che essa stessa si scegliesse liberamente il suo protettore. Ciò nonostante, la protezione dell'abbazia divenne in seguito appannaggio della nobile famiglia degli Zähringer, e dopo la loro estinzione nel 1218 fu assunta direttamente dall'imperatore Federico II. Nonostante che questo abbia sicuramente portato ad uno stretto legame con l'imperatore, non sembra che San Biagio abbia mai posseduto lo status di Reichskloster, ossia di abbazia reale direttamente dipendente dall'imperatore.
A partire dalla metà del XIII secolo la Vogtei passò agli Asburgo e questo portò San Biagio a passare nella sfera d'influenza austriaca. Peraltro i legami con l'Impero continuarono: tra il 1422 e il 1521 l'abbazia era elencata fra i territori imperiali, e il Circolo dei Suebi cercò invano di reclamare San Biagio come abbazia imperiale nel 1549. Le quattro signorie imperiali di cui San Biagio era divenuta titolare alla fine del XIII secolo (Blumegg, Bettmaringen, Gutenburg and Berauer Berg) formarono il nucleo del Reichsunmittelbar (entità feudale dipendente direttamente dall'Imperatore) di Bonndorf, costituito nel 1609, da cui i principi-abati di San Biagio derivarono la loro dignità nobiliare nell'ambito del Sacro Romano Impero.
L'abbazia fu soppressa durante il processo di secolarizzazione nel 1806 e gli edifici monastici furono utilizzati per una delle prime industrie meccanizzate ad essere impiantate in Germania. I monaci comunque, sotto la guida dell'ultimo principe-abate Bernhard Rottler, trovarono la loro collocazione nell'abbazia di Sankt Paul im Lavanttal in Austria, dove si stabilirono nel 1809.
Dal 1934 gli edifici rimasti sono occupati dal famoso collegio gesuita chiamato "Kolleg Sankt Blasien".
La chiesa abbaziale fu distrutta da un incendio nel 1768, e fu ricostruita come chiesa barocca a pianta circolare dall'architetto Pierre Michel d'Ixnard, con una grandiosa cupola di 46 metri di diametro e 63 di altezza (la terza cupola per grandezza in Europa a nord delle Alpi), concludendone i lavori nel 1781 sotto il principe-abate Martin Gerbert. È conosciuta come "duomo di San Biagio", o "cattedrale di San Biagio" (a causa delle sue dimensioni e della sua magnificenza, e non in quanto sia cattedrale in senso ecclesiastico o amministrativo). Gli effetti di un altro incendio catastrofico nel 1874 furono definitivamente rimediati soltanto negli anni ottanta del XX secolo.
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