Abu Simbel (o anche Abu Simbal, Ebsambul e Isambul; in lingua araba أبو سنبل o أبو سمبل) è un sito archeologico dell'Egitto. Si trova nel governatorato di Assuan, nell'Egitto meridionale, sulla riva occidentale del Lago Nasser, a circa 280 km a sud di Assuan.
Il complesso archeologico di Abu Simbel è composto da due enormi templi in roccia ricavati dal fianco della montagna dal faraone Ramses II nel XIII secolo a.C., eretti per intimidire i vicini Nubiani e per commemorare la vittoria nella Battaglia di Kadesh.
Il sito archeologico fu scoperto, quasi completamente ricoperto di sabbia, nel 1817 dall'archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni. Nel 1979 è stato riconosciuto come patrimonio mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.
Tra i molti monumenti eretti dal faraone Ramses II il grande tempio di Abu Simbel è generalmente considerato il più imponente ed il più bello.
Sulla facciata, alta 33 metri e larga 38, spiccano le quattro
statue di Ramses II, ognuna delle quali alta 20 metri, in ognuna il
faraone indossa le corone dell'Alto e del Basso Egitto, il
copricapo chiamato "Nemes" che gli scende sulle spalle ed ha il
cobra sulla fronte. Ai lati delle statue colossali ve ne sono altre
più piccole, la madre e la moglie Nefertari mentre tra le gambe ci
sono le statue di alcuni dei suoi figli, riconoscibili dai riccioli
al lato del capo.
Sopra le statue, sul frontone del tempio ci sono 14 statue di
babbuini che, guardando verso est, aspettano ogni giorno la nascita
del sole per adorarlo, in origine c'erano 22 statue di babbuini,
tante quante le province dell'Egitto, anche se secondo un'altra
ipotesi le statue erano 24 una per ogni ora del giorno.
Una delle statue di Ramses è senza testa, la testa è crollata ed è
rimasta ai piedi della statua, nel crollo ha distrutto alcune delle
statue che si trovano nella terrazza del tempio, si tratta di
rappresentazioni dello stesso faraone e del dio Horus
(falco).
Sopra la porta di entrata del tempio in una nicchia scavata
nella roccia, c'è la statua del dio Ra' Ho Akthi, è il dio falco
unito al disco solare, nella mano destra il dio ha il simbolo della
prosperità, detto WSR, nella sinistra il simbolo della giustizia,
detto MAAT.
Questi due simboli uniti al disco solare Ra' si ritrovano nel
cartiglio di incoronazione di Ramsete II, quindi il faraone vuole
indicare che il tempio è dedicato sia al dio che a sé stesso. Ai
lati della nicchia ci sono due altorilievi raffiguranti il faraone
mentre fa offerta del simbolo della giustizia al dio.
Ai lati delle statue poste presso l'ingresso ci sono delle
decorazioni, c'è il dio del Nilo, simbolo dell'abbondanza, che lega
fiori di loto, simbolo dell'Alto Egitto, con i fiori di papiro,
simbolo del Basso Egitto, per dimostrare l'unione del paese. Sotto
queste scene, nel lato destro, quindi a nord, sono rappresentati
dei prigionieri asiatici legati con corde che terminano con il fior
dei papiro, simbolo del Nord, mentre nel lato sinistro, quindi a
sud, sono rappresentati dei prigionieri africani legati con corde
che terminano con fiori di loto, simboli del sud.
L'entrata del tempio conduce alla grande sala dei pilastri, otto
dei quali raffigurano il faraone con sembianze di Osiride, si
tratta di statue alte 11 metri. Nel soffitto ci sono disegni
incompiuti che rappresentano la dea Mut, che protegge il tempio con
le sue ali distese.
Le pareti della sala nel lato destro sono ricoperte di scene che
rappresentano la vittoria di Ramses nella battaglia di Kadesh
combattuta contro gli Ittiti. Nel lato sinistro ci sono altre
imprese di Ramses.
Da qui si entra nella sala più piccola del tempio, detta dei nobili, con quattro pilastri quadrati coperti da rilievi raffiguranti il faraone con varie divinità. Sulle pareti c'è il faraone mentra offre profumi ed incensi alla barca sacra di Amon, seguti dalla moglie, la regina Nefertari. Questa sala conduce al Sancta sanctorum, contenente quattro statue sedute che guradano verso l'entrata, sono da destra a sinistra, Ra-Harakhte (il falco con il disco solare), Ramses deificato, Amon-Ra (dio del sole e padre degli dei) e Ptah (dio dell'arte e dell'artigianato).
Qui, grazie all'orientamento del tempio, due volte all'anno il
primo raggio del sole si focalizza sul volto della statua del
faraone: il 21 febbraio, il giorno della sua nascita, ed il 21
ottobre, giorno della sua incoronazione.
Dopo lo spostamento del tempio questo fenomeno si verifica il 22
febbraio e il 22 ottobre. Negli altri giorni dell'anno il sole
illumina anche le altre divinità ad esclusione del dio Ptah
considerato dio delle tenebre.
A nord del tempio maggiore, a un centinaio di metri, si trova il
tempio, scavato nella roccia, dedicato ad Hathor ed a Nefertari
moglie di Ramses.
La facciata, larga 28 metri ed alta 12 metri è ornata da sei statue
alte 10 metri, tre ad ogni lato della porta di ingresso. Le statue
raffigurano quattro volte Ramses e due Nefertari. Ai lati delle
statue del faraone ci sono i figli in dimensioni minori, mentre ai
lati di Nefertari sono raffigurate le figlie.
È l'unico tempio egizio dedicato ad una regina, lo stesso Ramses
lo ha fatto scrivere in una incisione nei rilievi della
facciata:... la casa dei milioni di anni, nessuna costruzione
simile è mai stata scavata.
L'entrata del tempio conduce ad una sala contenente sei pilastri
alti 3,20 metri sulla cui sommità vi sono le teste di Hathor. Sui
pilastri ci sono iscrizioni che raccontano la vita del faraone e
della regina e rileivi colorati che rappresentano sia Ramses che
Nefertari con alcune divinità.
Alle pareti vi sono scene del faraone e della moglie che offrono
sacrifici agli dei. L'ultima sala è quella con la statua della dea
Hathor.
Nel 1960 il presidente egiziano Nasser decise l'inizio dei lavori per la costruzione della grande diga di Aswan, opera che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale.
Tale grande progetto rischiava di cancellare numerose opere costruite dagli antichi egizi tra cui gli stessi templi di Abu Simbel. Grazie all'intervento dell'Unesco, ben 113 paesi si attivarono inviando uomini, denaro e tecnologia, per salvare il monumento.
Vennero formulate numerose proposte a tale scopo e quella che, infine, ottenne maggiori consensi fu quella di tagliare, numerare e smontare blocco per blocco l'intera parte scolpita della collina sulla quale erano stati eretti i templi e successivamente ricostruire i monumenti in una nuova posizione 65 m più in alto e 300 m più indietro rispetto al bacino venutosi a creare.
I lavori durarono dal 1964 e il 1968 con l'impiego di oltre duemila uomini, guidati da un gruppo di esperti cavatori di marmo italiani provenienti da Vagli Sotto (LU), ed uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell'archeologia.
La ricostruzione comprese anche l'erezione di una cupola in cemento armato posta appena sopra il monumento con la duplice funzione di preservare la struttura e di dare forma alla collina artificiale a cui vennero addossati i templi. L'intervento interessò sia il tempio principale dedicato a Ramesse II sia quello secondario dedicato alla regina Nefertari.
Nel ricostruire i templi fu mantenuto l'originale orientamento rispetto agli astri ed al sole, in modo da mantenere (seppur con lo sfalsamento di un giorno) l'entrata di un raggio di sole nella camera centrale del tempio maggiore.
Altri monumenti di minore rilevanza, e di minori dimensioni, anch'essi minacciati dal livello delle acque vennero smontati e donati a vari musei tra cui anche il Museo egizio di Torino