Basilica di Santa Sabina

Santa Sabina all'Aventino è una basilica di Roma, costruita nel V secolo sull'Aventino e dedicata a santa Sabina. Oltre che una delle chiese paleocristiane meglio conservate in assoluto, sebbene pesantemente restaurata, è sede della curia generalizia dell'ordine dei Frati Predicatori (Domenicani).

Storia

La chiesa fu costruita dal prete Pietro di Illiria tra il 422 e il 432, sulla casa della matrona romana Sabina, poi divenuta santa. Sulla controfacciata della chiesa esiste un mosaico che riporta in esametri latini la dedica della chiesa. Come risulta da alcune iscrizioni ritrovate nei pressi della basilica (Шаблон:CIL e Шаблон:CIL), vicino alla chiesa era presente il tempio di Giunone Regina, 24 colonne del quale furono utilizzate per l'edificazione della Chiesa.

Nel IX secolo, la Chiesa venne inglobata nei bastioni imperiali. L'interno venne profondamente rimaneggiato nel corso dei restauri di Domenico Fontana nel 1587 prima e di Francesco Borromini nel 1643 poi. I restauri di Antonio Muñoz tra il 1919 e il 1938 riportarono la Chiesa - trasformata a lazzaretto a partire dal 1870, in seguito alla soppressione dei monasteri - alla struttura originaria.

Il campanile attuale risale al X secolo.

Nel 1219 la chiesa fu affidata da papa Onorio III a san Domenico e al suo ordine di frati predicatori, che da allora ne hanno fatto il loro quartier generale.

E al ricordo di San Domenico sono legate due curiosità relative a questa Chiesa. Nel chiostro si trova una pianta di arancio dolce, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da San Domenico, che in questa chiesa visse e operò e nella quale ancora oggi si conserva la cella, trasformata in cappella. Si racconta che il Santo avesse portato con sé un pollone dalla Spagna, sua terra d’origine, e che questa specie di frutto sia stato il primo ad essere trapiantato in Italia. L’arancio - visibile dalla chiesa attraverso un buco bel muro, protetto da un vetro, di fronte al portale ligneo - è considerato miracoloso perchè a distanza di secoli ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull'originale, una volta seccato. La leggenda vuole che le cinque arance donate, candite, da santa Caterina a papa Urbano VI nel 1379, siano state colte dalla santa proprio da questa pianta. Sempre a San Domenico è legata in un certo qual modo anche la storia della pietra nera di forma rotonda su una colonna tortile a sinistra della porta di ingresso: è chiamata Lapis Diaboli, ossia pietra del diavolo perché seconda la leggenda sarebbe stata scagliata dal diavolo contro san Domenico in preghiera sulla lastra marmorea che copriva le ossa di alcuni martiri, mandandola in pezzi. In realtà la lapide fu spezzata dall’architetto Domenico Fontana durante il restauro del 1527 per spostare la sepoltura dei martiri. Egli poi gettò via i frammenti, successivamente ritrovati e ricomposti, oggi visibili al centro della "schola cantorum".

Nel 1287 la Chiesa fu sede di conclave: qui nell'aprile di quell'anno si riunirono i cardinali alla morte di papa Onorio IV per eleggere il successore. Quell'anno Roma fu colpita da una terribile epidemia di malaria, che fece sei morti anche tra i cardinali in conclave. Gli altri porporati, presi dal terrore del contagio, abbandonarono la chiesa. Solo uno rimase a Santa Sabina: il cardinale Gerolamo Masci. I cardinali tornarono a riunirsi a Santa Sabina solo il 22 febbraio 1288 e quello stesso giorno elessero - forse come premio allo stoicismo del cardinale che da quel palazzo non si era mai mosso - Gerolamo Masci che prese il nome di papa Niccolò IV. ".

Santa Sabina è la prima stazione quaresimale. Qui i pontefici pronunciano la loro omelia il mercoledì delle Ceneri. Non si conoscono con precisione i motivi per cui sia stata scelta Santa Sabina: alcuni pensano che il Papa, in vista delle fatiche quaresimali, si ritirasse lassù per alcuni giorni di riposo. La scelta potrebbe anche essere riconducibile alla forte salita - simbolo degli sforzi necessari alla “salita” verso la perfezione spirituale dell’anima - che doveva fare per raggiungerla la processione che partiva da Santa Anastasia.

Architettura

La chiesa non ha facciata: l'accesso avviene da un'arcata laterale.

L'impianto della basilica ricorda quello delle originarie basiliche romane, con pianta rettangolare e navate divise da colonne antiche provenienti da un monumento tardoimperiale probabilmente mai messo in opera, che sostengono arcate ad arco attico. I restauri moderni hanno eliminato le fitte e chiassose decorazioni posteriori, ridandole semplicità e spaziosità. La navata centrale è relativamente alta e le sue proporzioni slanciate conferiscono all'interno leggerezza ed eleganza.

Tipiche dell'architettura paleocristiana, oltre alle pareti esternamente lisce (prive di contrafforti poiché la copertura era sempre a capriate, quindi una struttura non spingente) era la presenza di grandi finestre aperte nel cleristorio (la parte più alta della navata centrale). Nei secoli successivi, quando si perse la capacità di fare grandi vetrate, le aperture nelle chiese si ridussero infatti drasticamente. L'abside è coronata da un arco trionfale, cioè una grande struttura ad arco che la inquadra dalla navata. Anticamente sia l'abside, sia le fasce superiori delle navate dovevano probabilmente essere decorate da mosaici, che sono poi andati perduti. Nell'abside oggi si trova un affresco novecentesco.

La porta lignea di Santa Sabina

L'ingresso principale è chiuso da una porta lignea del V secolo, risalente al V secolo, coeva anch'essa alla costruzione della chiesa, costituisce il più antico esempio di scultura lignea paleocristiana.

In origine era costituita da 28 riquadri ma ne sono rimasti 18, tra i quali vi è quello raffigurante la crocefissione, che la più antica raffigurazione conosciuta di questo evento. È di legno di cipresso ed è incredibile che la porta sia rimasta nella sua sede originarie, giungendo in ottime condizioni sino a noi, sia pure con alcuni restauri e con l'aggiunta successiva della fascia decorativa a grappoli e foglie d'uva, che circonda i singoli riquadri. Vi sono rappresentate scene dall'Antico e dal Nuovo Testamento, fra cui le storie di Mosè, di Elia, dell'Epifania, dei miracoli di Cristo, della Crocifissione e dell'Ascensione. Nella disposizione attuale le storie sono mischiate, non c'è una parte relativa all'Antico Testamento ed una al Nuovo.

Nella porta lignea operano due artisti assai diversi fra di loro: uno di ispirazione classico-ellenistica, l'altro di ispirazione popolare tardo-antica. A questo secondo artista appartiene il riquadro della Crocifissione (che è la prima rappresentazione di Cristo fra i due ladroni). Cristo è rappresentato con dimensioni maggiori, a significare la sua superiorità morale. Non c'è nessuna ricerca prospettica, le figure poggiano su una parete che simula dei mattoni, e le croci si intuiscono solo dietro la testa e le mani dei ladroni: nei primi tempi del Cristianesimo c'era il divieto di rappresentare Cristo nel suo supplizio, fra l'altro essendo ancora vivo il ricordo della morte in croce quale pena riservata a schiavi. Un'arte sommaria, ad intaglio secco, molto diretta, anche perché doveva essere compresa dalla plebe, in quanto luogo di culto pubblico.

Durante i restuari del portale ligneo nel 1836, il restauratore ritoccò il volto del faraone in procinto di annegare, nel pannello relativo al Passaggio del Mar Rosso da parte degli ebrei, raffigurandovi Napoleone, morto 15 anni prima. Profanazione riconducibile probabilmente all’odio per motivi religiosi del restauratore per l’imperatore francese. .

Scavi sotto Santa Sabina

Sotto la chiesa sono stati effettuate varie campagne di scavo per documentarne il versante nord-occidentale dell'Aventino, avvenute principalmente nel 1855-1857 e 1936-1939.

Nella zona al margine nord della chiesa, ai margini del giardino moderno, fu ritrovato un tratto delle mura Serviane, nel quale si vede chiarissima la sovrapposizione delle due fasi dell'opera: le mura arcaiche in blocchi di cappellaccio (VI secolo a.C.) e quelle rifatte dopo il sacco dei Galli Senoni in tufo di Grotta Oscura (inizio del IV secolo a.C.).

A ridosso delle mura furono costruiti numerosi edifici. Il più antichi qui ritrovati risalgono al II secolo a.C. e sono probabilmente abitazioni private, con muri in opera incerta e pavimenti a mosaico con inserti marmorei. Al di fuori delle mura si trovano edifici più tardi in opera reticolata: in quell'occasione vennero aperti passaggi nelle mura, ormai obsolete, per consentire un comodo passaggio.

Nel II secolo d.C. alcuni di questi ambienti vennero restaurati e usati da una comunità isiaca, che fecero apporre pitture e incisero graffiti legati al culto. Nel III secolo furono rifatti alcuni ambienti, usando laterizi e realizzando probabilmente un impianto termale.

Sotto il quadriportico della chiesa, i saggi archeologici hanno rinvenuto una strada antica parallela al Vicus Armilustri (più a ovest), forse il Vicus Alto. Qui sono stati trovati i resti di un edificio in mattoni con cortile centrale, con mosaici che lo hanno fatto attribuire all'età augustea.

Gli scavi all'interno della basilica hanno reso resti più interessanti, con abitazioni dell'inizio dell'età imperiale con magnifici mosaici. Spicca anche un piccolo tempio in antis con due colonne di peperino fra le ante, che doveva risalire al III secolo a.C.: un muro in opera reticolata lo sigillò chiudendone gli intercolumni, inglobandolo nella ricca Domus del I secolo d.C. dalla quale provengono i mosaici. Il luogo di culto non doveva essere il tempio di Giunone Regina, che era nei paraggi ma che venne sicuramente usato più a lungo, ma uno dei santuari minori dell'area, magari quello di Giove Libero e Libera.

La basilica come veicolo ideologico

Шаблон:F Tutta la basilica è, di per sé, il luogo espressivo di un coerente messaggio ideologico, tutto teso a sottolineare la logica continuità fra l'Antico e il Nuovo Testamento, tra il sistema di valori pubblici dell'antica Roma imperiale e quello della Roma papalina, a esaltazione della signoria papale.

Fu per questo motivo che la basilica fu fatta oggetti di preziosissimi donativi in suppellettili, arredi e decori da parte di Carlo Magno che dal Papa si volle far incoronare imperatore nella notte di Natale dell'800, riconoscendone il primato spirituale, contraccambiato dal riconoscimento ufficiale della falsa "donazione di Costantino": primo passo per un accomodamento interrelato fra Chiesa e Impero: le due supreme istituzioni che reggevano il mondo cristiano latino alto-medievale.

Bibliografia

  • Richard Delbrueck, "Notes on the Wooden Doors of Santa Sabina", The Art Bulletin, Vol. 34, n. 2. (giugno, 1952), pp. 139-145.
  • Ernst H. Kantorowicz, "The 'King's Advent': And The Enigmatic Panels in the Doors of Santa Sabina", The Art Bulletin, Vol. 26, n. 4. (dicembre, 1944), pp. 207-231.
  • Alexander Coburn Soper, "The Italo-Gallic School of Early Christian Art", The Art Bulletin, Vol. 20, n. 2 (gennaio, 1938), pp. 145-192.
  • Richard Delbrueck. "The Acclamation Scene on the Doors of Santa Sabina", The Art Bulletin, Vol. 31, n. 3 (settembre, 1949), pp. 215-217.
  • (Per la parte sugli scavi) Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.

Voci correlate

  • Santa Sabina (titolo cardinalizio)
  • Chiese di Roma

Altri progetti

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Consigli e suggerimenti
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Merve D
24 february 2015
Impossibly beautiful in its simplicity and oldness. Early Christian style, almost Pagan, in rectangular shape, the church was built between 422-432. Worth a visit.
Sidira Kuria
20 january 2019
Very, very, very simple church, in contrast to most churches in Rome. In a great spot in aventino hill. Worth a visit.
Chris Phillips
25 agosto 2015
This is the home of the Dominicans (Order of Preachers) in Rome. Beautiful, light, basilica.
Fabio Bianchini
1 january 2014
Costruita nel V secolo sulla tomba di Santa Sabina, oltre che una delle chiese paleocristiane meglio conservate in assoluto,è sede della curia generalizia dell'Ordine dei Frati Predicatori.
Danilo ✌
19 march 2014
Qui appare a Gambardella un gruppo di bambine vestite da novizie che lo deridono protette dall'alta inferriata finchè una suora adulta non le richiama all'ordine. La Grande Bellezza - Sorrentino
Arianna ????
5 june 2018
"matrimonificio" chiesa molto gettonata per i matrimoni. Bell'impianto antico anche se ha perso la decorazione originale nell'abside. Splendido mosaico in controfacciata.
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