Il Battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, sorge di fronte al duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni.
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« Non mi
parean [i fori] men ampi né maggiori che que' che son nel mio bel San Giovanni, fatti per loco de' battezzatori »</div> |
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(Dante Alighieri - Divina Commedia,
Inferno, XIX canto, versi 16-18)
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Il Battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, sorge di fronte al duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni.
Inizialmente era collocato all'esterno della cerchia delle mura, ma fu compreso, insieme al Duomo, nelle mura realizzate da Matilde di Canossa ("quarta cerchia"). In origine era circondato da altri edifici, come il palazzo Arcivescovile che arrivava molto più vicino, i quali vennero abbattuti per creare l'attuale piazza.
Il battistero si trova fra Piazza del Duomo e Piazza San Giovanni, fra il Duomo e l'Arcivescovado, nel centro religioso della città. La facciata principale dell'edificio ottagonale è rivolta verso il Duomo, mentre l'abside si trova verso Ovest.
L'edificio fu costruito su resti di una struttura romana, una ricca domus del I secolo DC, con mosaici a motivi geometrici ritenuta in origine un tempio dedicato al dio Marte. La data di fondazione è assai incerta: si pensa al IV-V secolo DC, con rimaneggiamenti nel VII secolo durante la dominazione longobarda
, forse in seguito alla conversione al cristianesimo della regina Teodolinda.La prima citazione risale all'anno 897, quando l'inviato dell'imperatore rende giustizia sotto il portico "davanti alla basilica di San Giovanni Battista": la denominazione di basilica indica che l'edificio doveva svolgere le funzioni di chiesa cattedrale. Il papa fiorentino Niccolò II riconsacrò la basilica, ancora cattedrale di Firenze, nel 1059.
Nel 1128 l'edificio diventa ufficialmente il battistero cittadino e intorno alla metà dello stesso secolo viene eseguito il rivestimento esterno in marmo, successivamente completato anche all'interno; il pavimento, sempre in tarsie marmoree, viene realizzato nel 1209. Nella seconda metà del XIII secolo viene inoltre realizzata la cupola. L'abside a pianta rettangolare (scarsella) viene realizzata nel 1202, in sostituzione di una precedente abside semicircolare, e dotata di un altare. Vengono realizzati quindi i mosaici della scarsella (anni 1220) e successivamente il complesso mosaico della cupola a spicchi ottagonali, al quale si lavora tra il 1270 e il 1300, con l'intervento di Jacopo Torriti e la partecipazione di Coppo di Marcovaldo e di Cimabue.
Tra il 1330 e il 1336 viene eseguita la prima delle tre porte bronzee, commissionata ad Andrea Pisano dall' "Arte dei Mercatanti, o di Calimala", l'Arte più antica dalla quale discendono tutte le alre, sotto la cui tutela era il Battistero. La porta, inizialmente collocata sul lato est, il più importante, di fronte al duomo, fu spostata sul lato sud per collocare al posto d'onore la seconda porta.
Tra il 1401 e il 1424 venne realizzata la seconda porta da Lorenzo Ghiberti, vincitore di un concorso a cui parteciparono anche Filippo Brunelleschi, Jacopo della Quercia, Simone da Colle Val d'Elsa, Niccolò di Luca Spinelli, Francesco di Valdambrino e Niccolò di Pietro Lamberti. Inizialmente collocata sul lato orientale fu successivamente anch'essa spostata sul lato sud.
La terza porta, eseguita sempre dal Ghiberti tra il 1425 e il 1452 e chiamata da Michelangelo "Porta del Paradiso", tuttora occupa il lato orientale. Per la realizzazione delle due porte, il Ghiberti creò una vera e propria bottega di bronzisti, nella quale si formarono artisti come Donatello, Michelozzo, Masolino e Paolo Uccello.
Nel 1576, in occasione del battesimo dell'atteso erede maschio del Granduca Francesco I de' Medici, Bernardo Buontalenti ricostruì il fonte battesimale, distruggendo i battezzatoi medievali ricordati da Dante Alighieri (Inf. XIX vv. 16-20).
]] Ha pianta ottagonale, con un diametro di 25,60 m, quasi la metà di quello della cupola del Duomo. La necessità di un edificio di vaste dimensioni si spiega con l'esigenza di accogliere la folla che riceveva il battesimo solo in due date prestabilite all'anno.
L'edificio è coperto da una cupola ad otto spicchi, mascherata all'esterno dall'attico e coperta da un tetto a piramide schiacciata. Sul lato opposto all'ingresso sporge il corpo dell'abside rettangolare (scarsella).
La decorazione esterna, in marmo bianco di Carrara e verde di Prato, è scandita da tre fasce orizzontali, ornate da riquadri geometrici, quella mediana occupata da tre archi per lato, nei quali sono inserite superiormente finestre con timpani. I pilastri angolari in pietra serena furono anch'essi successivamente rivestiti di marmo. La fascia superiore rappresenta la base del tiburio che nasconde la cupola.
La decorazione interna è suddivisa, come all'esterno, in tre fasce orizzontali, la più alta però coperta dalla cupola, mentre la fascia mediana è occupata dai matronei. Inferiormentei le pareti sono suddivise verticalmente in tre zone per mezzo di lesene e di colonne monolitiche in granito e in marmo cipollino di spoglio, come gran parte dei marmi del rivestimento.
La fonte battesimale in origine occupava il centro del pavimento, abbellito da intarsi marmorei con i segni dello Zodiaco e con motivi geometrici orientaleggianti.
Il rivestimento a mosaico della cupola fu impresa difficile e dispendiosa; i lavori iniziarono forse intorno al 1270 e si conclusero agli inizi del secolo successivo.
Presenta otto spicchi ed è rivestita da mosaico su fondo dorato. Su una fascia superiore sono raffigurate le gerarchie angeliche (2 nello schema) Su tre degli spicchi (1 nello schema) è raffigurato il Giudizio Universale, dominato dalla grande figura del Cristo: sotto i suoi piedi avviene la resurrezione dei morti, alla sua destra i giusti sono accolti in cielo dai patriarchi biblici, mentre alla sua sinistra si trova l'inferno con i suoi diavoli.
Gli altri cinque spicchi sono suddivisi in altri quattro registri orizzontali, dove sono raffigurate a partire dall'alto: storie della Genesi (3), storie di Giuseppe (4), storie di Maria e di Cristo (5) e storie di San Giovanni Battista (6).
Furono impiegate, secondo alcuni, maestranze veneziane, coadiuvate sicuramente da importanti artisti locali che fornirono i cartoni, come Coppo di Marcovaldo, autore dell'Inferno, Meliore per alcune parti del Paradiso, il Maestro della Maddalena e Cimabue, cui sono attribuite le prime storie del Battista.
Veduta interna della cupola
Il mosaico del Giudizio Universale su tre spicchi della cupola
Una delle scene del registro con storie di Maria e Gesù: San Giuseppe viene avvertito in sogno di fuggire in Egitto
La porta è suddivisa in 28 formelle, disposte su 7 file di quattro, con scene inquadrate da una cornice a losanga lobata (anche nota come «compasso gotico»). Le prime 20 formelle narrano episodi della vita di San Giovanni Battista, iniziando da quelle del battente sinistro (da 1 a 10) e proseguendo poi nel battente destro (da 11 a 20), mentre le altre 8 recano personificazioni delle tre virtù teologali (da 21 a 23) con l'aggiunta dell'Umiltà (24), nella penultima fila sui due battenti, e delle quattro virtù cardinali (da 25 a 28), nell'ultima fila di formelle in basso.
Realizzata dal 1330 al 1336, con questa opera lo scultore aggiornò la tipologia dei portali romanici inserendo nelle ventotto formelle quadrate cornici mistilinee (il cosiddetto "quadrilobo"), tipiche dell'arte gotica, racchiuse a loro volta da altre cornici quadrate. Ne risulta una continua tensione, tra linee rette e spezzate.
Per quanto riguarda le immagini vere e proprie, l'artista realizzò figure singole o gruppi con uno stile sobrio ed raffinato, memore del gusto di Nicola e Giovanni Pisano. Ogni composizione rappresenta un'opera a sé stante, in cui da un fondo liscio si staccano i personaggi.
In particolare, la figura della Speranza, risponde appieno all'iconografia finora stabilita: è vista di profilo e il suo corpo è proteso verso il cielo, così come le sue braccia e il suo sguardo; anche se non si vede, si capisce che a porle la corona è un angelo; è anch'essa alata, ma al contrario dello slancio che pervadeva la Virtù grottesca (presente nella Cappella degli Scrovegni a Padova), questa risulta seduta, sebbene il suo abito ricco di panneggi, lasci presagire un leggero spostamento verso l'angelo.
La cornice è stata portata a termine, su disegno di Lorenzo Ghiberti da suo figlio Vittorio Ghiberti, e dalla bottega. In essa si nasconde un messaggio teologico molto complesso che si può legare alle scene in vita (battente di destra per chi esce) e in morte (battente di sinistra) di Giovanni Battista.
Porta di Andrea Pisano, formella con Salomè che presenta la testa del Battista ad Erodiade (18)
Porta di Andrea Pisano, formella con la sepoltura di San Giovanni (20)
Decorazione bronzea su uno stipite della porta sud
Per approfondire, vedi la voce Concorso per la porta nord del Battistero di Firenze. |
In modo analogo alla porta di Andrea Pisano, anche questa è suddivisa in 28 formelle, con scene inquadrate dalla medesima cornice a losanga lobata. Le prime 20 formelle superiori narrano storie del Nuovo Testamento, e si susseguono nelle file su entrambi i battenti e a partire dalla fila inferiore (da 1 a 20); le ultime due file mostrano i quattro evangelisti (penultima fila, da 21 a 24) e quattro Dottori della Chiesa (ultima fila, da 25 a 28).
Porta nord di Lorenzo Ghiberti, formella con Gesù fra i dottori (4)
Decorazione bronzea su uno stipite della porta nord
Per approfondire, vedi la voce Porta del Paradiso. |
La porta è suddivisa in 10 ampi riquadri rettangolari, disposti su cinque file, ciascuno dei quali, con le incorniciature ornate da tondi con teste di profeti, occupa l'intera larghezza di un battente. I riquadri presentano scene dell'Antico Testamento, che si susseguono su entrambi i battenti da sinistra a destra e dall'alto in basso.
La porta fu danneggiata dall'alluvione del 1966 e i rilievi sono attualmente sostituiti da copie, mentre gli originali, restaurati, si trovano nel Museo dell'Opera del Duomo.
La porta est, veduta complessiva, con le sculture di Sansovino e Innocenzo Spinazzi
Pannello con le Storie di Giuseppe (6, copia, sul luogo)
Pannello con le Storie di Giuseppe (6, originale, dal Museo dell'Opera del Duomo)
Autoritratto di Lorenzo Ghiberti, sulle fasce laterali ai pannelli
]] I gruppi scultorei collocati sopra le tre porte sono rispettivamente:
Sulla parete destra dell'abside si conserva il monumento funebre del vescovo Ranieri, costituito da un sarcofago con un'iscrizione del 1113 in esametri leonini.
A destra dell'abside il monumento funebre dedicato a Baldassarre Cossa, l'antipapa Giovanni XXIII, morto a Firenze nel 1419, eseguito da Donatello e Michelozzo tra il 1422 e il 1428. All'interno si trovano due sarcofagi romani: uno detto "della fioraia", da un soggetto del bassorilievo, dove venne sepolto il voscovo Giovanni da Velletri, e uno con scena di caccia al cinghiale, con un coperchio cinquecentesco con stemma Medici aggiunto quando venne reimpiegato come sepoltura di Guccio de' Medici, gonfaloniere di Giustizia nel 1299. Tra questi sarcofagi si trova un statua del Battista di Giuseppe Piamontini (1688 circa) donata da Cosimo III de' Medici.
Vi era esposta anche la Maddalena, scolpita da Donatello in legno. Danneggiata nell'alluvione del 1966 l'opera è attualmente esposta nel Museo dell'Opera del Duomo.
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