Con il termine campo di concentramento di Auschwitz Birkenau si identifica genericamente l'insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio costruiti durante l'occupazione tedesco nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia.
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Coordinate:
25px Bene protetto dall'UNESCO | |
25px Patrimonio dell'umanità | |
Campo di
sterminio di Auschwitz Auschwitz Birkenau |
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240px | |
Tipologia | Culturale |
Criterio | vi |
Pericolo | non segnalato |
Anno | 1979 |
Scheda UNESCO |
inglese francese |
Patrimoni dell'umanità in Polonia |
« Mai
dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto
della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »</div> |
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(Elie Wiesel, tratto da La
notte. Wiesel fu rinchiuso ad Auschwitz all'età di 15
anni)
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Con il termine campo di concentramento di Auschwitz Birkenau si identifica genericamente l'insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio costruiti durante l'occupazione tedesco nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia.
Il complesso concentrazionario di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale della questione ebraica" - eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio del popolo ebraico (anche se nel campo trovarono la morte anche molte altre categorie di internati) - divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio. Oggi quel che resta di quel luogo è patrimonio dell'umanità. Auschwitz d'inverno
L'entrata al campo come si presentava nel 1945 1941:baracche in legno del campo
Facevano parte del complesso tre lager principali e 39 sottocampi di lavoro. L'area di interesse del campo (Interessengebiet), con sempre nuove espropriazioni forzate e demolizioni delle proprietà degli abitanti residenti, arrivò a raggiungere, dal dicembre 1941, la superficie complessiva di circa 40 chilometri quadrati. All'interno di questa superficie avevano sede anche alcune aziende agricole e di allevamento modello volute personalmente da Hitler e nella quale venivano impiegati i deportati.
I lager principali erano:
Fin dagli anni trenta la nazione polacca avrebbe dovuto essere smembrata, depauperata di tutte le risorse nazionali e la popolazione "trasferita" in altre aree per poi essere ripopolata da "coloni" di razza germanica. I piani tedeschi prevedevano la deportazione e lo sterminio di circa l'80% della popolazione polacca.
Olocausto |
Presupposti |
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Leggi di Norimberga · Programma T4 Campi di concentramento (Elenco) |
Ebrei |
Germania nazista, dal 1933 al 1939 |
Pogrom: Notte dei cristalli · Pogrom di Iaşi Pogrom di Jedwabne · Pogrom di Leopoli... |
Ghetti: Varsavia, Lodz Cracovia, Theresienstadt... |
Einsatzgruppen: Babi Yar, Rumbula Ponary, Massacro di Odessa... |
Soluzione Finale: Conferenza di Wannsee Aktion Reinhard |
Campi di sterminio:
Chełmno, Bełżec Sobibór, Treblinka, Auschwitz, Buchenwald, Bergen-Belsen, Dachau, Mauthausen-Gusen, Sachsenhausen, Mittelbau-Dora, Varsavia, Kraków-Plaszów, Ravensbrück |
Resistenza: ZOB · ZZW Rivolte dei ghetti (Varsavia) |
Fine della guerra: Marce della morte Berihah· Sh'erit ha-Pletah |
Altre vittime |
Slavi e Polacchi · Rom Dissidenti tedeschi · Comunisti Omosessuali · Testimoni di Geova · Pentecostali |
Parti responsabili |
Germania nazista: Hitler · Heydrich Eichmann · Himmler · SS · Gestapo |
Collaboratori: Romania · S.I. Croatia Ungheria · Repubblica di Vichy · Slovacchia Italia· Ucraina/Lettonia/Lituania |
Funzionalismo contro intenzionalismo Processo di Norimberga · Altri processi |
Sopravvissuti, vittime, e salvatori |
Superstiti dell'Olocausto · Giusti tra le nazioni Vittime della Shoah |
Commemorazioni |
Giorno della Memoria · Yom HaShoah |
In questo contesto, già durante l'invasione tedesca della Polonia, avvenuta il 1º settembre 1939, le truppe tedesche vennero seguite da speciali Einsatzkommandos destinati allo sterminio di ebrei e personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e si ebbe la necessità di trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti.
Durante le prime fasi dell'espansione Tedesca, venivano eseguite numerose fucilazioni di massa (svolte dai soldati dell'esercito) dei "Nemici del Popolo Tedesco": Ebrei, Zingari, oppositori politici. Ci furono numerosi casi di diserzione e suicidi nelle file dell'esercito tedesco, i cui soldati faticavano ad accettare ordini comportanti la fucilazione di vecchi, donne e bambini. La scelta di aprire appositi campi di sterminio veniva incontro anche all'esigenza di evitare il lavoro "sporco" ai semplici soldati di leva. I campi di sterminio assolvevano tre necessità:
Nel dicembre 1939 il comandante della polizia di sicurezza (Sipo) e dell'SD di Breslavia, SS-Oberführer Arpad Wigand pose allo studio, in collaborazione con l'ufficio dell'alto comando delle SS e della polizia del Sud-Est (SS-Gruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski), la possibilità di costruire un nuovo campo di concentramento nella zona di Oświęcim (Auschwitz).
Il luogo venne scelto per la presenza di una caserma di artiglieria polacca caduta nelle mani della Wehrmacht, situata fuori dalla città, quindi facilmente escludibile dal mondo esterno, alla confluenza tra i fiumi Vistola e Soła. La posizione era inoltre provvista di favorevoli collegamenti ferroviari con la Slesia, il Governatorato Generale, la Cecoslovacchia e l'Austria che avrebbero semplificato la deportazione degli elementi "ostili", "asociali" e degli ebrei.
Tra i mesi di gennaio ed aprile 1940 vennero vagliate diverse ipotesi alternative per l'ubicazione del campo, con l'intervento dello stesso comandante delle SS Heinrich Himmler, desideroso di risolvere quanto prima il problema della creazione di un nuovo complesso. Nel febbraio sorsero ulteriori problemi legati alle difficoltà poste dall'esercito tedesco nella consegna della caserma ad Auschwitz.
L'8 aprile 1940 il generale Halm stipulò con le SS un contratto per la consegna del complesso. Il 18-19 aprile 1940, Rudolf Höß, già aiutante presso il campo di concentramento di Sachsenhausen, venne inviato a compiere un ultimo sopralluogo. Prima di visitare il campo Höß si incontrò con Wingand a Bratislava e venne messo minuziosamente al corrente del progetto: creare un campo di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all'interno del Reich.
Il 27 aprile 1940, il comandante Himmler, in seguito al rapporto di Höß, decise di dare ordine all'ispettore dei campi di concentramento, SS-Oberführer Richard Glücks per la costruzione del nuovo campo di concentramento – che sarebbe diventato Auschwitz I - ricorrendo alla manodopera di detenuti già internati in altri campi. Il 29 aprile Glücks nominò Höß comandante provvisorio (ottenne la nomina definitiva il 4 maggio 1940) del nuovo campo, che Höß raggiunse il giorno successivo con la scorta di cinque uomini delle SS. Da subito vennero impiegati per i lavori di sistemazione dell'area civili polacchi e circa 300 ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico (Judenrat).
Il 20 maggio 1940 arrivarono al campo i primi 30 prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, per maggior parte criminali comuni selezionati appositamente per la loro crudeltà ed ottusa obbedienza ad ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo di Kapò e "prominenti" del campo ed aiutare le SS nel successivo "lavoro" di controllo della massa dei deportati.
Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi prigionieri deportati giungessero al campo, vennero ordinati i progetti per un primo forno crematorio prodotto dalla J.A. Topf und Söhne di Erfurt; i progetti vennero rapidamente approvati e la costruzione ultimata entro il 23 settembre dello stesso anno, data della prima cremazione conosciuta.
Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione ed ampliamento, il campo di Auschwitz I ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del lager SS-Hauptsturmführer Karl Fritzsch con le parole:
« Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c'è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi »</div> | |
(citato da Danuta Czech,
Kalendarium - Gli avvenimenti nel campo di concentramento di
Auschwitz 1939-1945,
edizione italiana in formato pdf)
|
20px | Per approfondire, vedi le voci Soluzione finale della questione ebraica e Conferenza di Wannsee. |
Come sopra riportato Auschwitz venne inizialmente fondato come campo di concentramento e di smistamento dei prigionieri di origine polacca e non specificatamente per lo sterminio del popolo ebraico.
Infatti, nonostante l’accanito antisemitismo proprio della dittatura nazionalsocialista, all’epoca della fondazione del campo i gerarchi del Reich non avevano ancora trovato una “soluzione” definitiva per il “problema ebraico”.
Tale “soluzione” venne trovata nel corso della Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, dove, di fatto si decise la sorte del popolo ebraico (e di altre minoranze) e che diede avvio, dalla metà del 1942, alla fase più brutale dell’Olocausto. Per quella data ad Auschwitz era stato reso pienamente operativo ed efficiente il grande complesso di sterminio di Birkenau.
Il gergo di Auschwitz |
center
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I convogli di deportati (circa 2.000 - 2.500 prigionieri per treno), spesso chiamati trasporti, composti da vagoni merci contenenti dalle 80 alle 120 persone costrette ad inimmaginabili condizioni di vita ed igieniche, che spesso viaggiavano per 10-15 giorni per raggiungere la loro ultima meta, erano organizzati da uno speciale dipartimento dell'RSHA (ufficio centrale per la sicurezza del Reich): l'Amt IV B 4 comandato da Adolf Eichmann. Eichmann ed i suoi collaboratori in qualità di esperti di "problemi ebraici" gestirono l'intera parte logistica dello sterminio suddividendo i convogli sui diversi centri di sterminio in base alla capacità "ricettiva" dei centri stessi: il grande complesso di Auschwitz ricoprì sempre un ruolo fondamentale nel processo di "soluzione finale". Le azioni di sterminio (chiamate Aktion), della durata di 4-6 settimane, si susseguirono per tutta la durata del conflitto coinvolgendo successivamente diversi gruppi provenienti dalle nazioni sotto il controllo tedesco.
Dal 14 giugno 1940 (data del primo arrivo di deportati al campo) al 1942 (data di attivazione della Judenrampe), i treni sostavano sui binari nel pressi del lager principale di Auschwitz I - i grandi impianti di sterminio di Birkenau non erano ancora stati costruiti. Anche in seguito, soprattutto nel caso di convogli di rastrellati polacchi (non ebrei) da internare nel lager principale, questa soluzione continuò ad essere utilizzata. Si ebbero anche casi di treni "scaricati" nella stazione della cittadina di Oświęcim a causa dell'eccessivo numero di convogli in arrivo.
I treni di deportati, a partire dal 1942 fino al maggio 1944, arrivarono ad una piccola banchina ferroviaria, universalmente nota come la rampa degli ebrei o, in tedesco, Judenrampe e situata a circa 800 metri all'esterno del campo di Auschwitz II-Birkenau, nei pressi dello scalo merci della stazione di Oświęcim. La maggior parte dei convogli di deportati italiani ebbero come ultima fermata proprio la Judenrampe, compreso il treno che trasportava Primo Levi che ha vividamente descritto la scena del suo arrivo notturno come «una vasta banchina illuminata dai riflettori» in Se questo è un uomo. Dopo la guerra la Judenrampe, luogo di arrivo (e selezione) di almeno 800.000 deportati da tutta Europa non venne inclusa nell'area divenuta museo del campo e scomparve quasi completamente. Solo nel 2005 è stata in parte recuperata ed inserita all'interno dei percorsi di visita al campo di Auschwitz.
Nel maggio 1944, per semplificare le operazioni di sterminio dei numerosi convogli provenienti dall'Ungheria, la linea ferroviaria venne prolungata all'interno del campo di Birkenau fino ad una nuova banchina a tre binari chiamata Bahnrampe. La Bahnrampe, resa famosa dalle evocative scene del film Schindler's list di Steven Spielberg, venne utilizzata fino al novembre 1944 quando, per ordine del comandante delle SS Heinrich Himmler, le operazioni di sterminio vennero sospese.
Appena arrivati a destinazione i treni venivano rapidamente
scaricati dal loro triste carico umano ed avveniva la selezione,
tra gli «abili al lavoro» e coloro da inviare direttamente alla
morte<ref>La procedura di selezione venne fotografata nel
maggio (o giugno) 1944 dalle SS, probabilmente per ordine delle
autorità tedesche desiderose di visionare quanto avveniva nel
campo. Le foto che compongono questa collezione, scampate alla
distruzione al termine del conflitto, sono
disponibili on-line presso il sito dello Yad
Vashem.</ref>.
L'area veniva circondata da uomini delle SS armati e da altri
internati che provvedevano ad accostare rampe in legno alle porte
dei vagoni per semplificare e velocizzare la discesa dei nuovi
arrivati. Gli stessi internati - che avevano l'assoluto divieto,
pena la morte, di parlare con i nuovi arrivati per evitare il
panico negli stessi - provvedevano a scaricare i treni in arrivo
dei bagagli che successivamente venivano portati presso il settore
Kanada di Birkenau dove si effettuava la cernita e
l'imballaggio dei beni per il successivo invio in Germania.
Gli uomini venivano separati dalle donne e dai bambini formando due distinte file. A questo punto personale medico delle SS decideva chi era «abile al lavoro». Mediamente solo il 25% dei deportati aveva possibilità di sopravvivere. Il restante 75% (donne, bambini, anziani, madri con figli) era inviato direttamente alle camere a gas. Le percentuali abili/gassati fluttuarono per tutto il corso del conflitto, in base alle esigenze dell'industria bellica tedesca diretta da Albert Speer. Vi furono casi di interi treni di deportati inviati direttamente alle camere a gas senza nessuna selezione a causa del sovraffollamento del campo e del preventivato rapido arrivo di nuovi convogli, soprattutto durante lo sterminio degli ebrei ungheresi nel 1944.
La selezione era operata esclusivamente da personale medico delle SS, uno o più dottori a turno operavano «servizio alla rampa».
È importante notare come in questa fase le SS mantenessero un comportamento gentile ed accondiscendente al fine di mascherare le loro intenzioni e velocizzare le operazioni di scarico e selezione, infondendo falsa fiducia nei prigionieri appena arrivati, normalmente stanchi e confusi dal lungo viaggio.
Coloro considerati «non utili allo sforzo bellico» venivano inviati immediatamente in una delle quattro camere a gas mascherate da docce situate a Birkenau dove, in gruppi, i prigionieri venivano uccisi con gas letali (di solito Zyklon B). Un'altra camera a gas, la prima costruita, era presente anche ad Auschwitz I e fu operativa dal 15 agosto 1940 al luglio 1943, quando venne definitivamente abbandonata in favore delle più "efficienti" camere presenti a Birkenau.
I prigionieri dichiarati abili al lavoro venivano condotti negli
edifici dei bagni, dove dovevano, anzitutto, consegnare biancheria
ed abiti civili, nonché tutti i monili di cui erano in possesso;
venivano privati, inoltre, dei documenti d'identità eventualmente
posseduti. Uomini e donne potevano conservare solo un fazzoletto di
stoffa; agli uomini era concesso conservare la cintura dei
pantaloni.
Successivamente, i prigionieri venivano spinti nel locale in cui
erano consegnati ai barbieri, che li radevano su tutto il corpo.
L'operazione era condotta in maniera sbrigativa, dopo aver
inumidito le zone sottoposte a rasatura con uno straccio intriso di
liquido disinfettante.
Passaggio successivo era la doccia, cui seguiva la distribuzione
del vestiario da campo: una casacca, un paio di pantaloni ed un
paio di zoccoli.
Rivestiti dell'abbigliamento da campo, i prigionieri venivano
poi registrati: veniva compilato un modulo con i dati personali
(Häftlings-Personalbogen) e con l'indirizzo dei familiari
più prossimi. I detenuti ricevevano, poi, un numero progressivo
che, per tutta la durata del soggiorno all'interno del campo di
concentramento, ne avrebbe sostituito il nome. Il numero era
tatuato sul braccio sinistro del prigioniero, dapprima attraverso
uno speciale timbro di metallo, sul quale venivano fissate cifre
interscambiabili, fatte di aghi della lunghezza di circa 1
centimetro e successivamente attraverso il ricorso a singoli aghi,
utilizzati per eseguire punture sull'avambraccio.
Dalla pratica del tatuaggio erano esentati i cittadini tedeschi ed
i prigionieri "da educare", nonché i detenuti provenienti da
Varsavia durante
l'insurrezione dell'agosto-settembre 1944 ed alcuni ebrei deportati
dopo il 1944.
Il numero di matricola, impresso su un pezzo di tela, era anche
cucito sul lato sinistro della casacca, all'altezza del torace, e
sulla cucitura esterna della gamba destra dei pantaloni. Al numero
era associato un contrassegno colorato, che identificava le diverse
categorie di detenuto:
Sul triangolo che identificava la categoria, era anche dipinto o impresso con inchiostro l'iniziale tedesca della nazionalità del detenuto, a meno che questi non fosse cittadino tedesco o apolide.
Prigionieri politici | Criminali | Immigranti (forzati stranieri) | Testimoni di Geova | Omosessuali | Asociali | Rom e Sinti | |
Normale | 70px | 70px | 70px | 70px | 70px | 70px | |
Recidivo | 70px | 70px | 70px | 70px | 70px | 70px | |
Prigioniero di battaglione penale | 70px | 70px | 70px | 70px | 70px | 70px | |
Ebreo | 70px |
70px |
70px |
70px Vedere nota<ref>Inizialmente, questa combinazione (Ebreo e Testimone di Geova) sembrava contraddittoria. Tuttavia, la definizione nazista di "ebreo", in base alla politica razziale nazista, includevano persone che avevano antenati ebrei, quindi era possibile che tali persone appartenessero ad altre religioni. Quindi un ebreo testimone di Geova, anche se forse poco probabile non era impossibile, in base a tali definizioni</ref> |
70px |
70px |
Contrassegni speciali | 70px Ebreo che ha una relazione interrazziale |
70px Donna che ha una relazione interrazziale |
70px Sospetto di fuga |
Numero del prigioniero |
|
||
70px Polacco: "P" su un triangolo rosso |
70px Ceco: "T" (La parola tedesca per Ceco è Tscheche) su un triangolo rosso |
70px Membro delle forze armate: triangolo rosso |
20px | Per approfondire, vedi la voce Simboli dei campi di concentramento nazisti. |
La registrazione proseguiva poi con tre foto, che ritraevano il detenuto di fronte, di profilo destro e di profilo sinistro. Dal 1943, a causa delle difficoltà nel reperire materiale fotografico, le foto furono generalmente limitate ai soli detenuti tedeschi.
I detenuti ritenuti "abili al lavoro" dovevano lavorare fino allo stremo per numerose ditte tedesche, tra cui la I.G. Farben, produttrice del gas che serviva a sterminarli, la Metal Union e la Siemens. Nel campo non c'erano servizi igienici, nessuna assistenza medica, fame ed epidemie erano all'ordine del giorno. ARBEIT MACHT FREI, ovvero Il lavoro rende liberi]]
Nel novembre 1944, per paura dell'avanzata dell'Armata Rossa, Himmler dà ordine di cessare le esecuzioni nelle camere a gas e lascia demolire sia le camere a gas stesse che i forni crematori allo scopo di nascondere le prove del genocidio. A quell'epoca ad Auschwitz erano stati uccisi oltre 1 milione di esseri umani.
In totale furono deportate ad Auschwitz più di 1 milione e 300 mila persone. 900.000 furono uccise subito al loro arrivo e altre 200.000 morirono a causa di malattie, fame o furono uccise poco dopo il loro arrivo.
Il 27 gennaio 1945 il campo viene liberato dalle truppe sovietiche. La prima armata che entrò nel lager fu la LX Armata del Primo Fronte Ucraino. Vennero trovati circa 7.000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, vennero trovati migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel lager e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Ancora l'ingresso del campo principale sormontato dall'insegna
Il campo di concentramento di Auschwitz è oggi un luogo dedicato alla memoria delle vittime che lì vennero uccise.
In Germania, dal 1996, il 27 gennaio (giorno della liberazione di Auschwitz) è la giornata ufficiale del ricordo delle vittime del nazionalsocialismo; ed anche in Italia la stessa data è ricordata come Giorno della Memoria.
Auschwitz II e i resti delle camere a gas sono aperte al pubblico.
Nella notte tra il 17 ed il 18 dicembre 2009 ignoti hanno rubato l'insegna posta all'ingresso del campo "Arbeit macht frei" momentaneamente sostituita con una copia.<ref>Furto-profanazione ad Auschwitz rubata l'insegna "Arbeit macht frei", articolo de La Repubblica, del 18 dicembre 2009</ref> L'insegna è stata rinvenuta pochi giorni dopo, spaccata in tre pezzi, nel nord della Polonia<ref>ANSA</ref>.
Il campo di concentramento di Auschwitz fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 1990 il numero di vittime del complesso di Auschwitz riportate sulla targa commemorativa venne messo in discussione scatenando un acceso dibattito a tutt'oggi non ancora sopito. Il numero riportato passò da quattro milioni di vittime a 1.500.000, allineandosi con le stime degli storici attuali che propendono per un numero compreso tra 1.100.000 e 1.500.000 morti.
Principale promotore della sostituzione fu Franciszek Piper, direttore del Dipartimento di Ricerca storica del Museo di Auschwitz, che dopo un approfondito esame, stimò come «errato» il valore precedente. Il numero di quattro milioni traeva le sue origini da un articolo della rivista sovietica Krasnaja Zvezda dell'8 maggio 1945; l'articolo si basava sull'indagine di una commissione d'indagine sovietica che aveva tenuto conto esclusivamente del rendimento massimo teorico giornaliero dei forni crematori e del loro periodo di utilizzo. L'ipotesi venne parzialmente confermata nel successivo processo di Norimberga quando Rudolf Höß, comandante del campo, testimoniò che tra il 1940 ed il 1943 (il campo di Auschwitz fu operativo fino al gennaio 1945) circa tre milioni di persone erano morte nel campo.
La cifra di quattro milioni, che ebbe origine sotto la spinta dell'orrore per la scoperta dei campi di sterminio nazionalsocialisti, è stata successivamente contestata dalla maggior parte degli storici, che pure non hanno mai trovato una stima definitiva sul numero ma che comunque oscilla tra uno e due milioni di vittime. Tali studi e quelli effettuati dallo stesso Piper (che propende per 1.100.000 morti) lo convinsero a portare avanti (con successo) la «campagna» di sostituzione della targa commemorativa.<ref>Per le informazioni relative a questo paragrafo si veda: Шаблон:En Franciszek Piper - Fritjof Meyer, “Die Zahl der Opfer von Auschwitz. Neue Erkentnisse durch neue Archivfunde dal sito web «Memorial and Museum Auschwitz-Birkenau». Riportato il 13 marzo 2007.</ref>
Forni crematori Auschwitz I, che servì come centro amministrativo per l'intero complesso, fu fondato il 20 maggio 1940 convertendo delle vecchie caserme dell'esercito polacco in un campo di concentramento e campo di lavoro. Un gruppo di 728 prigionieri politici polacchi provenienti da Tarnów furono i primi deportati ad Auschwitz il 14 giugno 1940 e lavorarono come manovali al riadattamento delle caserme, danneggiate dai bombardamenti e alla costruzione delle recinzioni perimetrali.
Inizialmente gli internati furono intellettuali e membri della resistenza polacca; più tardi vennero deportati anche prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici ed "elementi asociali" come mendicanti, prostitute, omosessuali ed ebrei. Normalmente vi erano detenute dalle 13.000 alle 16.000 persone; nel 1942 si raggiunse la cifra di 20.000 detenuti.
Sopra il cancello di ingresso si trovava la cinica scritta "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi). Sembra che la scritta sia stata ideata dal maggiore Rudolph Höss, primo comandante responsabile del campo e sembra anche che il fabbro che costruì la scritta, un dissidente politico polacco di nome Jan Liwackz (detenuto con numero di matricola 1010), l'abbia fatta appositamente saldando la lettera "B" al contrario come segno di protesta in quanto conscio di quale sarebbe stata la vera funzione del campo di Auschwitz, un gesto che gli sarebbe potuto costare la vita (A tal proposito, sembra che lo stesso fabbro, sopravvissuto all'Olocausto, quando il campo venne liberato dall'Armata Rossa, chiese di riavere l'insegna in quanto, essendo stata realizzata da lui, "gli apparteneva", cosa che non avvenne in quanto, ormai, la scritta apparteneva alla storia). I prigionieri che lasciavano il campo per recarsi al lavoro, o che vi rientravano, erano costretti a sfilare sotto questo cancello accompagnati dal suono di marce marziali eseguite da una orchestra di deportati appositamente costituita. Contrariamente a quanto rappresentato in alcuni film la maggior parte dei prigionieri ebrei era detenuta nel campo di Auschwitz II-Birkenau e non passava quindi da questo cancello.
Le SS selezionarono alcuni prigionieri, spesso criminali comuni di origine tedesca o ariana (e quindi appartenenti alla "razza superiore"), come supervisori per gli altri detenuti. Tali supervisori, chiamati Kapo, si macchiarono, nella maggior parte dei casi, di orrendi crimini abusando del proprio potere e divenendo così complici dei propri carnefici.
Gli internati vivevano in baracche chiamate Block dotate di letti a castello a tre piani di tipo militare; le condizioni di sovraffollamento delle baracche, spesso utilizzate al doppio della capienza massima, costringevano i prigionieri a dividere un pagliericcio in due o più favorendo la trasmissione di parassiti e germi che aumentavano le già elevate possibilità di infezioni e malattie.
Le diverse tipologie di prigionieri potevano essere riconosciute da speciali triangoli colorati distintivi apposti sulle casacche:
Gli ebrei, nella scala sociale del lager, erano all'ultimo posto e ricevevano il peggior trattamento. Tutti gli internati avevano l'obbligo di lavorare; gli orari variavano a seconda delle stagioni ma si assestavano su di una media di 10-11 ore di lavoro giornaliero. La domenica, esclusi coloro che lavoravano presso aziende belliche che lavoravano a ciclo continuo, era considerata giorno festivo e dedita ai lavori di pulizia e manutenzione del lager e all'igiene personale dei detenuti. Le disumane condizioni di lavoro, le scarse razioni e le condizioni igieniche pressoché inesistenti portavano rapidamente i detenuti alla morte.
Le baracche di Birkenau, come apparivano nel 2001 Birkenau fu concepito inizialmente, secondo i piani di Himmler del marzo 1941, come campo per i prigionieri di guerra russi. Il campo di Auschwitz-Birkenau o Auschwitz II fu il principale campo di sterminio del complesso concentrazionario di Auschwitz. Qui vennero imprigionati parecchie centinaia di migliaia deportati, in diversi sotto-lager, e trovarono la morte circa 1,1 milioni di persone.
Il complesso di Birkenau divenne operativo il 7 ottobre 1941, inizialmente appunto come campo per i prigionieri di guerra russi catturati in grande numero durante le prime fasi dell'invasione tedesca. Degli oltre 13.000 deportati russi di questi primi trasporti solo 92 erano ancora vivi il 27 gennaio 1945 alla liberazione del campo.
Il campo venne installato presso la cittadina a Brzezinka (in tedesco Birkenau), a circa 3 km dal campo Auschwitz I. Il luogo venne selezionato per la vicinanza della linea ferroviaria che avrebbe semplificato le operazioni logistiche per le previste grandi deportazioni successive. Successivamente il lager venne utilizzato come strumento principale di sterminio nel contesto della tristemente famosa soluzione finale della questione ebraica.
Quando il lager fu costruito vennero distrutte le abitazioni di alcuni abitanti del luogo per ricavarne materiale da costruzione. Le dimensioni del lager erano di circa 2,5 km per 2 km ed era circondato da filo spinato elettrificato usato da alcuni prigionieri, stremati dalla impossibili condizioni di vita - addirittura peggiori di quelle dei Auschwitz I e di Monowitz -, per suicidarsi (nel gergo del campo: «andare al filo»). Il modo migliore per percepire l'impressionante vastità del campo di sterminio è quello di percorrere a piedi il percorso che dall'ingresso principale e costeggiando per più di un Km i binari ferroviari porta fino al monumento alla memoria delle vittime posto nella zona dei crematori. Voltandosi indietro si vedrà appena in lontananza la costruzione dell'ingresso. Foto aerea del campo di concentramento Il campo arrivò a contenere fino a 100.000 persone internate in diversi settori, completamente separati tra loro e senza nessuna possibilità di comunicazione tra un lager e l'altro:
Lo scopo primario del lager era l'eliminazione di massa. Vi si trovavano 4 camere a gas con annessi crematori. L'eliminazione iniziò nella primavera del 1942. Le rovine dei campi di Auschwitz sono "patrimonio dell'umanità" protetto dall'UNESCO
20px | Per approfondire, vedi la voce Auschwitz III - Monowitz. |
Il campo di Monowitz nacque a circa 7 chilometri ad est dal
lager principale Auschwitz I allo scopo di fornire manodopera a
basso costo per il grande impianto chimico Buna Werke,
allora in costruzione, evitando lunghe marce tra il campo
principale e il sito in costruzione ed aumentando così la
produttività. La Buna Werke, proprietà della IG Farben, era
un complesso destinato alla produzione su vasta scala di gomma
sintetica (Buna, dal quale il nome del complesso), benzina
sintetica ed altri sottoprodotti del carbone. Nonostante i
grandi sforzi compiuti, che causarono la morte di circa 25.000
deportati impiegati su un totale di 35.000, l'impianto Buna
Werke non arrivò mai a significative quote di produzione. Era
la più grande fabbrica chimica dell'epoca.
Il famoso libro Se questo è un uomo di Primo Levi, deportato
italiano di religione ebraica, descrive le tragiche condizioni di
vita degli internati a Monowitz. Lo stesso Levi dovette
probabilmente la propria salvezza alla propria laurea in chimica
che gli permise di essere assunto in qualità di "specialista"
all'interno del complesso riuscendo ad alleviare periodicamente
così le terribili condizioni (acuite dal freddo inverno polacco)
delle normali squadre di lavoro.
20px | Per approfondire, vedi la voce Personalità legate ad Auschwitz. |
Corridoio ad Auschwitz I
Benedetto XVI ad Auschwitz Il campo di concentramento oltre ad essere costantemente visitato da turisti da ogni parte del mondo, è stato anche un luogo di visita di personaggi celebri. Negli ultimi decenni, il Campo è stato visitato da due Papi. Il primo a varcare il cancello fu Papa Giovanni Paolo II durante il suo primo viaggio da Papa in Polonia il 7 giugno 1979. Durante quella visita il Pontefice pregò all'interno della cella dove fu prigioniero Massimiliano Kolbe. Il secondo Papa ad aver fatto visita al campo di concentramento, fu Papa Benedetto XVI dura