Campo di concentramento di Auschwitz

Con il termine campo di concentramento di Auschwitz Birkenau si identifica genericamente l'insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio costruiti durante l'occupazione tedesco nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia.

Categoria:Voci con fonti non contestualizzate - storiaCategoria:Voci con fonti non contestualizzate - gennaio 2009

Coordinate: 50°02′09″N 19°10′42″E / 50.03583, 19.17833

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25px Bene protetto dall'UNESCO
25px Patrimonio dell'umanità
Campo di sterminio di Auschwitz
Auschwitz Birkenau
240px
Tipologia Culturale
Criterio vi
Pericolo non segnalato
Anno 1979
Scheda UNESCO inglese
francese
Patrimoni dell'umanità in Polonia
« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »</div>
(Elie Wiesel, tratto da La notte. Wiesel fu rinchiuso ad Auschwitz all'età di 15 anni)

Significato di Auschwitz

Con il termine campo di concentramento di Auschwitz Birkenau si identifica genericamente l'insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio costruiti durante l'occupazione tedesco nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia.

Il complesso concentrazionario di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale della questione ebraica" - eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio del popolo ebraico (anche se nel campo trovarono la morte anche molte altre categorie di internati) - divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio. Oggi quel che resta di quel luogo è patrimonio dell'umanità. Auschwitz d'inverno

Il Lager

L'entrata al campo come si presentava nel 1945 1941:baracche in legno del campo

Facevano parte del complesso tre lager principali e 39 sottocampi di lavoro. L'area di interesse del campo (Interessengebiet), con sempre nuove espropriazioni forzate e demolizioni delle proprietà degli abitanti residenti, arrivò a raggiungere, dal dicembre 1941, la superficie complessiva di circa 40 chilometri quadrati. All'interno di questa superficie avevano sede anche alcune aziende agricole e di allevamento modello volute personalmente da Hitler e nella quale venivano impiegati i deportati.

I lager principali erano:

  • Auschwitz I
    Conosciuto in seguito come Stammlager («lager principale»), era l'originario Konzentrationslager («campo di concentramento») reso operativo dal 14 giugno 1940 e centro amministrativo dell'intero complesso. Il numero di prigionieri rinchiuso in questo campo fluttuò tra le 15.000 e le oltre 20.000 unità. Qui furono uccise, in una piccola camera a gas ricavata dall'obitorio, o morirono, a causa delle difficili condizioni di vita, circa 70.000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici.
  • Auschwitz II - Birkenau
    Birkenau era Vernichtungslager («campo di sterminio») del complesso di Auschwitz nel quale persero la vita circa un milione di persone, per lo più ebrei e zingari condotti alle camere a gas immediatamente dopo il loro arrivo.
    Birkenau era inoltre il più esteso Konzentrationslager dell'intero sistema concentrazionario nazionalsocialista ed arrivò a contare fino ad oltre 100.000 prigionieri. Gli internati, reclusi separatamente in diversi settori maschili e femminili, erano utilizzati per il lavoro coatto o vi risiedevano temporaneamente in attesa di trasferimento verso altri campi. Il campo, situato nell'omonimo villaggio di Brzezinka, distava circa 3 chilometri dal campo principale e fu operativo dall' 8 ottobre 1941.
  • Auschwitz III - Monowitz
    Fu il principale Arbeitslager («campo di lavoro») che sorgeva nei pressi del complesso industriale Buna Werke per la produzione di gomma sintetica, proprietà dell'azienda I.G. Farben che però, nonostante l'impegno profuso, non entrò mai in produzione. Il campo, situato a circa 7 chilometri da Auschwitz I, fu operativo dal 31 ottobre 1942 ed alloggiò fino a 12.000 internati.

Genesi del complesso di Auschwitz

Fin dagli anni trenta la nazione polacca avrebbe dovuto essere smembrata, depauperata di tutte le risorse nazionali e la popolazione "trasferita" in altre aree per poi essere ripopolata da "coloni" di razza germanica. I piani tedeschi prevedevano la deportazione e lo sterminio di circa l'80% della popolazione polacca.

Olocausto
Presupposti
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Campi di concentramento (Elenco)
Ebrei
Germania nazista, dal 1933 al 1939
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Ghetti: Varsavia, Lodz
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Ponary, Massacro di Odessa...
Soluzione Finale: Conferenza di Wannsee
Aktion Reinhard
Campi di sterminio: Chełmno, Bełżec
Sobibór, Treblinka, Auschwitz,
Buchenwald, Bergen-Belsen, Dachau,
Mauthausen-Gusen, Sachsenhausen,
Mittelbau-Dora, Varsavia, Kraków-Plaszów,
Ravensbrück
Resistenza: ZOB · ZZW
Rivolte dei ghetti (Varsavia)
Fine della guerra: Marce della morte
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Altre vittime
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Dissidenti tedeschi · Comunisti
Omosessuali · Testimoni di Geova · Pentecostali
Parti responsabili
Germania nazista: Hitler · Heydrich
Eichmann · Himmler · SS · Gestapo
Collaboratori: Romania · S.I. Croatia
Ungheria · Repubblica di Vichy · Slovacchia
Italia· Ucraina/Lettonia/Lituania
Funzionalismo contro intenzionalismo
Processo di Norimberga · Altri processi
Sopravvissuti, vittime, e salvatori
Superstiti dell'Olocausto · Giusti tra le nazioni
Vittime della Shoah
Commemorazioni
Giorno della Memoria · Yom HaShoah

In questo contesto, già durante l'invasione tedesca della Polonia, avvenuta il 1º settembre 1939, le truppe tedesche vennero seguite da speciali Einsatzkommandos destinati allo sterminio di ebrei e personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e si ebbe la necessità di trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti.

Durante le prime fasi dell'espansione Tedesca, venivano eseguite numerose fucilazioni di massa (svolte dai soldati dell'esercito) dei "Nemici del Popolo Tedesco": Ebrei, Zingari, oppositori politici. Ci furono numerosi casi di diserzione e suicidi nelle file dell'esercito tedesco, i cui soldati faticavano ad accettare ordini comportanti la fucilazione di vecchi, donne e bambini. La scelta di aprire appositi campi di sterminio veniva incontro anche all'esigenza di evitare il lavoro "sporco" ai semplici soldati di leva. I campi di sterminio assolvevano tre necessità:

  • segretezza delle operazioni;
  • efficienza nello sterminio, applicato in scala industriale;
  • indipendenza dall'esercito, in quanto svolto da corpi speciali.

Nel dicembre 1939 il comandante della polizia di sicurezza (Sipo) e dell'SD di Breslavia, SS-Oberführer Arpad Wigand pose allo studio, in collaborazione con l'ufficio dell'alto comando delle SS e della polizia del Sud-Est (SS-Gruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski), la possibilità di costruire un nuovo campo di concentramento nella zona di Oświęcim (Auschwitz).

Il luogo venne scelto per la presenza di una caserma di artiglieria polacca caduta nelle mani della Wehrmacht, situata fuori dalla città, quindi facilmente escludibile dal mondo esterno, alla confluenza tra i fiumi Vistola e Soła. La posizione era inoltre provvista di favorevoli collegamenti ferroviari con la Slesia, il Governatorato Generale, la Cecoslovacchia e l'Austria che avrebbero semplificato la deportazione degli elementi "ostili", "asociali" e degli ebrei.

Tra i mesi di gennaio ed aprile 1940 vennero vagliate diverse ipotesi alternative per l'ubicazione del campo, con l'intervento dello stesso comandante delle SS Heinrich Himmler, desideroso di risolvere quanto prima il problema della creazione di un nuovo complesso. Nel febbraio sorsero ulteriori problemi legati alle difficoltà poste dall'esercito tedesco nella consegna della caserma ad Auschwitz.

L'8 aprile 1940 il generale Halm stipulò con le SS un contratto per la consegna del complesso. Il 18-19 aprile 1940, Rudolf Höß, già aiutante presso il campo di concentramento di Sachsenhausen, venne inviato a compiere un ultimo sopralluogo. Prima di visitare il campo Höß si incontrò con Wingand a Bratislava e venne messo minuziosamente al corrente del progetto: creare un campo di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all'interno del Reich.

Il 27 aprile 1940, il comandante Himmler, in seguito al rapporto di Höß, decise di dare ordine all'ispettore dei campi di concentramento, SS-Oberführer Richard Glücks per la costruzione del nuovo campo di concentramento – che sarebbe diventato Auschwitz I - ricorrendo alla manodopera di detenuti già internati in altri campi. Il 29 aprile Glücks nominò Höß comandante provvisorio (ottenne la nomina definitiva il 4 maggio 1940) del nuovo campo, che Höß raggiunse il giorno successivo con la scorta di cinque uomini delle SS. Da subito vennero impiegati per i lavori di sistemazione dell'area civili polacchi e circa 300 ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico (Judenrat).

Il 20 maggio 1940 arrivarono al campo i primi 30 prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, per maggior parte criminali comuni selezionati appositamente per la loro crudeltà ed ottusa obbedienza ad ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo di Kapò e "prominenti" del campo ed aiutare le SS nel successivo "lavoro" di controllo della massa dei deportati.

Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi prigionieri deportati giungessero al campo, vennero ordinati i progetti per un primo forno crematorio prodotto dalla J.A. Topf und Söhne di Erfurt; i progetti vennero rapidamente approvati e la costruzione ultimata entro il 23 settembre dello stesso anno, data della prima cremazione conosciuta.

Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione ed ampliamento, il campo di Auschwitz I ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del lager SS-Hauptsturmführer Karl Fritzsch con le parole:

« Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c'è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi »</div>
(citato da Danuta Czech, Kalendarium - Gli avvenimenti nel campo di concentramento di Auschwitz 1939-1945, edizione italiana in formato pdf)

La soluzione finale del problema ebraico

20px Per approfondire, vedi le voci Soluzione finale della questione ebraica e Conferenza di Wannsee.

Come sopra riportato Auschwitz venne inizialmente fondato come campo di concentramento e di smistamento dei prigionieri di origine polacca e non specificatamente per lo sterminio del popolo ebraico.

Infatti, nonostante l’accanito antisemitismo proprio della dittatura nazionalsocialista, all’epoca della fondazione del campo i gerarchi del Reich non avevano ancora trovato una “soluzione” definitiva per il “problema ebraico”.

Tale “soluzione” venne trovata nel corso della Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, dove, di fatto si decise la sorte del popolo ebraico (e di altre minoranze) e che diede avvio, dalla metà del 1942, alla fase più brutale dell’Olocausto. Per quella data ad Auschwitz era stato reso pienamente operativo ed efficiente il grande complesso di sterminio di Birkenau.

Vita nel lager

L'arrivo

Il gergo di Auschwitz

center
Di seguito sono riportati alcuni termini gergali utilizzati dai deportati del campo di Auschwitz. In maniera analoga i detenuti di molti campi di concentramento svilupparono termini simili, ma in questo approfondimento si fa riferimento esclusivamente quelli utilizzati nel complesso di Auschwitz.

  • Block («blocco» o «baracca»): identificava le unità abitative dove alloggiavano i deportati, in condizioni di inimmaginabile sovraffollamento, costringendoli a dormire in 3-4 per ogni pagliericcio disponibile.
  • Blocksperre («chiudere i blocchi»): un ordine che imponeva a tutti i prigionieri di rientrare nei loro blocchi. Quest'ordine veniva impartito comunemente in vista di una selektion per evitare che gli internati vi si sottraessero.
  • Häftling («prigioniero»): termine che definiva l'internato. Spesso era utilizzato in associazione con il numero di matricola tatuato sull'avambraccio sinistro per identificare uno specifico prigioniero. Ad esempio: Häftling 174.517.
  • Ka-Be (abbr. di Krankenbau): l'infermeria del lager.
  • Kapò: termine generico che indicava un detenuto che ricopriva una carica all'interno del campo e che spesso esercitava il comando su altri deportati.
  • Kommando: squadra di lavoro.
  • Muselmann («musulmano»), pl. Muselmänner: termine di origine ignota che indicava un prigioniero sfinito dal lavoro e dalla fame, senza più alcuna volontà di sopravvivenza, destinato alla selektion.
  • Prominent: prigioniero che godeva di una condizione privilegiata rispetto agli altri internati.
  • Selektion («selezione»): selezione tra gli abili al lavoro e coloro da inviare immediatamente alle camere a gas effettuata dal personale medico tedesco all'arrivo dei convogli di deportati. Il termine indicava anche i periodici controlli medici effettuati all'interno del campo per selezionare ed eliminare i prigionieri più deboli (Muselmänner).
  • Sonderkommando: kommando, composto da prigionieri segregati, che lavorava presso i forni crematori e aveva l'obbligo di collaborare alle operazioni di smaltimento dei cadaveri.

I convogli di deportati (circa 2.000 - 2.500 prigionieri per treno), spesso chiamati trasporti, composti da vagoni merci contenenti dalle 80 alle 120 persone costrette ad inimmaginabili condizioni di vita ed igieniche, che spesso viaggiavano per 10-15 giorni per raggiungere la loro ultima meta, erano organizzati da uno speciale dipartimento dell'RSHA (ufficio centrale per la sicurezza del Reich): l'Amt IV B 4 comandato da Adolf Eichmann. Eichmann ed i suoi collaboratori in qualità di esperti di "problemi ebraici" gestirono l'intera parte logistica dello sterminio suddividendo i convogli sui diversi centri di sterminio in base alla capacità "ricettiva" dei centri stessi: il grande complesso di Auschwitz ricoprì sempre un ruolo fondamentale nel processo di "soluzione finale". Le azioni di sterminio (chiamate Aktion), della durata di 4-6 settimane, si susseguirono per tutta la durata del conflitto coinvolgendo successivamente diversi gruppi provenienti dalle nazioni sotto il controllo tedesco.

Dal 14 giugno 1940 (data del primo arrivo di deportati al campo) al 1942 (data di attivazione della Judenrampe), i treni sostavano sui binari nel pressi del lager principale di Auschwitz I - i grandi impianti di sterminio di Birkenau non erano ancora stati costruiti. Anche in seguito, soprattutto nel caso di convogli di rastrellati polacchi (non ebrei) da internare nel lager principale, questa soluzione continuò ad essere utilizzata. Si ebbero anche casi di treni "scaricati" nella stazione della cittadina di Oświęcim a causa dell'eccessivo numero di convogli in arrivo.

I treni di deportati, a partire dal 1942 fino al maggio 1944, arrivarono ad una piccola banchina ferroviaria, universalmente nota come la rampa degli ebrei o, in tedesco, Judenrampe e situata a circa 800 metri all'esterno del campo di Auschwitz II-Birkenau, nei pressi dello scalo merci della stazione di Oświęcim. La maggior parte dei convogli di deportati italiani ebbero come ultima fermata proprio la Judenrampe, compreso il treno che trasportava Primo Levi che ha vividamente descritto la scena del suo arrivo notturno come «una vasta banchina illuminata dai riflettori» in Se questo è un uomo. Dopo la guerra la Judenrampe, luogo di arrivo (e selezione) di almeno 800.000 deportati da tutta Europa non venne inclusa nell'area divenuta museo del campo e scomparve quasi completamente. Solo nel 2005 è stata in parte recuperata ed inserita all'interno dei percorsi di visita al campo di Auschwitz.

Nel maggio 1944, per semplificare le operazioni di sterminio dei numerosi convogli provenienti dall'Ungheria, la linea ferroviaria venne prolungata all'interno del campo di Birkenau fino ad una nuova banchina a tre binari chiamata Bahnrampe. La Bahnrampe, resa famosa dalle evocative scene del film Schindler's list di Steven Spielberg, venne utilizzata fino al novembre 1944 quando, per ordine del comandante delle SS Heinrich Himmler, le operazioni di sterminio vennero sospese.

La selezione

Appena arrivati a destinazione i treni venivano rapidamente scaricati dal loro triste carico umano ed avveniva la selezione, tra gli «abili al lavoro» e coloro da inviare direttamente alla morte<ref>La procedura di selezione venne fotografata nel maggio (o giugno) 1944 dalle SS, probabilmente per ordine delle autorità tedesche desiderose di visionare quanto avveniva nel campo. Le foto che compongono questa collezione, scampate alla distruzione al termine del conflitto, sono disponibili on-line presso il sito dello Yad Vashem.</ref>.
L'area veniva circondata da uomini delle SS armati e da altri internati che provvedevano ad accostare rampe in legno alle porte dei vagoni per semplificare e velocizzare la discesa dei nuovi arrivati. Gli stessi internati - che avevano l'assoluto divieto, pena la morte, di parlare con i nuovi arrivati per evitare il panico negli stessi - provvedevano a scaricare i treni in arrivo dei bagagli che successivamente venivano portati presso il settore Kanada di Birkenau dove si effettuava la cernita e l'imballaggio dei beni per il successivo invio in Germania.

Gli uomini venivano separati dalle donne e dai bambini formando due distinte file. A questo punto personale medico delle SS decideva chi era «abile al lavoro». Mediamente solo il 25% dei deportati aveva possibilità di sopravvivere. Il restante 75% (donne, bambini, anziani, madri con figli) era inviato direttamente alle camere a gas. Le percentuali abili/gassati fluttuarono per tutto il corso del conflitto, in base alle esigenze dell'industria bellica tedesca diretta da Albert Speer. Vi furono casi di interi treni di deportati inviati direttamente alle camere a gas senza nessuna selezione a causa del sovraffollamento del campo e del preventivato rapido arrivo di nuovi convogli, soprattutto durante lo sterminio degli ebrei ungheresi nel 1944.

La selezione era operata esclusivamente da personale medico delle SS, uno o più dottori a turno operavano «servizio alla rampa».

È importante notare come in questa fase le SS mantenessero un comportamento gentile ed accondiscendente al fine di mascherare le loro intenzioni e velocizzare le operazioni di scarico e selezione, infondendo falsa fiducia nei prigionieri appena arrivati, normalmente stanchi e confusi dal lungo viaggio.

Destino dei selezionati per l'eliminazione

Coloro considerati «non utili allo sforzo bellico» venivano inviati immediatamente in una delle quattro camere a gas mascherate da docce situate a Birkenau dove, in gruppi, i prigionieri venivano uccisi con gas letali (di solito Zyklon B). Un'altra camera a gas, la prima costruita, era presente anche ad Auschwitz I e fu operativa dal 15 agosto 1940 al luglio 1943, quando venne definitivamente abbandonata in favore delle più "efficienti" camere presenti a Birkenau.

Arrivo al campo

I prigionieri dichiarati abili al lavoro venivano condotti negli edifici dei bagni, dove dovevano, anzitutto, consegnare biancheria ed abiti civili, nonché tutti i monili di cui erano in possesso; venivano privati, inoltre, dei documenti d'identità eventualmente posseduti. Uomini e donne potevano conservare solo un fazzoletto di stoffa; agli uomini era concesso conservare la cintura dei pantaloni.
Successivamente, i prigionieri venivano spinti nel locale in cui erano consegnati ai barbieri, che li radevano su tutto il corpo. L'operazione era condotta in maniera sbrigativa, dopo aver inumidito le zone sottoposte a rasatura con uno straccio intriso di liquido disinfettante.
Passaggio successivo era la doccia, cui seguiva la distribuzione del vestiario da campo: una casacca, un paio di pantaloni ed un paio di zoccoli.

Rivestiti dell'abbigliamento da campo, i prigionieri venivano poi registrati: veniva compilato un modulo con i dati personali (Häftlings-Personalbogen) e con l'indirizzo dei familiari più prossimi. I detenuti ricevevano, poi, un numero progressivo che, per tutta la durata del soggiorno all'interno del campo di concentramento, ne avrebbe sostituito il nome. Il numero era tatuato sul braccio sinistro del prigioniero, dapprima attraverso uno speciale timbro di metallo, sul quale venivano fissate cifre interscambiabili, fatte di aghi della lunghezza di circa 1 centimetro e successivamente attraverso il ricorso a singoli aghi, utilizzati per eseguire punture sull'avambraccio.
Dalla pratica del tatuaggio erano esentati i cittadini tedeschi ed i prigionieri "da educare", nonché i detenuti provenienti da Varsavia durante l'insurrezione dell'agosto-settembre 1944 ed alcuni ebrei deportati dopo il 1944.
Il numero di matricola, impresso su un pezzo di tela, era anche cucito sul lato sinistro della casacca, all'altezza del torace, e sulla cucitura esterna della gamba destra dei pantaloni. Al numero era associato un contrassegno colorato, che identificava le diverse categorie di detenuto:

  • un triangolo di colore rosso identificava i prigionieri politici, nei cui confronti era stato spiccato un mandato di arresto per ragioni di pubblica sicurezza;
  • una stella a sei punte di colore giallo identificava i prigionieri ebrei; dalla metà del 1944 gli ebrei vennero contrassegnati come le altre categorie ma con l'apposizione sopra il distintivo triangolare di un rettangolo di stoffa giallo;
  • un triangolo verde identificava i prigionieri criminali comuni;
  • un triangolo di colore nero identificava gli "asociali";
  • un triangolo di colore viola identificava i Testimoni di Geova;
  • i religiosi cristiani ricevevano un triangolo di colore rosso, perché generalmente internati in seguito ad azioni repressive naziste rivolte contro l'autorità;
  • un triangolo di colore rosa identificava i prigionieri omosessuali;
  • un triangolo di colore marrone identificava i prigionieri "zingari"
  • un triangolo di colore verde appoggiato sulla base identificava i prigionieri assoggettati a misure di sicurezza, dopo che avevano scontato la pena loro inflitta;
  • una lettera "E" prima del numero di matricola identificava i detenuti "da educare" (Erziehungshäftling);
  • un cerchietto di colore rosso recante la sigla "IL" (Im Lager, nel campo) identificava i prigionieri ritenuti pericolosi o sospetti di tentare la fuga;
  • un cerchietto di colore nero identificava i prigionieri della "compagnia penale".

Sul triangolo che identificava la categoria, era anche dipinto o impresso con inchiostro l'iniziale tedesca della nazionalità del detenuto, a meno che questi non fosse cittadino tedesco o apolide.

Prigionieri politici Criminali Immigranti (forzati stranieri) Testimoni di Geova Omosessuali Asociali Rom e Sinti
Normale 70px 70px 70px 70px 70px 70px
Recidivo 70px 70px 70px 70px 70px 70px
Prigioniero di battaglione penale 70px 70px 70px 70px 70px 70px
Ebreo 70px
 
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Vedere nota<ref>Inizialmente, questa combinazione (Ebreo e Testimone di Geova) sembrava contraddittoria. Tuttavia, la definizione nazista di "ebreo", in base alla politica razziale nazista, includevano persone che avevano antenati ebrei, quindi era possibile che tali persone appartenessero ad altre religioni. Quindi un ebreo testimone di Geova, anche se forse poco probabile non era impossibile, in base a tali definizioni</ref>
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Contrassegni speciali 70px
Ebreo che ha una relazione interrazziale
70px
Donna che ha una relazione interrazziale
70px
Sospetto di fuga
140px

Numero del prigioniero

140px
<p>Prigioniero speciale: banda marrone al braccio
70px
<p>I contrassegni indossati sono, in ordine discendente: Numero del prigioniero, rettangolo per recidivo, triangolo o stella, membro del battaglione penale, sospettato di fuga
70px
Polacco: "P" su un triangolo rosso
70px
Ceco: "T" (La parola tedesca per Ceco è Tscheche) su un triangolo rosso
70px
Membro delle forze armate: triangolo rosso
20px Per approfondire, vedi la voce Simboli dei campi di concentramento nazisti.

La registrazione proseguiva poi con tre foto, che ritraevano il detenuto di fronte, di profilo destro e di profilo sinistro. Dal 1943, a causa delle difficoltà nel reperire materiale fotografico, le foto furono generalmente limitate ai soli detenuti tedeschi.

I detenuti ritenuti "abili al lavoro" dovevano lavorare fino allo stremo per numerose ditte tedesche, tra cui la I.G. Farben, produttrice del gas che serviva a sterminarli, la Metal Union e la Siemens. Nel campo non c'erano servizi igienici, nessuna assistenza medica, fame ed epidemie erano all'ordine del giorno. ARBEIT MACHT FREI, ovvero Il lavoro rende liberi]]

L'arrivo dell'Armata Rossa

Nel novembre 1944, per paura dell'avanzata dell'Armata Rossa, Himmler dà ordine di cessare le esecuzioni nelle camere a gas e lascia demolire sia le camere a gas stesse che i forni crematori allo scopo di nascondere le prove del genocidio. A quell'epoca ad Auschwitz erano stati uccisi oltre 1 milione di esseri umani.

In totale furono deportate ad Auschwitz più di 1 milione e 300 mila persone. 900.000 furono uccise subito al loro arrivo e altre 200.000 morirono a causa di malattie, fame o furono uccise poco dopo il loro arrivo.

Liberazione del campo

Il 27 gennaio 1945 il campo viene liberato dalle truppe sovietiche. La prima armata che entrò nel lager fu la LX Armata del Primo Fronte Ucraino. Vennero trovati circa 7.000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, vennero trovati migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel lager e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Ancora l'ingresso del campo principale sormontato dall'insegna

Oggi

Il campo di concentramento di Auschwitz è oggi un luogo dedicato alla memoria delle vittime che lì vennero uccise.

In Germania, dal 1996, il 27 gennaio (giorno della liberazione di Auschwitz) è la giornata ufficiale del ricordo delle vittime del nazionalsocialismo; ed anche in Italia la stessa data è ricordata come Giorno della Memoria.

Auschwitz II e i resti delle camere a gas sono aperte al pubblico.

Nella notte tra il 17 ed il 18 dicembre 2009 ignoti hanno rubato l'insegna posta all'ingresso del campo "Arbeit macht frei" momentaneamente sostituita con una copia.<ref>Furto-profanazione ad Auschwitz rubata l'insegna "Arbeit macht frei", articolo de La Repubblica, del 18 dicembre 2009</ref> L'insegna è stata rinvenuta pochi giorni dopo, spaccata in tre pezzi, nel nord della Polonia<ref>ANSA</ref>.

Il campo di concentramento di Auschwitz fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Dibattito relativo al numero di vittime riportate sulla targa commemorativa

Nel 1990 il numero di vittime del complesso di Auschwitz riportate sulla targa commemorativa venne messo in discussione scatenando un acceso dibattito a tutt'oggi non ancora sopito. Il numero riportato passò da quattro milioni di vittime a 1.500.000, allineandosi con le stime degli storici attuali che propendono per un numero compreso tra 1.100.000 e 1.500.000 morti.

Principale promotore della sostituzione fu Franciszek Piper, direttore del Dipartimento di Ricerca storica del Museo di Auschwitz, che dopo un approfondito esame, stimò come «errato» il valore precedente. Il numero di quattro milioni traeva le sue origini da un articolo della rivista sovietica Krasnaja Zvezda dell'8 maggio 1945; l'articolo si basava sull'indagine di una commissione d'indagine sovietica che aveva tenuto conto esclusivamente del rendimento massimo teorico giornaliero dei forni crematori e del loro periodo di utilizzo. L'ipotesi venne parzialmente confermata nel successivo processo di Norimberga quando Rudolf Höß, comandante del campo, testimoniò che tra il 1940 ed il 1943 (il campo di Auschwitz fu operativo fino al gennaio 1945) circa tre milioni di persone erano morte nel campo.

La cifra di quattro milioni, che ebbe origine sotto la spinta dell'orrore per la scoperta dei campi di sterminio nazionalsocialisti, è stata successivamente contestata dalla maggior parte degli storici, che pure non hanno mai trovato una stima definitiva sul numero ma che comunque oscilla tra uno e due milioni di vittime. Tali studi e quelli effettuati dallo stesso Piper (che propende per 1.100.000 morti) lo convinsero a portare avanti (con successo) la «campagna» di sostituzione della targa commemorativa.<ref>Per le informazioni relative a questo paragrafo si veda: Шаблон:En Franciszek Piper - Fritjof Meyer, “Die Zahl der Opfer von Auschwitz. Neue Erkentnisse durch neue Archivfunde dal sito web «Memorial and Museum Auschwitz-Birkenau». Riportato il 13 marzo 2007.</ref>

Lista dei sottocampi

  • Auschwitz I (Stammlager - Oswiecim)
  • Auschwitz II (Birkenau - Brzezinka)
  • Auschwitz III (Monowitz - Monowice) - Buna Werke
  • Babice (Babitz)
  • Bieruñ (Berun)
  • Blechhammer (Blachownia Slaska)(:fr:Blechhammer)
  • Bobrek
  • Brno (Brünn)
  • Bruntal (Braunau)
  • Budy
  • Chelmek
  • Chorzów (Arbeitslager Bismarckshütte)
  • Chrzanów
  • Czechowice
  • Czernica
  • Düsseldorf
  • Dziedzice
  • Freudenthal (Jesenik)
  • Friedenshütte
  • Gliwice (Gleiwitz)
  • Goleszów (Golleschau)
  • Hajduki I-II
  • Harmeze (Harmensee)
  • Zabrze (Hindenburg)
  • Jawiszowice (Jawischowitz)
  • Jaworzno
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Auschwitz I

Forni crematori Auschwitz I, che servì come centro amministrativo per l'intero complesso, fu fondato il 20 maggio 1940 convertendo delle vecchie caserme dell'esercito polacco in un campo di concentramento e campo di lavoro. Un gruppo di 728 prigionieri politici polacchi provenienti da Tarnów furono i primi deportati ad Auschwitz il 14 giugno 1940 e lavorarono come manovali al riadattamento delle caserme, danneggiate dai bombardamenti e alla costruzione delle recinzioni perimetrali.

Inizialmente gli internati furono intellettuali e membri della resistenza polacca; più tardi vennero deportati anche prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici ed "elementi asociali" come mendicanti, prostitute, omosessuali ed ebrei. Normalmente vi erano detenute dalle 13.000 alle 16.000 persone; nel 1942 si raggiunse la cifra di 20.000 detenuti.

Sopra il cancello di ingresso si trovava la cinica scritta "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi). Sembra che la scritta sia stata ideata dal maggiore Rudolph Höss, primo comandante responsabile del campo e sembra anche che il fabbro che costruì la scritta, un dissidente politico polacco di nome Jan Liwackz (detenuto con numero di matricola 1010), l'abbia fatta appositamente saldando la lettera "B" al contrario come segno di protesta in quanto conscio di quale sarebbe stata la vera funzione del campo di Auschwitz, un gesto che gli sarebbe potuto costare la vita (A tal proposito, sembra che lo stesso fabbro, sopravvissuto all'Olocausto, quando il campo venne liberato dall'Armata Rossa, chiese di riavere l'insegna in quanto, essendo stata realizzata da lui, "gli apparteneva", cosa che non avvenne in quanto, ormai, la scritta apparteneva alla storia). I prigionieri che lasciavano il campo per recarsi al lavoro, o che vi rientravano, erano costretti a sfilare sotto questo cancello accompagnati dal suono di marce marziali eseguite da una orchestra di deportati appositamente costituita. Contrariamente a quanto rappresentato in alcuni film la maggior parte dei prigionieri ebrei era detenuta nel campo di Auschwitz II-Birkenau e non passava quindi da questo cancello.

Le SS selezionarono alcuni prigionieri, spesso criminali comuni di origine tedesca o ariana (e quindi appartenenti alla "razza superiore"), come supervisori per gli altri detenuti. Tali supervisori, chiamati Kapo, si macchiarono, nella maggior parte dei casi, di orrendi crimini abusando del proprio potere e divenendo così complici dei propri carnefici.

Gli internati vivevano in baracche chiamate Block dotate di letti a castello a tre piani di tipo militare; le condizioni di sovraffollamento delle baracche, spesso utilizzate al doppio della capienza massima, costringevano i prigionieri a dividere un pagliericcio in due o più favorendo la trasmissione di parassiti e germi che aumentavano le già elevate possibilità di infezioni e malattie.

Le diverse tipologie di prigionieri potevano essere riconosciute da speciali triangoli colorati distintivi apposti sulle casacche:

  • il triangolo verde indicava i criminali comuni
  • il triangolo rosso indicava gli oppositori politici
  • il triangolo rosa indicava gli omosessuali
  • il triangolo nero indicava gli "asociali"
  • il triangolo viola indicava i testimoni di Geova
  • due triangoli sovrapposti, il primo giallo ed il secondo di uno dei colori precedente, indicava gli ebrei.

Gli ebrei, nella scala sociale del lager, erano all'ultimo posto e ricevevano il peggior trattamento. Tutti gli internati avevano l'obbligo di lavorare; gli orari variavano a seconda delle stagioni ma si assestavano su di una media di 10-11 ore di lavoro giornaliero. La domenica, esclusi coloro che lavoravano presso aziende belliche che lavoravano a ciclo continuo, era considerata giorno festivo e dedita ai lavori di pulizia e manutenzione del lager e all'igiene personale dei detenuti. Le disumane condizioni di lavoro, le scarse razioni e le condizioni igieniche pressoché inesistenti portavano rapidamente i detenuti alla morte.

Auschwitz II Birkenau

Le baracche di Birkenau, come apparivano nel 2001 Birkenau fu concepito inizialmente, secondo i piani di Himmler del marzo 1941, come campo per i prigionieri di guerra russi. Il campo di Auschwitz-Birkenau o Auschwitz II fu il principale campo di sterminio del complesso concentrazionario di Auschwitz. Qui vennero imprigionati parecchie centinaia di migliaia deportati, in diversi sotto-lager, e trovarono la morte circa 1,1 milioni di persone.

Il complesso di Birkenau divenne operativo il 7 ottobre 1941, inizialmente appunto come campo per i prigionieri di guerra russi catturati in grande numero durante le prime fasi dell'invasione tedesca. Degli oltre 13.000 deportati russi di questi primi trasporti solo 92 erano ancora vivi il 27 gennaio 1945 alla liberazione del campo.

Il campo venne installato presso la cittadina a Brzezinka (in tedesco Birkenau), a circa 3 km dal campo Auschwitz I. Il luogo venne selezionato per la vicinanza della linea ferroviaria che avrebbe semplificato le operazioni logistiche per le previste grandi deportazioni successive. Successivamente il lager venne utilizzato come strumento principale di sterminio nel contesto della tristemente famosa soluzione finale della questione ebraica.

Quando il lager fu costruito vennero distrutte le abitazioni di alcuni abitanti del luogo per ricavarne materiale da costruzione. Le dimensioni del lager erano di circa 2,5 km per 2 km ed era circondato da filo spinato elettrificato usato da alcuni prigionieri, stremati dalla impossibili condizioni di vita - addirittura peggiori di quelle dei Auschwitz I e di Monowitz -, per suicidarsi (nel gergo del campo: «andare al filo»). Il modo migliore per percepire l'impressionante vastità del campo di sterminio è quello di percorrere a piedi il percorso che dall'ingresso principale e costeggiando per più di un Km i binari ferroviari porta fino al monumento alla memoria delle vittime posto nella zona dei crematori. Voltandosi indietro si vedrà appena in lontananza la costruzione dell'ingresso. Foto aerea del campo di concentramento Il campo arrivò a contenere fino a 100.000 persone internate in diversi settori, completamente separati tra loro e senza nessuna possibilità di comunicazione tra un lager e l'altro:

  • Settore BIa, lager femminile - Dall'agosto 1942 vennero internate in questo settore donne ebree e non ebree deportate da diverse nazioni insieme ai loro figli. Nel luglio 1943, con l'arrivo di sempre nuovi trasporti il campo venne ampliato fino ad occupare il settore BIb che precedentemente era occupato dal lager maschile. Nel novembre 1944 il campo venne liquidato, alcune donne e bambini vennero trasferite al settore BIIe, le altre "abili al lavoro" al settore BIIb.
  • Settore BIb - Dal marzo 1942 vennero internati in questo settore uomini ebrei e non ebrei deportati da diverse nazioni. Nel luglio 1943, gli uomini vennero trasferiti al settore BIId a causa della necessità di ampliare il settore femminile contiguo (settore BIa).
  • Settore BIIa, lager di quarantena o Quarantänelager - Dall'agosto 1943 al novembre 1944 in questo settore vennero rinchiusi uomini ebrei e non ebrei durante il periodo di quarantena, necessario ad identificare coloro che avessero potuto essere affetti da malattie contagiose. Il lager di quarantena era inoltre utilizzato dalle autorità del campo, per "iniziare" gli internati alla dura vita del campo, terrorizzandoli, ed abituarli all'obbedienza indiscussa di ogni ordine impartito. A partire dall'aprile 1944 in alcune baracche vennero trasferiti alcuni uomini e donne ammalati, rigidamente segregati, da altri settori del campo.
  • Settore BIIb, campo per famiglie di Theresienstadt o Familienlager Theresienstadt - Questo settore venne occupato dalle famiglie ebree provenienti dal ghetto di Theresienstadt dopo la sua liquidazione ed occupato dal settembre 1943 al luglio 1944 quando le famiglie vennero sterminate. Successivamente il campo venne occupato da donne polacche provenienti dai rastrellamenti seguiti all'insurrezione di Varsavia. Il settore, nel novembre 1944 venne inoltre occupato dalle poche scampate alla liquidazione del settore BIa.
  • Settore BIIc, campo di transito o Durchgangslager - In questo settore dal maggio al novembre 1944, trovarono temporanea collocazione le donne ebree provenienti dall'Ungheria in previsione di essere inviate al lavoro presso altri settori di Auschwitz o altri lager. Le donne rinchiuse nel settore non vennero registrate sui registri ufficiali del campo per essere poi mandate al lavoro oppure, in molti casi, alla morte senza lasciare traccia. A partire dall'ottobre 1944 questo settore venne occupato anche dalle poche donne scampate alla liquidazione del settore BIII (Mexico).
  • Settore BIId, lager maschile o Männerlager - Dal novembre 1943 al gennaio 1945 fu il principale lager maschile (per ebrei e non ebrei) di Birkenau.
  • Settore BIIe, campo per famiglie zingare o Familienzigeunerlager - Dal febbraio 1943 all'agosto 1944 fu il campo di internamento per le famiglie zingare deportate. In questo settore le continue epidemie e le condizioni alimentari ed igieniche inesistenti compirono una terribile falcidia; i pochi sopravvissuti vennero inviati alle camere a gas nell'agosto 1944. A partire dal maggio 1944, alcuni uomini ebrei vennero rinchiusi in baracche isolate del settore, come riserva di manodopera, in maniera simile a quello che avvenne per le donne nel settore BIIc (Durchgangslager).
  • Settore BIIf, ospedale o Häftlingskrankenbau(chiamato dai deportati anche Ka-Be. Per esempio Primo Levi) - A partire dal luglio 1943 fino al gennaio 1945 fu l'ospedale per i prigionieri maschi, spesso chiamato «anticamera del crematorio» a causa dell'elevatissimo numero di ammalati che morivano per le selezioni periodiche e le inesistenti cure sanitarie. Nell'ospedale vennero pure portati a termine "esperimenti medici" su cavie umane da parte del personale medico delle SS.
  • Settore BIIg, deposito (Effektenlager) o Kanada - il settore, operativo dal dicembre 1943, era destinato allo stoccaggio e al successivo invio in Germania dei beni di proprietà dei deportati. Nel gennaio 1945, durante l'abbandono del campo, le SS cercarono di nascondere le tracce dei loro crimini bruciando le baracche del Kanada.
  • Settore BIII, campo di transito (Durchgangslager) o Mexico - La costruzione del settore iniziò alla fine del 1943 e proseguì fino all'aprile 1944 anche se non venne mai completata. Almeno 10.000 internate ebree vennero rinchiuse nel campo incompleto dal giugno 1944 al novembre dello stesso anno spesso senza neppure un ricovero, in terribili condizioni. Molte vennero selezionate per l'invio alle camere a gas, altre trasferite nel settore BIIc (ottobre 1944), altre ancora trasferite presso altri lager. Nel novembre 1944 le autorità del campo decisero lo smantellamento del settore: i materiali recuperati vennero inviati presso il campo di concentramento di Gross-Rosen.

Lo scopo primario del lager era l'eliminazione di massa. Vi si trovavano 4 camere a gas con annessi crematori. L'eliminazione iniziò nella primavera del 1942. Le rovine dei campi di Auschwitz sono "patrimonio dell'umanità" protetto dall'UNESCO

Monowitz (Auschwitz III) e la Buna Werke

20px Per approfondire, vedi la voce Auschwitz III - Monowitz.

Il campo di Monowitz nacque a circa 7 chilometri ad est dal lager principale Auschwitz I allo scopo di fornire manodopera a basso costo per il grande impianto chimico Buna Werke, allora in costruzione, evitando lunghe marce tra il campo principale e il sito in costruzione ed aumentando così la produttività. La Buna Werke, proprietà della IG Farben, era un complesso destinato alla produzione su vasta scala di gomma sintetica (Buna, dal quale il nome del complesso), benzina sintetica ed altri sottoprodotti del carbone. Nonostante i grandi sforzi compiuti, che causarono la morte di circa 25.000 deportati impiegati su un totale di 35.000, l'impianto Buna Werke non arrivò mai a significative quote di produzione. Era la più grande fabbrica chimica dell'epoca.
Il famoso libro Se questo è un uomo di Primo Levi, deportato italiano di religione ebraica, descrive le tragiche condizioni di vita degli internati a Monowitz. Lo stesso Levi dovette probabilmente la propria salvezza alla propria laurea in chimica che gli permise di essere assunto in qualità di "specialista" all'interno del complesso riuscendo ad alleviare periodicamente così le terribili condizioni (acuite dal freddo inverno polacco) delle normali squadre di lavoro.

Personalità legate ad Auschwitz

20px Per approfondire, vedi la voce Personalità legate ad Auschwitz.

Corridoio ad Auschwitz I

  • Primo Levi, scrittore italiano, imprigionato per 11 mesi ad Auschwitz, dove lavorò per la Buna-Werke. Venne liberato dall'Armata Rossa, e scrisse le sue memorie in Se questo è un uomo.
  • Ondina Peteani, prima staffetta partigiana italiana, segregata ad Auschwitz e successivamente internata a Ravensbruck; si salverà riuscendo a fuggire dalla Marcia della Morte.
  • Elie Wiesel, scrittore rumeno Premio Nobel per la pace, sopravvisse ad Auschwitz III Monowitz, scrivendo anch'egli le sue memorie in un libro, La notte.
  • Liana Millu, partigiana italiana di origini ebree, fu trasferita ad Auschwitz nel 1944 poi a Ravensbrück, dove venne liberata dagli Alleati.
  • Józef Cyrankiewicz, Primo Ministro della Polonia dal 1947 al 1952 e di nuovo dal 1954 al 1970. Divenne Presidente della Polonia tra 1970 ed il 1972.
  • Anna Frank, famosa per il suo Diario, prigioniera ad Auschwitz-Birkenau dal settembre all'ottobre del 1944, dopodiché venne spostata al campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì di tifo.
  • Imre Kertész, Premio Nobel ungherese, restò ad Auschwitz II per tre giorni nell'estate dal 1944, prima di essere dichiarato abile al lavoro e trasferito a Buchenwald.
  • San Massimiliano Kolbe, frate francescano, imprigionato ad Auschwitz I, dove si sacrificò prendendo il posto di un prigioniero condannato a morire nel bunker della fame. Morì dopo due settimane di agonia nel luglio del 1941.
  • Irène Némirovsky scrittrice francese, morta ad Auschwitz il 17 agosto 1942.
  • Witold Pilecki, soldato dell'Armia Krajowa, prigioniero volontario nel lager, dove organizzò la resistenza ed informò gli Alleati sulle atrocità perpetrate nei campi.
  • Edith Stein, conosciuta anche come Santa Teresa Benedetta della Croce, patrona dell'Europa, dei martiri e degli orfani, suora Carmelitana, teologa e filosofa. Fu prigioniera ad Auschwitz, dove morì il giorno stesso del suo arrivo al campo.
  • Miklos Nyiszli (1901-1956), medico anatomo-patologo ungherese, sopravvissuto, scrisse il libro di memorie Un medico a Auschwitz - Memorie di un medico deportato
  • Piero Terracina, deportato ad Auschwitz, ora vive a Roma incontrando costantemente ragazzi delle scuole di tutta Italia.
  • Mario Finzi
  • Shlomo Venezia
  • Riccardo Dalla Volta
  • Nedo Fiano (22 aprile 1925), nato a Firenze, venne deportato ad Auschwitz all'età di 19 anni. Sopravvissuto grazie alla conoscenza del tedesco e all'abilità nel canto. Tutt'ora in vita, ha pubblicato nel 2003 il libro "Il Coraggio di Vivere"
  • Bruno Piazza, avvocato e giornalista arrestato il 13 luglio 1944 e deportato ad Auschwitz, si salvò con la liberazione da parte dell'Armata Rossa. Fece in tempo a scrivere Perchè Gli Altri Dimenticano prima di morire (nel 1946) pochi mesi dopo esser tornato a casa.

Visite storiche

Benedetto XVI ad Auschwitz Il campo di concentramento oltre ad essere costantemente visitato da turisti da ogni parte del mondo, è stato anche un luogo di visita di personaggi celebri. Negli ultimi decenni, il Campo è stato visitato da due Papi. Il primo a varcare il cancello fu Papa Giovanni Paolo II durante il suo primo viaggio da Papa in Polonia il 7 giugno 1979. Durante quella visita il Pontefice pregò all'interno della cella dove fu prigioniero Massimiliano Kolbe. Il secondo Papa ad aver fatto visita al campo di concentramento, fu Papa Benedetto XVI dura

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Consigli e suggerimenti
Organizzato da:
Martijn Kapper
13 february 2016
This is a place you have to visit in your life. The horrors that took place here are hard to believe untill you see it with your own eyes. The guided tours are good and available in various languages.
Rickard Jonsson
22 december 2016
Whilst it is a study in human cruelty, it is vital that you visit the camp to understand and to make sure that it doesn't happen again. Go in the morning before the crowds so you have time to reflect
Ioannis Papapetrou
16 december 2016
What can you say about this place...You better visited it during the winter if you can stand the cold so you feel the atmosphere.You can learn details about the camps and what the nazis did to jewish
Ана Лековић
13 february 2017
Also, if you go by yourself with guidebook, you will roam and discover more places (tour only goes through some of buildings available to public - all of them are numbered ????????).
Kaitlyn Reed
3 june 2019
Free entry without tour guide before 10am or after 5pm. They only have a select number of these tickets. Buy the guide book from the bookstore, it tells you EVERYTHING you need to know for 25pln
Moritz Schuchmann
16 february 2017
It's not possible to find words for this place. What I can say it that we had a very nice female tourguide who also told some personal stories regarding family members who died in the camp.
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