Capitolias (in greco antico: Καπιτωλιάς, Kapitolias) era un'antica città ad est del fiume Giordano; è identificata con il moderno villaggio di Beit Ras, nel Governatorato di Irbid nel nord della Giordania. In passato era la città di Coele-Syria.
La Tavola Peutingeriana la collocò tra Gadara e Adraha (Dar'a), a 16 miglia da ciascuna, mentre l'Itinerario Antonino la posizionò a 36 miglia dalla città di Neve (Nawa).
Il nome arabo, Beit Ras, conserva il nome aramaico Bet Reisha, menzionato nel Talmud del VI secolo.
Sfortunatamente non restano molte tracce della città di Capitolias. La principale testimonianza arrivata ai giorni nostri è data dalle rovine di una struttura teatrale.
Capitolias è una delle dieci città della Decapoli elencate da Plinio il Vecchio. Ci sono molte fonti primarie che elencano diverse varianti delle città della Decapoli, tra cui Plinio il Vecchio.
Capitolias fu fondata come insediamento romano sotto Nerva o Traiano, forse per scopi militari. La data della sua fondazione, dedotta dall'analisi delle monete coniate all'interno della città, viene collocata tra il 97 e il 98 d.C. Le iscrizioni mostrano che i cittadini locali prestavano servizio nell'esercito romano. Era circondata da un muro eretto nel II secolo e aveva una superficie di 12,5 ettari secondo una fonte, 20 acri secondo un'altra.
La città prese il nome da Giove Capitolino. Le prove dimostrano che il sito è stato estesamente sistemato e cresciuto in importanza durante l'epoca romana e bizantina. Capitolias ha avuto una certa importanza anche nel primo periodo islamico (Omayyadi).
Nel riordinamento associato alla creazione della provincia romana d'Arabia nel 106, Capitolias divenne parte della provincia di Palaestina Secunda, la cui capitale era Scythopolis. È menzionata da molti geografi, tra cui Ierocle e Giorgio Ciprio nei secoli VI e VII.
Yaqut al-Hamawi (1179–1229) annota su Beit Ras: "Un villaggio di Gerusalemme, o, si dice, appartenente alla provincia del Giordano, ci sono quantità di viti qui, da cui viene prodotto il vino celebrato."
Le mura della città, con tre porte a nord, posso ancora essere rintracciate sulla superficie. Altri resti includono un tempio della triade capitolina, un mercato a tre livelli, una strada colonnata, una chiesa del V secolo che fu convertita in una moschea nell'VIII secolo, un acquedotto, dei bacini artificiali, un cimitero militare romano e delle strade asfaltate. Sebbene questi resti siano stati tutti scavati, molti sono abbastanza minimali. Il resto più importante è quello del teatro in stile romano.
Sebbene i primi scavi abbiano avuto luogo negli anni '60, i lavori archeologici sistematici iniziarono nei primi anni '80 e sono continuati fino ai nostri giorni.
Sembra che i cittadini di Capitolias volessero apparire molto greci. Le pietre tombali di una famiglia, scoperte e datate al II secolo d.C, mostrano che non solo i defunti avevano adottato nomi latini, ma anche che la tomba aveva una scena in uno stile molto greco dipinta su di essa, raffigurante un episodio della guerra di Troia, con Achille che trascinava il corpo di Ettore.
Sono state inoltre scoperte grandi quantità di frammenti di vetro datati al III-V secolo a.C. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che pezzi di vetro grandi e primari sono stati prodotti nell'area costiera di Levante e portati a Capitolias per la produzione secondaria. Sembra quindi che durante la tarda età romana/inizio bizantina, Capitolias fosse il principale centro per la produzione secondaria del vetro in Giordania.
Ulteriori scavi a Capitolias sono un po' difficili a causa del villaggio moderno, Beit Ras. I ricercatori vogliono lavorare rispettosamente con la gente del posto per approfondire le loro scoperte.
Nel 2018, gli archeologi hanno scavato una tomba risalente al II secolo d.C. Le sue pareti sono decorate con molte figure di umani, animali e divinità, e presentano inoltre un grande dipinto che illustra la costruzione di un bastione con 60 iscrizioni che descrivono l'attività delle figure nel dipinto stesso. Nella sua interezza, l'opera d'arte è pensata per descrivere la fondazione della città. Le didascalie, scritte in aramaico con lettere greche, assomigliano alle strisce nei fumetti moderni.
I vescovi di Capitolias sono menzionati in alcuni documenti esistenti:
Un Pietro che è stato martirizzato sotto il dominio musulmano è indicato da Le Quien e Gams come un vescovo di Capitolias, ma altre fonti lo descrivono come un sacerdote, non come un vescovo.
Nel XII secolo la sede era un arcivescovado indipendente, come appare da una "Notitia Episcopatuum" di quel tempo. Non più un vescovado residenziale, Capitolias è oggi elencata dalla Chiesa cattolica come sede titolare.