Castel Grande è un castello nella città di Bellinzona in Svizzera. È anche chiamato castel vecchio, castello di San Michele o castello d'Uri. I tre castelli assieme alle cinte murarie della città furono dichiarati patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO nel 2000.
L'imponente maniero occupa un promontorio roccioso su una
lunghezza di oltre duecento metri in diagonale, con imponenti mura
di cinta che dalla rocca si prolungavano in passato fino al fiume
Ticino. La parte più antica ancora esistente risale al X secolo.
Sul complesso svettano due torrioni, che forse a causa della
tonalità leggermente diversa delle pietre che li compongono,
prendono il nome di torre bianca e torre nera.
Il sito
Il castello è eretto su un promontorio roccioso posto a metà
della valle del Ticino. All'imbocco di importanti valichi che
collegano il nord al sud dell'Europa, i tre principali valichi sono
il Lucomagno, il San
Gottardo e il San Bernardino. I primi insediamenti umani
risalgono al neolitico antico (5300-5000 a.C.). Questa posizione
strategica ha favorito nel corso dei secoli l'insediamento di opere
difensive e di controllo degli accessi ai valichi. Nel suo massimo
splendore, a metà del XIV secolo i tre castelli e le relative mura
chiudevano completamente il fondovalle.
Storia
- La prima fortificazione venne eretta sotto l'imperatore Augusto
nel 15 a.C. Fortezza abbandonata nel I secolo.
- Nel IV secolo vengono di nuovo erette delle mura da parte dei
romani.
- Le dominazioni gota e bizantina, seguite al crollo dell'impero
romano, non hanno lasciato tracce, la presenza longobarda è invece
attestata da documenti letterari. Gregorio di Tours scrive che nel
590 una invasione franca incontrò una forte resistenza longobarda a
Bilitionem. Un gruppo di Arimanni controllava e sorvegliava
da Bellinzona l'accesso ai vari valichi alpini che trovano la via
di sbocco meridionale appunto a Bellinzona.
- Con il dominio franco 774 il Castel Grande subì varie
trasformazioni, vennero eretti all'interno delle mura oratori,
abitazioni, torri e depositi. Questi interventi proseguirono in età
ottoniana e diedero alla collina la fisionomia di una cittadella
fortificata.
- Alla fine del XI secolo il controllo della città e del maniero
passano dall'imperatore al vescovo di Como (1002 -
1004).
- Nel XII secolo vengono apportati ulteriori miglioramenti
all'insieme della fortezza. Bellinzona diventa oggetto di molte
contese ma nel 1192 torna di nuovo sotto il controllo di Como e
della sua nobiltà.
- Agli inizi del secolo XIV venne eretta la Torre Nera
collegata sul versante orientale alla più slanciata Torre
bianca eretta nel XIII secolo e in questo secolo Bellinzona e
il castello assunse maggiore importanza grazie all'apertura del
Passo del
San Gottardo. Conquistati da Milano nel 1242, tornano sotto
controllo comasco nel 1249. In questo periodo la regione entra in
un intricato gioco di forze che si contendono il controllo degli
accessi alpini, tra tali forze spicca la famiglia ghibellina
comasca dei Rusca a cui viene attribuita la costruzione del secondo
maniero Montebello
della città a oriente del Castel Grande.
- La riconquista milanese nel 1340, voluta per contenere le
ambizioni dei Rusca, impresse una svolta alla storia del borgo e
delle sue fortezze. Bellinzona sotto il dominio visconteo divenne
capoluogo dei territori alpini e in particolare delle Tre valli
ambrosiane. I manieri vennero ulteriormente rafforzati e nella
seconda metà del XIV secolo venne eretta la lunga muraglia a
sbarramento dell'intera valle del Ticino, che permetteva un
maggiore controllo dei flussi commerciali e la repressione del
contrabbando di sale e di altre derrate alimentari.
- All'inizio del XV secolo e con la morte di Gian Galeazzo
Visconti 1402, Bellinzona e i suoi castelli conoscono un nuovo
periodo di grande confusione. Nel 1403 il maniero e la città sono
occupati dai de Sacco signori di Mesolcina. Nel 1419 vennero ceduti
ai cantoni di Uri e di Obvaldo, ma nello stesso anno furono di
nuovo conquistate da Milano e di nuovo difesi il 30 giugno 1422 con
la vittoria milanese contro le truppe dei cantoni confederati
svizzeri nella battaglia di Arbedo.
- Alla morte del duca Filippo Maria Visconti 1447, Franchino
Rusca, signore di Locarno, Enrico de
Sacco, signore della Mesolcina con l'appoggio dei cantoni svizzeri,
tentò di riprendere il controllo di Bellinzona. Nel 1449 con la
battaglia di Castione, Milano ne riprende il controllo sotto
Francesco Sforza. Fino alla sua morte 1466 la regione visse un
periodo di stabilità. Le vittorie Confederate contro Carlo il
Temerario ne rafforzano notevolmente le capacità offensive, nel
1478 l'assedio alla città da parte dei confederati, reca gravi
danni. Milano intraprende ampi lavori di rafforzamento delle
strutture difensive, in tutta fretta venne costruito il terzo
castello di Sasso Corbaro, le
mura vennero consolidate e venne costruito un ponte, pure
fortificato, sul fiume Ticino, che Ludovico il Moro inaugurò nel
1487. Nel 1494 Carlo VIII invade il Ducato di Milano e occupa per
un breve periodo anche Bellinzona. Infine, un'insurrezione popolare
scaccia i francesi e il 14 aprile 1500 la popolazione di Bellinzona
si sottomette alla Lega Svizzera.
- Dal 1500 al 1798, Bellinzona e i suo castelli passano sotto il
controllo della confederazione dei XIII cantoni svizzeri. Fu in
quel periodo che il maniero prese il nome di castello
d'Uri.
- 1803 nasce il Canton Ticino. Il castello diventa proprietà
dello Stato del Canton Ticino.
- Nel 1820 il Castel Grande viene adibito in parte a
prigione e in parte a arsenale militare.
- Dal 1920 al 1955 vengono eseguiti dei lavori di consolidamento
e di manutenzione.
- Tra il 1983 e il 1989 viene fornito di un accesso con ascensore
e l'intero complesso è rinnovato e reso accessibile alla
popolazione.
Note
Шаблон:References
Bibliografia
- Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel
Cantone Ticino, Tipo-Litografia di C. Salvioni, Bellinzona
1894, 30-36.
- Virgilio Gilardoni, Inventario delle cose d'arte e di
antichità. Il distretto di Bellinzona, Edizioni dello Stato,
Bellinzona 1955.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana,
Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 3-6.
- Mirko Zardini, “Aurelio Galfetti - Opere recenti a
Bellinzona”, in Casabella n. 518, novembre 1985, 54-55.
- AA.VV. “Nella città e sulla rocca. Due progetti Aurelio
Galfetti per Bellinzona”, in Lotus International n. 48/49,
1985-1986, 46-49.
- AA.VV. “Castelgrande a Bellinzona”, in Abitare n. 252,
marzo 1987, 164-173.
- Giuseppe Chiesi, Bellinzona ducale. Ceto dirigente e
politica finanziaria nel Quattrocento, Bellinzona 1988.
- Giuseppe Chiesi, Verio Pini, Bellinzona nella storia e
nell'arte, Bellinzona 1991.
- Luigi Cavadini, Castelgrande a Bellinzona, Fidia
Edizioni d'Arte, Lugano 1993, 7-13, pubblicato su Progetto
Castelgrande, il divenire di un restauro, Milano, Skira, 2006.
- Cesare De Seta, “Un interno lieve e sensibile”, in
Ottagono, n. 115 giugno-agosto 1995, pp. 88–93
- Luca Gazzanica, “Aurelio Galfetti. Restauro di Castelgrande,
Bellinzona”, in Domus, n. 750 giugno 1993; 34-41.
- Alessandro Massarente (a cura di), Castelgrande a
Bellinzona: Aurelio Galfetti, Firenze, Alinea, 1997.
- Mario Botta, Castelgrande a Bellinzona, in Quasi un diario.
Frammenti intorno all'architettura, Le Lettere, Firenze, 2003,
47-53.
- Angela Pini-Legobbe, Verio Pini (a cura di), Progetto
Castelgrande, il divenire di un restauro, Milano, Skira,
2006.
- AA.VV, Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni
Casagrande, Bellinzona 2007, 22.
- Werner Meyer, Patricia Cavadini-Bielander, I castelli di
Bellinzona, Società di storia dell'arte in Svizzera, Bern
2010.
- Paolo Ostinelli, Bellinzona. Castelli (Castelgrande,
Montebello e Sasso Corbaro), in Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa,
Marco Tanzi (a cura di), «Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da
Bramantino a Bernardino Luini. Itinerari», Officina Libraria,
Milano 2010.
Voci
correlate
Altri
progetti
Шаблон:Interprogetto
Collegamenti esterni