Castello di Montsoreau

Il Castello di Montsoreau è un castello francese di stile Rinascimentale, di transizione tra la fortezza e il palazzo.

Si innalza direttamente lungo la Loira, nella città di Montsoreau nel dipartimento di Maine-et-Loire a 15 chilometri di Saumur, 4 chilometri di Fontevraud-L'abbaye, 20 chilometri di Chinon e 2 chilometri dai Candes-Saint-Martin. Il Castello di Montsoreau à collocato in un punto strategico, alla confluenza della Loira e della Vienne, all’intersezione di tre regioni : l’Angiò, il Poitou e la Turenna e nel cuore della Valle della Loira.

Una presenza Gallo-Romana è attestata sul sito stesso di Montsoreau con la scoperta di un fusto di colonna scanalata proveniente di un tempio o di un edificio pubblico antico.

L’occupazione perenne del sito appare nelle fonti scritte nel VI secolo con la menzione del dominio di Restis. Con la costruzione del castello nel X secolo, nasce un’agglomerazione e cresce la popolazione di Montsoreau.

Il castello attuale Rinascimentale è stato costruito nel 1450 da Giovanni II de Chambes, uno degli uomini più ricchi del reame, consigliere e ciambellano di Carlo VII e di Luigi XI.

Il Castello di Montsoreau è stato immortalizzato da Alexandre Dumas nel romanzo La Dama di Monsoreau scritto tra il 1845 e il 1846. E l’unico dei castelli della Loira ad esser stato costruito nel letto della Loira.

Monumento Nazionale dal 1862 è stato iscritto al patrimonio dell'umanità dall’Unesco nel 30 novembre 2000.

Nell'aprile 2016, il Castello di Montsoreau diventa un museo di Arte Contemporanea e porta il nome di Château de Montsoreau-Museo di Arte Contemporanea.

Storia

Medioevo

Si trova la prima menzione scritta del sito dal dominio di Restis nel VI secolo. Il dominio viene trasformato in piazzaforte verso 990 dal conte di Blois Eudes I, e poi passa sotto dominio angioino poco prima del 1001.

Il conte Folco Nerra lo affida al cavaliere Gautier Ier di Montsoreau che appartiene ad una delle più prestigiose famiglie angiovine.

Così, il castrum Monsorelli fa parte della quarantina di piazzaforti angioine e ha già lo statuto di signoria castellana nell’anno 1000.

Presto, un agglomerato urbano viene a svilupparsi presso il castello. Nella narratio de commendatione Turonice provincie edito da Salmon nel 1854, « Monte Sorelli » viene descritto come uno dei « oppidis munitissimi et popuylosis ». Dal XII secolo le fonti scritte attestano della presenza di una tassa.

Durante l’istallazione della comunità di Fontevraud nel 1101, l’abbazia di Fontevraud dipendeva di Gautier de Montsoreau, vassallo diretto del Conte d’Angio. Dal vivo di Robert d’Arbrissel, Hersende di Champagne, matrigna di Gautier de Montsoreau, sarà la prima grande priora dell’abbazia. Guillaume IV de Montsoreau si schiera a favore di Geoffroy Plantagenêt contro il suo fratello Enrico II Plantagenêt, futuro re di Inghilterra e marito di Aliénor d'Aquitaine.

Enrico II Plantagenêt, assiede la fortificazione alla fine del mese di agosto 1156. Imprigiona Guillaume e i soi difensori. Guillaume ritroverà il suo feudo un po' più tardi. Un’ordinanza del re d’Inghilterra Enrico II (verso 1068) che riguarda la pianificazione della Loira è firmata da Guillaume de Montsoreau e dal figlio Guillaume. Nel 1171, un'ordinanza conferisce ai monaci di Turpenay il diritto di costruire nell'incinta del castello delle case libere di ogni tasse. Siccome il figlio maggiore non ha discendenti maschi, la signoria diventa proprietà della famiglia Savary de Montbazon con il matrimonio della figlia Ferrie con Pierre II de Savary, signore di Montbazon nel 1213. Dopo della vittoria a Bouvines, Filippo Augusto lo seglierà nel 1214 con Guy Turpin archidiacono di Tours, per trattare la pace con il Re di Inghilterra Giovanni senza Terra. La seconda famiglia di Montsoreau si spegne nel 1362, nell’occasione del matrimonio dell’unica figlia di Renaud VII con Guillaume II di Craon. La famiglia di Craon conserva la signoria fino al 1398. La quarta famiglia, quella dei Chabot, rimarrà solo qualche decenio.

Nel 1450, per pagare diversi debiti, Louis II Chabot vende le sue proprietà di Montsoreau e della Coutancière al suo cognato Giovanni II de Chambes, che intraprende di costruire l’attuale Castello di Montsoreau. Discendente di una vecchia famiglia nobile, Jean II de Chambes entra al servizio di Carlo VII nel 1426 come scudierodue anni prima del famoso incontro tra il re e Giovanna d’Arco al Castello di Chinon. Dispensiere di pane nel 1438, consigliere e poi ciambellano, diventa nel 1444 "primo maître d'ostel" del re. A quell’epoca, si associa con Jacques Cœur. Giovanni II de Chambes è anche diplomatico : ambasciatore di Venezia nel 1459 per preparare una nuova crociata. Possiede le signorie di Montsoreau e di Argenton. E anche Governatore di La Rochelle e capitano castellano e viguier di Niort, Talmont-sur-Gironde e Aigues-Mortes.

Epoca moderna

Dal 1450 al 1460, Giovanni II de Chambes si dedica alle sue missioni di ambasciatore. Soggiorna frequentemente fuori Angiò mentre il suo castello di Montsoreau si sta costruendo. In questi 10 anni, cresce la sua influenza politica e finanziaria grazie alla sua relazione privilegiata con il re Carlo VII. Giovanni II de Chambes si retira progressivamente della vita politica dal 1461.

Giovanni III succede a suo padre morto nel 1473 e sposa Maria de Chateaubriant che fonda nel 1519 la collegiale Sainte-Croix vicino al castello. Nel 1530, Philippe de Chambes, che resiede a Montsoreau, sposa Anne de Laval-Montmorency. Il figlio di Philippe de Chambes, Giovanni IV de Chambes erita di Montsoreau, del dominio della Coutancière. Le sue terre diventano baronia nel 1560. Montsoreau è devastata dai protestanti nel 1568, la collegiale Sainte Croix e le fortificazioni della città vengono distrutte. Quattro anni dopo, Giovanni IV de Chambes organizza una "San Bartolomeo Angioina" a Saumur, e poi ad Angers. La sua baronia diventa un comté'. Quando muore nel 1575, il suo fratello Carlo de Chambes diventa conte di Montosreau e sposa Françoise de Maridor, il cui nome rimane legato all’assassinio di Louis de Bussy d'Amboise.

Una guarnigione di 50 e poi di 20 uomini di guerra risiede al castello durante l’ultimo decennio del XVIe secolo. Non esiste più sotto il regno di Louis XIII. Renato de Chambes sollecita una guarnigione di truppe reali ma Richelieu rifiuta. E condannato a morte dal re per aver fabbricato falso sale e falsa moneta. Fugge in Inghilterra. Dopo la morte del suo successore Bernardo de Chambes, il Château de Montsoreau sarà poco occupato dai suoi proprietari. Una delle figlie di Bernardo de Chambes si sposa con Louis-François Ier du Bouchet. Esso muore nel 1716 lasciando 400 000 livres di debiti. Il suo figlio Louis Ier du Bouchet, sposa Jeanne de Pocholle du Hamel che gli apporta 200 000 livres di dote.

Epoca contemporanea

Nel 1804 La vedova di Louis-François II du Bouchet de Sourches, marchese di Tourzel, vende il castello e quello che rimaneva del dominio di Montsoreau.

Venduto il castello, l’edificio è successivamente occupato da 19 proprietari che rimodellano il sito. Le descrizioni realizzate durante la seconda parte del XIXe siècle rendono conto dello stato di rovina dell’edificio. Nel 1910, il castello è in uno stato pietoso che commuove i membri della Società di Archeologi Frana. Il senatore de Geoffre riesce a sensibilizzare il Consiglio Dipartimentale e grazie a lui, dal 1913 il Dipartimento di Maine e Loira acquista progressivamente le diverse proprietà e i lavori di restauro continuano fino alla seconda guerra mondiale.

Dopo un nuovo programma di restauro tra 1997 e 2001, il castello apre alla visita il 6 luglio 2001 con un percorso intitolato " Les Imaginaires de Loire".

In jugno 2015, il Consiglio dipartimentale di Maine et Loire affida il Castello de Montsoreau a Philippe Méaille che ci presenta la sua collezione di Arte contemporanea centrata sull’arte concettuale (collettivo Art & Language) e organizza numerosi eventi : mostre, conferenze, performanze.

Geografia : il sito e il suo ambiente naturale

Localizzazione

Il Château de Montsoreau è situato in un punto strategico, alla confluenza della Loira e della Vienne, all’intersezione di tre regioni : l’Angiò, il Poitou e la Turenna e nel cuore della Valle della Loira.

Il castello è stato costruito immediatamente sul ciglio della Loira, a piede del poggio, con un basamento naturale in pietra di tufo costituito di una roccia ancora visibile da qualche parte. Quel tipo di fondazioni naturali si ritrovano frequentemente negli edifici rilevanti. La sua posizione geografica è sfavorevole dal punto di vista difensivo. In effetti, il castello è situato tra due piccoli valli che isolano una porzione della piattaforma da una trentina di ettari molto ripidi all’Est e all’Ovest.

Archeologia

L'esistenza di una località "La Motte" un po' dietro la piattaforma, potrebbe confermare la presenza di una fortificazione proteggendo il castello basso. Non ci sono tracce sul terreno per confermare quest’ipotesi. Tuttavia, i campi intorno mostrano di frammenti di tegole.

La prensenza di tracce gallo romane testimonia dell’esistenza di un sito antiquo senza dubbio importante ma ancora sconosciuto.

Gli scavi del terrapieno al sud ovest del castello a permesso di trovare un fusto di colonna scanalata proveniente di un tempio o di un edificio pubblico antico. Il sito che si sviluppa tra la Loira al nord e il villaggio a sud si compone di due insiemi distinti. La bassa corte, alla quale si accede attraversando un passaggio coperto che lunga la capella castrale. Ad est, la parte signorile, protetta su tre lati da un largo fossato. Un ponte difeso da un castelletto ponte sollevabile era l’unico modo di entrare nella corte alta del castello.

All’origine e prima della costruzione della strada lungo il fiume (1820), la facciata nord dell’edificio era direttamente bagnata dalla Loira. Il piano bislungo dell’edificio fiancato di due torri quadrate, due verso sud ed una nel prolungamento dell’edificio. Negli angoli dell’edificio si trovano due torrette di scale. Una parte di cortina conservata all’est, collega l’ala orientale con i resti di una torre distrutta nel XVII secolo.

Degli scavi intrapresi nell’estate 2000 hanno permesso di scoprire delle parti del castello del XIe secolo.

Architettura

Descrizione

La scala contemporanea del XVe secolo con il quale si entra nel castello si apre su una corte rettangolare. A nord, verso la Loira, si innalza l’edificio, tra due padiglioni affiancati, ad est come ad ovest, di due piccole ali a squadra.

Ad est rimane una torre rettangolare rovinata, per sbaglio chiamata « donjon », che fu distrutta il secolo scorso. Dall’altro lato, il padiglione d’entrata fu distrutto per ricuperare materiali di costruzione. Al di là del fossato, si trova la piccola cappella castrale gotica, Saint-Michel du Boile oggi trasformata in abitazione.

Il fossato difensivo, largo di una ventina di metri e molto profondo, circonda tre lati del castello. Durante gli alluvioni, il fossato era frequentemente bagnato dalle acque del fiume.

L’edificio è costruito in pietra di tufo calcareo bianco. Questa pietra tenera, porosa, molto frequente in Angiò e Turenna è qui di buona qualità. E stata estratta dalle profonde carriere sotterranee scavate nella scogliera a prossimità del cantiere di costruzione. I segni lapidari sui muri all’interno del castello non indicano l’identità degli operai bensì l’altezza precisa delle pietre. Quest’elemento testimonia di un’organizzazione di cantiere molto avanzata. I tetti dell’edificio sono in ardesia di Angers, com’era di uso in tutta la valle.

Tra castello fortificato e castello di abitazione

La facciata sulla Loira presenta, con i due padiglioni rettangolari e massivi un aspetto severo, leggermente attenuato dalle larghe finestre a crociere e traverse. Ma, ciò che la differenzia dalla facciata sud è l’importanza della parte bassa del muro, con piccole aperture. Il dispositivo di difesa del castello è limitato al fossato profondo, a qualche feritoie a al camminamento di ronda, coronato da piombatoi. Essi sono portati da mensole modanate ; il parapetto è ornato di archi trifogliati a carena, di forme diverse, che svelano una preoccupazione estetica da parte dei costruttori. L’interno dell’edificio – e ciò, fin dalla sua costruzione – dispone di diversi elementi che traducono una ricerca di conforto : grandi finestre che assicurano una luminosità massima, banchi per sedersi e godere della vista sulla Loira da tutte le stanze, 25 cammini. I resti di affreschi che appaiono sopra qualche cammino sono posteriori alla costruzione del castello.

Elementi di conforto

La scala medievale è finestrata e conduce ai diversi piani del castello. Permette di accedere alla grande sala e ai diversi livelli del padiglione ovest.

L’edificio comporta importanti cantine. Quattro stanze voltate si succedono. All’origine l’apertura si trova ad ovest verso il fiume, protetta da un sistema difensivo. Situata a qualche metro della Loira, questa sala permetteva alle navi di metterci il loro carico.

Al pianoterra come al primo piano, l’edificio centrale è condiviso in due stanze di dimensioni uguali. La più grande è scaldata da due cammini, una a nord, l’altra ad est. La più piccola stanza ha solo un cammino.

Il Rinascimento

La torretta di forma ottagonale è stata aggiunta nel Rinascimento. La scala a vite permette di accedere al primo e al secondo piano del castello. La scala è coronata di una ringhiera costituita di due ranghi di corone di tufo, otturati da lastre di ardesia e si termina con una bellissima volta a forma di palma. Ci sono solo 4 esempi di questo tipo di volta in Angiò, con il castello del Re Renato d'Angio a Baugé, il logis Barrault ad Angers e il Municipio di Saumur. All’esterno, la porta è sovrastata di quattro finestre sovrapposte. Di ispirazione italiana, l’arredo è composto di medaglioni e motivi a volte complessi. Il cerchietto sopra la finestra bassa presenta un viso in un medaglione, circondato di putti. Sopra la seconda finestra un elmetto è circondato di arabeschi ; una banderuola porta l’iscrizione « Chambes, crie », allusione al costruttore del castello. La gradazione della terza finestra presenta una scena particolarmente curiosa : sotto una larga striscia spiegata sulla parte superiore, due scimmie si affacciano intorno a una rappresentazione enigmatica : uno degli animali solleva, aiutandosi con una catena, una pietra sulla quale siede una piccola scimmia. Sulla striscia si legge il motto dei Chambes "Je le feray". Un cervo che si riposa è scolpito sulla finestra alta.

Il castello di Montsoreau rimane un bel esempio di castello costruito sotto il regno di Carlo VII. L’edificio ha beneficiato di numerose fasi di restauro. Così oggi i visitatori possono contemplare lo splendore quest’edificio di fattura reale. Questi restauri sono stati condotti essenzialmente tra 1923 e la Seconda Guerra Mondiale per la prima fase e tra 1997 e 2002 per la seconda fase. La maggior parte dei soffitti inizialmente di legno sono stati distrutti e rifatti usando cemento, imitazione legno.

Il castello Rinascimentale è Monumento Nazionale Francese dal 1862. L'antica cinta del castello è Monumento Nazionale Francese dal 6 ottobre 1938.

Il Château de Montsoreau nella letteratura e nel cinema

Nella letteratura

Il Château de Montsoreau è stato immortalato da Alexandre Dumas nel suo romanzo La Dama de Monsoreau scritto nel 1845 e 1846. Questo romanzo è ambientato nel Castello di Montsoreau e fa parte della trilogia di Alexandre Dumas sul Rinascimento, tra La Regina Margot e I Quarantacinque'.

La Signora di Monsoreau è un romanzo storico che intreccia due storie :

  • Una storia d’amore tra Luigi di Clermont, signore de Bussy di Amboise e Diana di Méridor, sposa del conte di Monsoreau.
  • Una storia politica che mette in scena i torbidi politici e religiosi sotto il regno di Enrico III, specialmente la rivalità che lo oppone al suo fratello Francesco di Francia, duca di Alençon poi duca d'Angiò.

Nel cinema e alla televisione

  • 1909: La Dame de Monsoreau (La dama di Monsoreau), film di Mario Caserini.
  • 1913 : La Dame de Monsoreau, film muto francese di Emile Chautard.
  • 1971 : La Dame de Monsoreau, sceneggiato di Yannick Andréi, con Nicolas Silberg (Bussy d'Amboise), Karin Petersen (Diane de Méridor, comtessa di Monsoreau), François Maistre (Comte Brian de Monsoreau), Michel Creton (Chicot), Gérard Berner (Duca d'Angiò) e Denis Manuel (Enrico III).
  • 2009 : La Dame de Monsoreau (telefilm)|La Dame de Monsoreau, realizzato nel 2006 da Michel Hassan, con Esther Nubiola (Diane de Monsoreau), Thomas Jouannet (Bussy d'Amboise), Anne Caillon (la duchessa di Guise). Diffusione su France 2, il 26 agosto 2009.

Per approfondire

Bibliografia

  • Reader's Digest, Les château de la Loire. Merveilles de l'art et de l'histoire, 1997.
  • O. Desme de Chavigny, Les anciens seigneurs de Montsoreau, Tours, 1888.
  • Savette, Le château de Montsoreau, Bull. Soc. Letrres, Sciences et Arts Saumurois, No66, 1933.
  • Savette, Le château de Montsoreau, Bull. Soc. Letrres, Sciences et Arts Saumurois, No67, 1933.
  • M. Seignan, La garnison du château de Montsoreau, Bull. Soc. Letrres, Sciences et Arts Saumurois, No31, 1922.
  • Raimbault, Notice historique sur le château et la commune de Montsoreau, Répertoire archéologique de l'Anjou, 1965.
  • O. Guillot, Le comte d'Anjou et son entourage au XIe siècle, Paris, 1972.
  • J. Levron, La véritable histoire de la dame de Montsoreau, Paris, 1938.
  • A. Rhein, Montsoreau, Congrès archéologique de France, LXXVIIe session, 1910, Angers-Saumur.
  • D. Prigent, La pierre de construction et sa mise en œuvre, Paris, 2000.
  • R. Hardion, Une visite au château de Montsoreau, Tours, 1928.
  • V. Manase et D. Prigent, Le château de Montsoreau, Coll. Itinéraire du patrimoine, 1999.
  • M. Mollat, Les affaires de Jacques Cœur. Journal du procureur Dauvet, Paris, 1952-53.
  • M. Saché, L'escalier d'honneur du château de Montsoreau, Province d'Anjou, 1926.
  • J.-P. Babelon, Châteaux de France au siècle de la Renaissance, Paris, 1989.
  • M. Orhon, La première Renaissance dans la partie est de l'Anjou, mém. DEA, Paris IV, 1998.
  • E. Berger, Montsoreau, dans de Wismes, Le Maine et l'Anjou, t. 2, 1860.
  • Robida, La Touraine, 1892, réed. 1992.
  • V. Manase, Montsoreau romantique, 303, No58, 1998.
  • A. Salamagne, Archères mâchicoulis et tours dans l'architecture militaire du Moyen âge (XIIIe-XVe siècles) : éléments fonctionnels ou symboliques ?, Université du Maine, 2001.
  • E. Litoux, D. Prigent et J.-Y. Hunot, Le château de Montsoreau, Soc. F. Arch. Musée des Monuments Français, Paris, 2003.

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