La chiesa di San Pietro Martire è una delle chiese monumentali di Napoli; è, per antonomasia, la Cappella dell'Università di Napoli Federico II. Confina con l'omonimo chiostro, oggi sede della facoltà di Lettere e Filosofia della medesima università.
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La chiesa di San Pietro Martire è una delle chiese monumentali di Napoli; è, per antonomasia, la Cappella dell'Università di Napoli Federico II. Confina con l'omonimo chiostro, oggi sede della facoltà di Lettere e Filosofia della medesima università.
L'edificio venne fondato nel 1294 dagli Angioini e donato, dopo il completamento, ai Domenicani. Un primo restauro si ebbe nel 1343 e nel 1347 Giovanni Capano realizzò il portale marmoreo; negli anni 1423 e 1456 la chiesa venne restaurata nuovamente in stile rinascimentale a causa di un incendio (1423) e di un terremoto (1456).
Dopo circa un secolo fu avviata la la costruzione del chiostro e nel 1607 il frate-architetto domenicano Giuseppe Nuvolo restaurò un'ennesima volta il complesso con la creazione della cupola (1609) ad embrici maiolicati. Tra il 1632 ef il 1633, sotto la direzione degli ingegneri Pietro De Marino e Natale Longo, furono realizzati l'attuale portale marmoreo e lo spazio antistante. A Natale Longo si deve il primitivo progetto del campanile, che invece venne realizzato, nel 1655, da Francesco Antonio Picchiatti, quest'ultimo attivo nel cantiere dopo l'estromissione dei due ingegneri.
Un secolo dopo, cioè nel 1755, fu aperta una nuova sessione di cantieri seguti dal noto Giuseppe Astarita, mentre agli stucchi lavorò Giuseppe Scarola.
Nel XIX secolo si registra la soppressione del monastero con riconversione in fabbrica di tabacchi ed infine in Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 1943 il complesso monastico fu danneggiato a causa dei bombardamenti, ma nel 1953 fu restaurato dall'ingegnere Luigi Cosenza e un ulteriore restauro avvenne tra il 1978 e il 1983 sotto la direzione dell'ingegnere De Stefano, che riportò alla luce il primitivo impianto rinascimentale.
La facciata, che si apre sull'antistante slargo progettao nel Seicento, presenta partizione su due registri: il primo è racchiuso da un ordine di lesene composite, mentre al centro c'è il portale marmoreo che sostituisce quello del XIV secolo; il registro superiore, al cui centro s'apre il finestrone polilobato, è ornato con una decorazione in stucco del XVIII secolo.
L'interno, a croce latina con sette cappelle per lato, è caratterizzato da stucchi settecenteschi che celano la struttura quattrocentesca. La decorazione settecentesca presenta elaborate composizioni di stampo barocco. Notevoli sono l'altare e la cona, entrambi realizzate da Salomone Rapi, mentre la balaustra è del Lazzari, autore di una decorazione marmorea in una cappella. Qui sono conservate opere di Jacopo della Pila, Fabrizio Santafede, Andrea Falcone, Francesco Solimena, Giuseppe Marullo, Giacinto Diano, Barlomè Ordonez, Giovanni da Nola, Giovanni e Pacio Bertini. Nell'abside affreschi di Giacinto Diano e Sebastiano Conca.