La chiesa di San Zaccaria è un edificio religioso di Venezia situato poco distante da San Marco, nel sestiere di Castello, nel campo che da essa trae nome.
Chiesa antichissima risalente al IX secolo, all'origine dalla
città, fu luogo molto legato alla storia arcaica di
Venezia.
Fondata all'epoca del dogado di Angelo e Giustiniano Partecipazio, grazie alla generosa donazione del Basileus dei Romani Leone l'Armeno che inviò all'uopo il corpo di San Zaccaria e l'oro necessario all'edificazione dell'annesso monastero benedettino di clausura femminile. Alla messa di consacrazione nell'864 vi fu assassinato il doge Pietro Tradonico e qui vennero forzatamente tonsurati per farne monaci i dogi deposti nei tempi più antichi.
Il 28 maggio 1172 vi trovò la morte anche il doge Vitale II Michiel, assassinato a seguito della disastrosa spedizione in Oriente condotta nel corso della guerra con Bisanzio, che aveva visto l'armata devastata dal morbo, poi diffusosi anche alla città.
Sin dal 1200 era usanza per il Doge recarsi a far visita alla chiesa di San Zaccaria e all'annesso convento nel giorno di Pasqua, quale ringraziamento alla monache che avevano donato parte del loro brolo (orto) allo Stato per consentire l'ampliamento di Piazza San Marco e la costruzione della basilica. Durante tale ricorrenza il principe riceveva dalle monache la cuffia bianca da esse preparata perché la indossasse al di sotto del Corno Ducale.
La chiesa attuale è opera quattrocentesca di Mauro Codussi, a tre navate, con volte a crociera, presenta una facciata tripartita da colonne binate e aperta da numerose finestre, in numero decrescente dal basso verso l'alto, sovrastate dal grande timpano ad arco sormontato dalla statua di san Zaccaria.Le opere di decorazione in pietra sono dovute a Antonio Gambello e Luca Taiamonte.
Al suo interno le sepolture di molti dogi e opere di notevole tra cui una pala del 1505 opera del Bellini, Vergine col putto in trono, Santi ed Angeli musicanti e dipinti raffiguranti l' Adorazione dei Magi e l'Adorazione dei Pastori e la Visita annuale del Doge alla Chiesa nel giorno di Pasqua. Sulla parete interna della facciata vi sono quattro opere di Antonio Vassilacchi detto l'Aliense.
Шаблон:Curiosità Dal brolo delle monache di San Zaccaria deriva la moderna espressione italiana di broglio, in quanto ancora nella tarda Repubblica di Venezia con tale nome era ricordata una parte della piazzetta antistante il Palazzo Ducale nella quale solevano riunirsi i Barnabotti, membri della nobiltà impoverita, per mettere in vendita il proprio voto nel Maggior Consiglio.
, Museo del Louvre, Parigi]]