La cosiddetta Colonna di Ferro (o colonna di Ashoka), situata a Delhi (in India), è una colonna in ferro alta 7 metri e 21 centimetri dal peso di 6 tonnellate e di 41 centimetri di diametro, risalente almeno al 423 d.C.. Non presenta ruggine nonostante sia rimasta esposta per 1600 anni al clima monsonico. Fa parte del complesso di Qutb, inserito nel 1993 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Coordinate:
La cosiddetta Colonna di Ferro (o colonna di Ashoka), situata a Delhi (in India), è una colonna in ferro alta 7 metri e 21 centimetri dal peso di 6 tonnellate e di 41 centimetri di diametro, risalente almeno al 423 d.C.. Non presenta ruggine nonostante sia rimasta esposta per 1600 anni al clima monsonico. Fa parte del complesso di Qutb, inserito nel 1993 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Venne eretta probabilmente da Chandragupta II Vikramaditya (375 d.C. - 414 d.C.), durante l'impero Gupta che regnò sull'India settentrionale fra il IV e il VI secolo. Alla sommità si trova una statua di Garuda.
La colonna originariamente si sarebbe trovata in un luogo chiamato Vishnupadagiri (collina dell'impronta di Viṣṇu). La collina oggi viene identificata con Udayagiri, circa 50 chilometri a est di Bhopal.
Durante l'impero Gupta Vishnupadagiri era un centro di studi astronomici, grazie al fatto che la collina si trova sul tropico del Cancro.
La colonna nel suo luogo originario proiettava un'ombra, che al solstizio d'estate (21 giugno) cadeva nella direzione del piede di Anantasayain Vishnu (in uno dei pannelli che si trovano a Udayagiri)
Quando Qutb-ud-din Aibak distrusse i templi preesistenti per erigere il Qutb Minar e la moschea Quwwat-ul-Islam, la colonna di Ashoka venne lasciata intatta, e la moschea stessa vi si sviluppò intorno.
La colonna riporta un'iscrizione secondo la quale essa venne costruita in onore di Vishnu e in memoria del re Chandragupta II.
Deve la sua fama, oltre al valore archeologico, al fatto che per anni è stata considerata un OOPArt, ossia un oggetto inspiegabile nel suo contesto storico. La resistenza alla corrosione e all'ossidazione ha spinto a formulare ipotesi inconsuete riguardo alle tecniche produttive o alla provenienza del manufatto.
Le analisi di esperti dell'Istituto Indiano di Tecnologia, guidati dal professor R. Balasubramaniam, hanno dimostrato che si tratta di una particolare proprietà del metallo di cui è fatta, un ferro molto puro, con una percentuale insolitamente elevata di fosforo dovuta ad una particolare tecnica di fusione realizzata dagli artigiani del tempo. Il fosforo col tempo avrebbe favorito la formazione per catalisi di uno strato protettivo (δ-FeOOH) sulla superficie della colonna, un composto di ferro, ossigeno e idrogeno spesso 5 centesimi di millimetro in grado di proteggere il ferro dolce dall'aggressione dell'atmosfera.
Secondo i sostenitori della sua posizione "fuori dal tempo" tale effetto sarebbe voluto, dimostrando che gli artigiani dell'antica India sarebbero stati in possesso di una tecnologia metallurgica particolarmente avanzata.
La presenza di fosforo tuttavia non è dovuta a presunte superiorità tecnologiche, ma piuttosto all'utilizzo di materiali attualmente ritenuti più scadenti e meno costosi (come appunto la carbonella invece della calce) per realizzare le leghe ferrose. Questi elementi hanno la tendenza a rilasciare grosse quantità di impurità insieme al carbonio, che vanno a costituire minuscole quantità di elementi di lega nel metallo. Questi elementi, pur in concentrazioni piuttosto basse, possono alterare notevolmente le proprietà dei materiali.
Una delle teorie più curiose sulla collonna di Dheli è stata ipotizzata dallo scrittore e ricercatore Doug Yurchey di Los Angeles intervistato da Voyager - Ai confini della conoscenza, trasmissione andata in onda su RaiDue il 20 maggio 2009, secondo cui al mondo ci sarebbero 13 punti fondamentali, centri di altrettante civiltà molto più avanzate della nostra.
La mitica Atlantide sarebbe stata collegata con altri 12 centri mondiali tra cui Stonehenge, l'Isola di Pasqua, la Piramide di Giza e la Colonna di Ferro di Dheli.
« Secondo me la colonna era una futuristica Tesla coil, ovvero una bobina d'alta emissione che catturava l'energia elettrica dal terreno e la diffondeva nell'aria come una radio e il capitello è esattamente come la sfera in cima alla bobina ad alta tensione. L'energia è nella natura è come la forza che muove le bussole. Questa energia è concentrata in punti ben precisi e l'India è uno di quei punti. La colonna era una sorgente di energia senza fine che alimentava i Vimana, i veicoli volanti descritti negli antichi libri indiani »</div> | |
(Doug Yurchey, Voyager - Ai
confini della conoscenza, 20 maggio 2009)
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