Coo o Kos (in greco: Κως) è un'isola greca appartenente all'arcipelago del Dodecaneso, sita di fronte alla località turca di Bodrum, l'antica Alicarnasso, a circa 4 km dalla costa.
, considerato l'albero più vecchio d'Europa.]]
Misura circa 50 km di lunghezza per 12 km di larghezza nella parte più larga e vi vivono stabilmente circa 30.000 persone, di cui la maggior parte concentrate nel capoluogo omonimo dell'isola.
Oltre al capoluogo Coo, altri centri abitati dell'isola sono Kardamena, Kefalos, Tigaki, Antimachia, Mastichari, Marmari e Pyli, oltre ai più piccoli villaggi di Zia, Zipari, Platani, Lagoudi e alla comunità di Asfentiou, un centro composto da 5 villaggi oramai quasi del tutto abbandonati ai piedi del monte Dikeo, la cima più elevata dell'isola.
Sull'isola vi sono molti siti archeologici come l'Asclepeion, ovvero il tempio di Asclepio, dio greco della medicina, le terme, il Platano d'Ippocrate, dove l'omonimo passava il suo tempo a studiare considerato l'albero più antico d'Europa, l'odeon romano, il Castello di Neratzia, la fortezza medievale (ammodernata dai cavalieri Ospitalieri nel Rinascimento) posta all'ingresso del porto della cittadina di Kos e la fortezza di Antimachia.
Per gli amanti del mare ci sono molte spiagge da visitare. La parte settentrionale dell'isola è sempre battuta dal vento, ma ha fondali più cristallini rispetto invece a quella meridionale, con mare sempre calmo, acqua limpida ma fondale più scuro. Tra Kardamena e Kos ci sono le famose 'Thermes', delle piscine naturali di acqua caldissima e sulfurea. Andando in direzione di Kefalos si trova l'isola di Castri spesso visitata dai bagnanti che prendono il sole nella spiaggia di fronte.
Era famosa nell'antichità per aver dato i natali a Ippocrate, padre della medicina. Coo è seconda solo a Rodi per flusso turistico nel Dodecaneso.
Inizialmente abitata dai Cari, fu colonizzata dai Dori nell'XI secolo a.C. che la unirono alla Federazione ateniese sconfiggendo i Persiani due volte. Nel VI secolo a.C. fece parte dell'esapoli dorica (dal V secolo a.C. Pentapoli dorica). La città di Kos fu costruita nel 366 a.C. e presto divenne un porto prima dell'impero romano e quindi dell'impero bizantino. L'isola può vantare di aver ospitato lo storico bizantino Michele Coniata, dal 1204 al 1220, anno della sua morte, che era metropolita d'Atene, fuggito a causa dell'invasione dei Crociati della quarta crociata.
Conquistata dai Veneziani, l'isola fu quindi venduta ai Cavalieri di San Giovanni, già governatori della vicina isola di Rodi. Due secoli più tardi i Cavalieri lasciano l'isola e la cedono all'impero ottomano che la governa per i successivi 4 secoli.
Come le altre isole del Dodecaneso, fu occupata dall'Italia dal 1912. Nel 1933 un tremendo terremoto distrusse gran parte delle costruzioni che vennero in seguito ricostruite dagli italiani.
A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 la guarnigione italiana di circa 4.000 uomini unitamente a quella inglese fu improvvisamente attaccata via cielo e via terra dai tedeschi. Dopo 38 ore di combattimenti, sopraffatti dalla superiorità aerea e dall'armamento, le unità italiane ed inglesi si arresero ed i 103 ufficiali italiani catturati furono sommariamente fucilati dai nazisti per la colpa di aver scelto di rimanere fedeli al giuramento prestato "al Re ed alla Patria" ed alla disposizione di Badoglio di reagire ad ogni attacco.
Alla fine della guerra divenne un protettorato britannico fino al 1947, anno in cui passò sotto la sovranità greca (7 marzo 1948).
Il 6 ottobre del 1943, dopo lo sbarco aereo-navale tedesco a Coo e dei combattimenti che tra il 3 e il 4 avevano scompaginato le forze italo-britanniche, 103 ufficiali del 10º Reggimento di Fanteria “Regina” furono barbaramente uccisi dai militari della Wehrmacht. 66 corpi furono ritrovati in 8 fosse a Ciflicà, nei pressi di Linopoti, ma solo 37 furono identificati. Le salme ricuperate furono traslate dalla pietà di mani italiane dapprima nel cimitero cattolico della città e, quindi, nel Sacrario Militare di Bari nel 1954. Gli altri corpi non sono mai stati ritrovati ne', da allora, si è tentato di recuperarli, sebbene sia nota la zona ove essi ancora giacciono.
Del triste avvenimento non si è mai parlato in Italia per oltre cinquant'anni. Il giornalista Franco Giustolisi lo ha citato nel suo libro L'armadio della Vergogna, dopo la scoperta di un armadio contenente faldoni dimenticati contenenti incartamenti relativi a crimini compiuti durante la guerra da nazisti e da fascisti. Più diffusamente la storia è stata descritta nel libro Kos, una tragedia dimenticata di P. G. Liuzzi. Per anni i Reduci dell'Egeo si sono impegnati a che le Istituzioni Governative inserissero negli itinerari dei Luoghi della Memoria anche l'isola di Coo.
A sessant'anni dai fatti, a seguito dello scioglimento dell'Associazione dei Reduci dell'Egeo a causa dell'avanzata età degli iscritti, un gruppo di volontari italiani e greci si sta impegnando perché i Caduti di Coo siano ricordati con la dovuta dignità e il loro sacrificio non resti avviluppato nell'oblio. La Lapide Monumentale nel Cimitero Cattolico, edificata nel 1992 per volontà e con il contributo dei Reduci dell'Egeo e del comune di Kos, riporta i nomi in ordine alfabetico dei 103 ufficiali italiani fucilati.
Per raggiungere il campo dell'eccidio da Kos, dopo Zibari, voltare a destra per Tingachi e poi, al secondo incrocio, a sinistra per Marmari. Appena superato l'hotel Blue Sky si vede il rudere della casa di Papateodorakis. Il viottolo a destra porta alla Salina. Dopo la prima casa, a sinistra, un filare di innaffiatoi su paline bianche indica stranamente la direzione del campo con l'albero forcuto al di là della grossa quercia.
La Croce in legno con la placca, che riporta la dedica in memoria degli Ufficiali fucilati, è stata infissa nel campo delle Fosse dall'ottobre nel 2008. Un gruppo di volontari si sta adoperando affinché essa venga sostituita da un cippo maggiormente duraturo che ne perpetui nel tempo il ricordo.
Pietro Giovanni Liuzzi, Kos. Una Tragedia Dimenticata. Settembre 1943 - maggio 1945 , Edit@, Taranto, 2008.