La Diga di Ma'rib (Шаблон:Arabo) fu edificata per frenare le acque del Wadi Adhana (o Dhana) nella valle del Dhana, nelle colline di Balaq, in Yemen. Le attuali rovine sono quelle relative alla diga crollata nel VII secolo della nostra era. Costituisce una delle meraviglie ingegneristiche del mondo antico, rimasta peraltro ignota al mondo mediterraneo, ed è una delle principali ragioni della eccezionale fioritura della cultura sabea.
Il sito dell'antica Diga di Māʾrib è a monte (Sud-Est) dell'antica città di Māʾrib, l'antica capitale del Regno di Saba'a, ritenuta il leggendario reame della biblica Regina di Saba. Il Regno di Saba'a fu una prospera nazione commerciante che vantava il monopolio dei traffici dell'Incenso e di altre preziose spezie arabe ed etiopiche. I Sabei edificarono la diga per irreggimentare le precipitazioni delle periodiche piogge monsoniche provocate dalle vicine elevazioni montuose, così da irrigare le terre intorno alla città.
Recenti ritrovamenti archeologici suggeriscono che un semplice sbarramento di terra e una rete di canalizzazioni furono costruite già verso il 2000 a.C. La costruzione della prima diga di Māʾrib, unitamente all'avvio dei traffici dell'incenso, cominciarono in un periodo collocantesi tra il 750 a.C. e il 700 a.C., che richiesero un secolo all'incirca per essere completati (il Mukarrib Ali Yanuf bin Dhamar Ali ebbe il suo nome scolpito in parti della diga per ricordarne il completamento). Lo sbarramento era di terra compressa, di sezione triangolare, larga 580 m e alta 4 metri. Si sviluppava lungo due gruppi di rocce su entrambe le sponde del fiume ed era collegata alla roccia grazie a una sostanziosa opera muraria in pietra. Dalla diga l'acqua fluiva attraverso alcune chiuse soprastanti nella rete di canali che portava l'acqua ai campi. Il limo portato dall'acqua tendeva a ostruire le chiuse, rendendo necessaria una continua opera di riassetto ingegneristico dell'opera, che permettesse il regolare deflusso dell'acqua. Verso il 500 a.C. l'altezza della diga aveva raggiunto i 7 metri, col conseguente rafforzamento della diga stessa, conseguita con un maggior uso di pietre e rocce, che portò a due chiuse; una a meridione e una a settentrione.
Dopo la fine del Regno di Sheba, il controllo della diga cominciò ad essere assicurato verso il 115 a.C. dai Himyariti. Costoro effettuarono un restauro del manufatto, creando una struttura di 14 metri di altezza, con sostanziosi restauri delle chiuse meridionale e settentrionale. Questi profondi restauri non finirono prima del 325 e consentirono l'irrigazione di 100 km².
Malgrado il suo innalzamento, la diga conobbe numerosi danni e apertura di brecce (i maggiori incidenti datano agli anni 449, 450, 542 e 548) e il lavoro di manutenzione divenne sempre più complesso e oneroso. L'ultimo intervento certificato risale al 557. Nel 570, o 575, le chiuse della diga si ostruirono ancora una volta, in un modo che per quell'epoca risultò irrimediabile. La distruzione della diga è ricordata nel Corano e il susseguente collasso del processo irrigativo provocò l'emigrazione verso il settentrione arabico di oltre 50.000 persone. Una cifra enorme, vista la scarsità numerica della popolazione indigena dell'epoca.
Nel 1986 una nuova diga di 38 m d'altezza e di 763 m di lunghezza è stata completata sul fiume Dhana, creando un bacino della capacità di 398 milioni di metri cubi d'acqua. La diga è situata 3 km a monte delle rovine dell'antica diga di Māʾrib.