La parola araba ghuta arabo: الغوطة, al-ġūṭa , ossia l'oasi designa le terre coltivate che circondano la città di Damasco e costituiscono un'oasi nel deserto siriano.
L'acqua che irriga tale oasi viene essenzialmente dal Barada, un fiume che scende dall'Anti-Libano, scaturendo da una stretta spaccatura nella montagna. Il Barada è stato forzato per consentire l'irrigazione di tutta la piana circostante, mentre le acque residue evaporano e s'infiltrano nel sottosuolo di un lago acquitrinoso al limite del deserto, a E di Damasco, il Bahîra `Atayba arabo: بحيرة عتيبة, baḥīra ʿatayba .
Questi lavori idraulici risalgono ad epoche antiche. Il Barada fu deviato già dai Nabatei, dagli Aramei e dai Romani. L'estensione attuale di Damasco tende a rendere sterili sempre più le terre coltivabili intorno alla città. L'assenza attuale di nuove risorse idriche pone un grave problema a Damasco che dipende per l'agricoltura quasi solo dall'acqua del Barada. I progetti di captazione dell'acqua nel Golan sono stati abbandonati in seguito all'occupazione militare israeliana delle alture fin dal 1973.