Piazza Jamaa el Fna (in arabo: ساحة جامع الفناء jâmiʻ al-fanâʼ, o anche Jemaa el-Fnaa, Djema el-Fna o Djemaa el-Fnaa) è una piazza di Marrakech, attorno alla quale si sviluppa la Medina e potrebbe essere considerata il centro vitale e caratteristico della città. Confina a nord con il quartiere dei suq e ad est con la Qasba, mentre da sud-ovest è dominata dalla moschea della Koutoubia.
Non è nota l'origine di questa piazza né, con certezza, l'origine del nome Jāmiʿ el-Fnā (in arabo: جامع الفنا) che potrebbe significare l'assemblea del defunto come pure la moschea del nulla (jāmiʿ significa sia "moschea" sia "assemblea", mentre la parola fanāʾ indica l'"annichilimento"). In realtà entrambe queste differenti etimologie sono plausibili: se da un lato la piazza faceva parte di un progetto della dinastia Sadiana (mai concluso) relativo all'edificazione di una moschea, dall'altro nei secoli passati la piazza fu sede di esecuzioni capitali.
L'aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all'aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe ai datteri, alle spremute d'arancia, alle uova di struzzo etc.) e da "professionisti" dediti alle attività più svariate: le decorazioni con l'henné, chiromanti, erboristi, cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmie di Barberia incatenate etc..
Più tardi la piazza diventa più affollata e sopraggiungono danzatori Chleuh, cantastoria (i cui racconti sono in berbero o in arabo per un pubblico di gente del luogo), musicanti e maghi. Verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento.
A forma irregolare, la piazza si divide essenzialmente in due parti: la prima, più estesa, è rivolta verso la moschea della Koutubia, la seconda si trova nel lato nord e confina con i suq (mercati coperti, sempre ad uso dei marocchini più che per i turisti). La piazza inoltre è divisa in aree ben precise: dalla zona dei venditori di piante, a quella dei venditori di frutta secca e ancora a quella dei venditori di lumache ecc. Su alcuni lati ci sono hotel e cafè con terrazze, che offrono un rifugio dal rumore e dalla confusione della piazza.
Un tempo stazione per i bus, la piazza è stata chiusa al traffico all'inizio del terzo millennio e la sua pavimentazione è stata rifatta.
L'idea del progetto UNESCO riguardo ai Patrimoni orali e immateriali dell'umanità deriva dalla preoccupazione della gente per Jamaa el Fna. La piazza infatti è nota per la sua concentrazione attiva di attività tradizionali di cantastori, musicisti, ballerini, fachiri e incantatori di serpenti, ma era minacciata dalle pressioni dello sviluppo economico. In lotta per proteggere queste tradizioni, la gente locale chiese un'azione a livello internazionale per riconoscere il bisogno di proteggere questi luoghi e altre espressioni di cultura popolari e tradizionali.. L'UNESCO mira a far accrescere la consapevolezza dell'importanza di tale patrimonio, orale e intangibile, come una componente essenziali della diversità culturale:
« Lo spettacolo di Jamaa el Fna viene ripetuto quotidianamente e ogni giorno è differente. Tutto cambia - le voci, i suoni, i gesti, il pubblico che vede, ascolta, odora, assaggia, tocca. La tradizione orale è incorniciata da una molto più vasta - che noi possiamo chiamare intangibile. La piazza, come spazio fisico, protegge una ricca tradizione orale e intangibile. » |
(Juan Goytisolo in un discorso rilasciato all'incontro di apertura per la Prima Dichiarazione, 15 maggio 2001</small>) |
Poco prima di mezzogiorno, il 28 aprile 2011 un'esplosione all'interno del Café Argana nella piazza uccise 17 persone e ne ferì altre 25. Inizialmente si pensava a un'accidentale esplosione di gas, ma più tardi vennero tenuti responsabili dei "criminali" e dei "terroristi".