Il Kōraku-en (後楽園 Kōrakuen) è un giardino giapponese situato a Okayama, nell'omonima prefettura, considerato uno dei tre giardini del Giappone insieme al Kenroku-en di Kanazawa e al Kairaku-en di Mito.
Il giardino è stato realizzato dal daimyō (feudatario) Ikeda Tsunamasa e completato nel 1700. Nel corso dei successivi anni ha subito svariate modifiche fino a raggiungere la sua forma attuale nel 1863 con la sistemazione del lago centrale. Durante il XX secolo il Kōraku-en ha subito gravi danni; la successiva ristrutturazione del giardino si è protratta fino al 1967, quando tutti gli elementi sia naturali sia architettonici del giardino sono stati ripristinati.
Il Kōraku-en è noto soprattutto per sfruttare al meglio le tecniche paesaggistiche giapponesi dette kaiyū (回遊) e shakkei (借景), per aver introdotto alcune importanti innovazioni che poi diventeranno standard nei giardini giapponesi, e per la presenza delle rare gru tanchō (丹頂) portatrici di fortuna.
Il giardino è iscritto fin dal 1922 nell'elenco dei Siti paesaggistici del Giappone, e nel 1952 ha acquisito lo status di sito "speciale" che tutela i più importanti luoghi di eccezionale valore storico e artistico del paese.
Il Kōraku-en sorge sul retro del castello di Okayama, con cui è storicamente collegato. Il castello fu costruito a partire dal 1597 (Keichō 2) da Ukita Hideie, samurai e membro del Consiglio dei cinque reggenti organizzato dal daimyō Toyotomi Hideyoshi allo scopo di proseguire la sua politica dopo la sua morte, e sorge sul colle Okayama, che affaccia sul fiume Asahi e dà il nome alla città e all'intera zona. L'attuale ansa serpentina del fiume è artificiale: il percorso dell'Asahi fu deviato per usarlo come fossato del castello sulla parte nord-orientale, mentre sulla parte sud-occidentale furono scavati dei canali artificiali; la vistosa modifica innaturale del tracciato del fiume è la causa delle frequenti esondazioni a cui la zona è storicamente soggetta.
Durante il XVII secolo il governo del feudo di Okayama (comprendente le provincie di Bicchū e Bizen) passò dagli Ukita ai Kobayakawa e poi agli Ikeda (originari di Mino): il primo daimyō Ikeda a governare Okayama fu il capofamiglia Tadatsugu.
La costruzione del Kōraku-en è iniziata nel 1687 su iniziativa di Tsunamasa, quarto capofamiglia Ikeda a governare Okayama e nipote del fratello di Tadatsugu, allo scopo di avere uno spazio di relax per sé stesso e di accoglienza per i suoi ospiti. Tsunamasa diede incarico della realizzazione al suo vassallo Tsuda Nagatada (津田永忠), che era stato elevato al servizio di samurai presso la sua corte dal padre Ikeda Mitsumasa. Al tempo di Tsunamasa il titolo di "samurai", benché di valore militare, aveva già perso ogni connotato bellico dato che la dittatura militare dello shogunato Tokugawa manteneva una condizione di pace imposta nel Paese; i samurai svolgevano quindi attività intellettuali, burocratiche o amministrative per la loro provincia di residenza. Nagatada era fra questi samurai non combattenti e ha svolto principalmente attività architettoniche e ingegneristiche.
Il completamento del giardino richiese 13 anni, e nel 1700 era concluso nel suo progetto originale, che prevedeva aree naturali (prati, boschi, specchi d'acqua) ed edifici in legno (residenza, stanze da tè, padiglioni vari).
Nel corso dei secoli sono state messe in pratica svariate modifiche, la più vistosa delle quali è stata svolta dal diretto successore di Tsunemasa, suo figlio Tsugumasa, che nel 1743 concluse l'elevazione della collina Yuishinzan al centro del giardino modificandone fortemente il profilo. Le successive modifiche sono state di ordine molto meno invasivo, come ad esempio la progressiva modifica del perimetro del lago centrale, svolta in modo sufficientemente contenuto da non alterare la percezione originale dello spazio.
Il Kōraku-en è uno dei rarissimi giardini di daimyō di cui gli storiografi possono studiare l'evoluzioni sulle fonti primarie: l'archivio storico degli Ikeda è sopravvissuto fino al giorno d'oggi e conserva una grande quantità di documenti come disegni, progetti tecnici, lettere e libri paga esposti a rotazione tematica presso il locale Okayama City Museum. Lo studio delle mappe del giardino ha permesso di stilare una cronologia completa della storia del giardino e una identificazione puntuale dei suoi cambiamenti, possibilità estremamente rara in Giappone data la forte perdita di materiale documentario che ha afflitto il Paese per secoli in seguito agli incendi, particolarmente comuni data la tecnica costruttiva locale basata prevalentemente sul legno.
Nel 1884 gli Ikeda, ormai residenti nella nuova capitale Tokyo, vendettero il giardino alla prefettura di Okayama, che lo convertì in un parco pubblico; precedentemente la possibilità di accesso per la gente comune era concessa solo in specifiche occasioni e ricorrenze. Nel XX secolo il Kōraku-en ha subito forti danni quali la perdita di buona parte della flora originale, la morte delle gru cerimoniali tanchō, e la distruzione totale degli edifici in legno a seguito del tifone Muroto nel 1934 e del bombardamento aereo di Okayama nel 29 giugno 1945. La presenza dei documenti dell'archivio Ikeda ha comunque permesso la ricostruzione fedele sia del giardino sia delle strutture. Nel 1952 il Kōraku-en è stato designato come "Sito paesaggistico speciale", una categoria della legislazione giapponese che identifica e tutela quegli spazi a cui è stato riconosciuto un particolare valore artistico o paesaggistico.
Il nome originale del giardino era Go-kōen (御後園), dove go- (御) è un prefisso onorifico e kōen vuol dire "giardino sul retro", nel senso che è collocato sul retro del castello di Okayama.
Nel 1871 il daimyō Ikeda Akimasa decise di aprire il giardino al pubblico, e per l'occasione lo rinominò col suo attuale nome di Kōraku-en. Il nuovo nome vuol dire "giardino del piacere dopo (il dovere)": il suffisso -en (園) vuol dire giardino, mentre i primi due ideogrammi kō- (後) e raku (楽) significano "dopo" e "gioire" e sono tratti dalla massima di Confucio «Prima ci si intristisce con la tristezza in Terra, poi si gioisce delle gioie della Terra» (天下の憂いに先立って憂い、天下の楽しみに後れて楽しむ), semplificata in lingua giapponese in «sen'yū kōraku» (先憂後楽 "prima la tristezza, poi la gioia") e pressoché equivalente al modo di dire italiano "prima il dovere e poi il piacere".
La rinominazione del giardino da Go-kōen a Kōrakuen deriva probabilmente dalla volontà del daimyō Ikeda di omaggiare l'omonimo giardino di Tokyo Koishikawa Kōrakuen di proprietà del Clan Tokugawa, cioè della famiglia dello shōgun, che possedeva quel nome fin dalla fondazione del 1629.
Il Kōraku-en è collocato sulla riva nord del fiume Asahi, su un'isoletta artificiale a forma di tomoe (巴 "a forma di virgola") e divisa dal resto della città da un canale costruito per definire l'area del giardino e approvigionarlo d'acqua. All'interno di quest'area lo spazio è distribuito nello stile detto kaiyū (回遊 "andare in giro in tondo"), che consiste nel disegnare dei sentieri intorno ad uno specchio d'acqua centrale in modo tale che, ogni volta che il sentiero curva in una nuova direzione, lo spettatore si trova di fronte un paesaggio volontariamente composto in una certa maniera (solitamente ricostruzioni di paesaggi esistenti o scene descritte in poesie famose) grazie all'uso dei quattro elementi standard dei giardini giapponesi, ovvero acqua, rocce, crescita delle piante e oggetti del paesaggio. Il lago centrale Sawa-no-ike, infatti, è composto da acqua (il lago), rocce (le isole), crescita delle piante (pini dalla forma modificata dall'uomo) e oggetti del paesaggio (ponte e stanza da tè) in modo da replicare un famoso paesaggio sul lago Biwa, vicino a Kyoto.
La cronologia riporta gli anni sia secondo il calendario gregoriano sia secondo le ere giapponesi, cioè con il nome post-mortem dell'imperatore al tempo in carica, secondo la stessa pratica in uso presso gli antichi romani.
Tutti gli edifici originali del Kōraku-en sono andati perduti in calamità naturali, guerre o incendi: dove non diversamente specificato, gli edifici attuali sono ricostruzioni di quelli originali. Per maggiori informazioni, consultare il paragrafo Edifici.