Il Monastero di Santa Caterina o Monastero della Trasfigurazione o in greco Μονὴ τῆς Ἁγίας Αἰκατερίνης è un monastero del VI secolo situato ai piedi del monte Sinai in Egitto, alla foce di canyon inaccessibile. Dedicato a Santa Caterina d'Alessandria, è il più antico monastero cristiano ancora esistente. Nel 2002 è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per la sua architettura bizantina e perché luogo sacro per tre grandi religioni: cristianesimo, Islam ed ebraismo. Il monastero conserva inoltre una vasta collezione di manoscritti e icone antichissimi. In particolare possiede la più vasta biblioteca di testi antichi bizantini dopo quella della Città del Vaticano: la più grande e la meglio conservata oggi.
Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, nel 328, fece costruire una cappella nel luogo dove, secondo la tradizione, Mosè parlò con Dio nell'episodio biblico del roveto ardente Шаблон:Passo biblico).
Fra il 527 e il 565 l'imperatore Giustiniano I accanto alla cappella fece costruire il monastero, il cui nome originale era Monastero della Trasfigurazione, successivamente fu chiamato Monastero di Santa Caterina perchè poco distante da esso, in una grotta sul monte Sinai, attorno all'800, i monaci ritrovarono il corpo di santa Caterina d'Alessandria, che dopo il martirio avvenuto per decapitazione, perché la ruota alla quale era stata legata si era rotta, era stato trasportato sul Sinai dagli angeli. Queste reliquie furono portate all'interno del monastero e divennero oggetto di culto per i numerosi pellegrini che accorrevano. Giustiniano circondò il monastero con mura possenti per difenderlo dai predoni. Lo fornì anche delle prime icone, risalenti al V-VI secolo e realizzate con la tecnica dell'encausto, tra cui:
Nel monastero è conservato un documento, di pugno di Maometto, con cui accordava protezione al monastero, perché all'interno di esso era stato accolto e protetto dai nemici. In virtù di questo documento il monastero sopravvisse alla dominazione araba, anche se i monaci erano stati dispersi. All'interno delle sue mura fu costruita una moschea, che però non venne mai aperta al culto, perché, per errore, non era stata orientata verso la Mecca.
Durante il VII secolo i monaci furano dispersi, ma il monastero sopravvisse perchè ben protetto dalle mura possenti. L'unico accesso attraverso esse è una piccola porta.
Esso ha una grande importanza, perchè contiene la seconda più grande raccolta di codici e manoscritti del mondo, superato solo dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. In esso si trovano più di 3.500 volumi in greco, copto, arabo, armeno, ebraico, georgiano, siriaco e altre lingue. Inoltre in esso si trovano opere d'arte uniche, tra cui mosaici, icone russe e greche, paramenti religiosi, calici e reliquiari.