Il Monastero di Soloveckij (in lingua russa Соловецкий монастырь, Soloveckij Monastyr') è situato sulle isole Soloveckie nel Mar Bianco, in Russia. Conserva importanti opere architettoniche risalenti al XVI secolo.
Venne fondato da due monaci provenienti dal Monastero di Kirillo-Belozersky, desiderosi di imitare i padri del deserto egiziano. Alla ricerca di un luogo lontano dal mondo, scelsero le isole vicine al Circolo polare artico e vi si stanziarono alla metà del XV secolo.
Sull'isola principale, Bol'šoj Soloveckij, costruirono alcune chiese e gli edifici necessari per la vita comune e poi circondarono il complesso con alte mura. Sulle cinque isole minori eressero chiese più piccole ed eremi.
Dalla fine del XVI secolo l'abazia era diventata uno dei centri religiosi più importanti della Russia.
L'attuale roccaforte e le principali chiese vennero costruite in pietra durante la prima parte del regno di Ivan IV Il Terribile, dietro richiesta del vescovo metropolita di Mosca, Filippo II. Al momento dello scisma della Chiesa Ortodossa russa i monaci fedeli alla precedente religione cacciarono i rappresentanti dello zar dalle isole, provocando l'assedio di otto anni da parte dell'esercito di Alessio I.
(stampa popolare) del 1868]]
Durante il periodo imperiale russo il monastero fu rinomato come fortezza. Riuscì infatti a respingere gli attacchi stranieri durante la prima guerra del nord (sedicesimo secolo), il periodo dei Torbidi (diciassettesimo secolo), la guerra di Crimea (diciannovesimo secolo) e la guerra civile russa (ventesimo secolo).
Dopo l'instaurazione della dittatura comunista in Russia (1917-18), i monaci vennero cacciati e gli edifici sacri profanati; la stessa cattedrale fu trasformata in dormitorio.
Data la sua costruzione che impediva ogni possibilità di fuga, il monastero divenne sede di un "campo di detenzione" nel 1921, mentre Lenin era ancora a capo della Russia Sovietica. Fu trasformato in prigione (gulag) nel 1929 e chiuso dieci anni dopo, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Sfruttando la posizione strategica delle isole, all'inizio della guerra il governo sovietico le trasformò in base navale per la flotta settentrionale. Secondo lo storico Jurij Brodski, nel gulag morirono 10 mila persone.
All'indomani della caduta dell'URSS, il terreno su cui sorge l'ex campo di lavoro venne restituito alla Chiesa ortodossa, mentre gli edifici dell'ex gulag rimasero di proprietà dello Stato, che ne ha ceduto alcuni in concessione ai monaci. Ogni anno circa Шаблон:Citazione necessaria nei luoghi sacri delle isole Soloveckie.