Nido dell'Aquila

Il Nido dell'Aquila, noto anche come Kehlsteinhaus (in tedesco Casa sul Kehlstein) è un rifugio alpino della Germania, situato nell'Obersalzberg delle Alpi bavaresi di Berchtesgaden a una ventina di chilometri dalla città austriaca di Salisburgo.

In origine l'edificio era compreso nella proprietà della scomparsa Berghof, nota per essere stata la sottostante residenza privata di Adolf Hitler e con la quale spesso erroneamente lo si identifica. Completato nell'agosto del 1938 in poco più di un anno da una squadra di circa duemila persone e costato circa 30 milioni di Reichsmark, fu offerto in dono a Hitler per il suo cinquantesimo compleanno. Tuttavia il Führer utilizzò assai poco la struttura, se non per alcuni incontri diplomatici, preferendo pertanto soggiornare alla vicina Berghof.

Cenni storici

L'idea di realizzare un edificio sulla cima del Kehlstein nacque nel 1936 dal segretario personale del Führer Martin Bormann. Egli, con l'ausilio dei membri del partito, ottenne l'autorizzazione e i necessari finanziamenti per far costruire l'edificio, che venne ufficialmente offerto in dono a Hitler il 20 aprile del 1939 in occasione del suo cinquantesimo compleanno.

Progettato dall'architetto Roderich Fick, l'edificio fu completato in soli quattordici mesi da una squadra di circa duemila addetti diretti dall'ingegner Fritz Todt e con una spesa complessiva di circa 30 milioni di Reichsmark, diventando un'estensione della sottostante villa denominata Berghof. Il nome originario Kehlsteinhaus venne suggerito dalla montagna nominata Kehlstein sulla quale venne realizzato l'edificio, tuttavia fu inizialmente noto come D-haus, ovvero Diplomatenhaus, nome in seguito storpiato in Tee-haus. Il soprannome Eagle's nest fu invece coniato il 19 settembre 1938 dal noto giornalista britannico George Ward Price durante una visita in compagnia di Hitler, Goebbels e Bormann e forse già menzionato dall'ambasciatore francese André François-Poncet, ricevuto in visita il giorno precedente, per le caratteristiche orografiche del luogo ma sicuramente in chiaro riferimento all'antico simbolo della Germania e del Nazionalsocialismo, che è appunto un'aquila.

Tuttavia i dettagli sull'edificio non furono mai resi pubblici, anche per una scelta strategica a tutela dell'immagine del Führer che comunque non utilizzò il Nido dell'aquila per scopi militari, bensì come luogo dove il Reichskanzler svolse soltanto alcune riunioni e incontri diplomatici, tra cui quello in cui ospitò il ministro degli esteri italiano Galeazzo Ciano nel 1939 e quello del 17 ottobre 1940, in cui ebbe come ospite la principessa Maria José.

Malgrado il pieno svolgimento del conflitto, nel giugno del 1944 il Nido dell'aquila fu anche luogo di ricevimento del matrimonio tra l'ufficiale delle SS Obergruppenführer Hermann Fegelein e Gretl Braun, sorella della compagna di Hitler, Eva Braun, che invece amava trascorrere lunghi periodi di villeggiatura presso la Kehlsteinhaus.

Un breve elenco dei soggiorni ufficiali di Hitler si può riassumere come di seguito:

Cronologia delle visite ufficiali
18, 19 settembre 1938
16, 17, 18, 21, 23, 24 ottobre 1938
4 gennaio 1939
20, 21 aprile 1939
15 luglio 1939
11, 12 agosto 1939
17 ottobre 1940

Complessivamente l'edificio fu poco frequentato dal Führer e la sua presenza si diradò dopo lo scoppio del conflitto poiché non venne più ritenuto un luogo sufficientemente sicuro e forse anche per alcuni disturbi di vertigini di cui notoriamente soffriva lo stesso Hitler. Successivamente il Führer e il suo seguito preferirono stabilirsi in rifugi segreti più sicuri come la Tana del Lupo o il Führerbunker di Berlino, pur tuttavia frequentando ancora la vicina Berghof. Il Nido dell'Aquila, infatti, risultava evidentemente molto esposto ai fenomeni atmosferici come i fulmini ma anche troppo vulnerabile ad eventuali attacchi aerei nemici, sprovvisto di un rifugio antiaereo e dotato di una sola via di fuga alquanto ripida.

Ciononostante, nella fase finale del conflitto l'edificio scampò ai massicci bombardamenti angloamericani che invece distrussero la Berghof e venne occupato dalle truppe della 3ª Divisione di fanteria, della 101ª Divisione Aviotrasportata statunitense e della 2ª Divisione corazzata francese.

Dopo l'occupazione alleata, fino al 1953 la struttura fu utilizzata come fortezza militare dagli alleati ma in seguito venne ufficialmente riconsegnata al governo della Baviera. Come avvenne per la Berghof, anche questo edificio fu subito destinato alla demolizione ma dopo la creazione della Fondazione Berchtesgadener Land, nel 1954 il governo locale decise di trasformarlo in rifugio alpino e diede in gestione la struttura all'ente turistico di Berchtesgaden, che tuttora lo gestisce e devolve parte dei proventi alla fondazione per finanziare iniziative e attività culturali della zona.

Caratteristiche

Situato a un'altitudine di 1.820 metri, a soli tre chilometri dal paese di Berchtesgaden, il rifugio è posto ai confini con l'Austria da cui si domina tutta la Baviera e il Salisburghese ed è sulla cima del Kehlstein, montagna che domina la sottostante area della scomparsa Berghof.

È raggiungibile mediante la Kehlsteinstraße, una strada lunga 6,5 km ad un solo tornante che, partendo dalla località di Hintereck a pochi metri dal Centro di Documentazione sul Nazismo realizzato sulle stesse macerie della Berghof, supera un dislivello di circa 700 metri anche tramite l'attraversamento di cinque gallerie stradali, di cui una di circa 150 metri di lunghezza; completata in un solo anno, la strada originariamente fu anche dotata di apposite cabine telefoniche poste a margine a distanze ravvicinate per poter comunicare con il Reichskanzler in caso di necessità. Quest'unica strada è chiusa al traffico per via della sua ripidità e della scarsa larghezza ed è percorribile soltanto dalle navette del servizio locale che terminano la loro corsa nel piazzale antistante l'accesso al rifugio.

Esso consiste in una galleria pedonale illuminata di 124 metri di lunghezza e 3 di altezza scavata nella roccia granitica e completamente rivestita di conci in pietra che conduce ad un ascensore Otis risalente al periodo della costruzione realizzato in ottone e bronzo, con sedili in cuoio verde e specchi, per favorirne l'accesso a Hitler che soffriva anche di claustrofobia. Esso percorre gli altrettanti 124 metri di dislivello fino alla cima in soli 41 secondi e il tratto finale della tromba dell'ascensore è rivestito in marmo rosso di Levanto che fu offerto da Mussolini.

L'edificio è stato costruito sulla cima della vetta opportunamente spianata e prevalentemente realizzato con legname e materiale roccioso reperiti sul luogo. La struttura si sviluppa su un'area di circa 1.040 metri quadrati e gli interni, che originariamente furono disegnati dal celebre architetto ungherese Paul László, ospitano una decina di ambienti in stile rustico con soffitti lignei. In una delle due grandi sale ottagonali sovrapposte è ancora presente un camino realizzato con il medesimo marmo rosso ricevuto in dono da Mussolini e, allo stesso piano, vi è una lunga terrazza con portico che affaccia sulla valle sottostante.

Negli anni cinquanta l'edificio è stato profondamente rimaneggiato e ampliato pur mantenendo alcuni dettagli architettonici, per essere trasformato in rifugio alpino con annesso ristorante e un'ampia terrazza da cui si gode il vasto panorama sul Königssee e sul Watzmann, la seconda vetta più alta della Germania.

Il rifugio è chiuso nei mesi invernali e riapre tra aprile e maggio.

Bibliografia

  • F. M. Beierl: Geschichte des Kehlsteins. Ein Berg verändert sein Gesicht. Plenk, Berchtesgaden 1994, ISBN 3-922590-81-0
  • Michael E. Seerwald: Hitlers Teehaus am Kehlstein. Gipfel der Macht? Geschichte in Bildern und Dokumenten. Beierl, Berchtesgaden 2007, ISBN 978-3-929825-06-0
  • P. Guido, Il Berghof di Hitler e la sua Tea house, ISEM, Milano, 2ª Edizione, 2013, ISBN 978-88-87077-07-0
  • D. J. Cadwell: Hitler's War and the War Path, Focal Point Publications, Londra, 2002, ISBN 978-1-872197-10-4

Voci correlate

  • Berghof
  • Seebad Prora

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Consigli e suggerimenti
Organizzato da:
Tomas Novotny
22 october 2016
Plan your time well. The bus leaves every 30min and you will spend at E.N. at least 2 hrs. One common miss understanding - Hitter's private house in situated in the valley, it's not the E.N.
Thomas Chandler
20 october 2014
There's no connection, so check in when/where you can. The views are stunning, and the surrounding countryside is beyond beautiful. Be sure to enjoy the bus ride up, and the brass lift experience.
Phat Buoy
25 september 2014
The bus ride to the top is both unnerving and spectacular - just adds to the drama. Very weird going up in the lift then looking round and thinking about the historical significance of here.
Who Cares
27 agosto 2018
Bayern's nr 1 tourist spot during summer. To avoid crowds take one of the first busses at 8:30. You'll have the place to yourself. Read ahead on the historic significance so you see details better.
Stephanie Tran
25 september 2017
Amazing views. Road from Muenchen takes you in and out of Austria to get to the Eagle's Nest. Highways in Austria - TOLL STICKER REQUIRED. FINE IS EUR120 (US$142). Sticker is EUR10 at gas station.
Zoltán Gyurácz
18 june 2015
Breathtaking views, fresh air and blackbirds close to you. Beautiful surroundings. Worth the visit.
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