Norcia è un comune di 4.987 abitanti della provincia di Perugia.
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default desc none</imagemap> Norcia |
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Umbria | ||||||||
Provincia: | Perugia | ||||||||
Coordinate: | Coordinate: | ||||||||
Altitudine: | 604 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 274,34 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 18,17 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Vedi elenco | ||||||||
Comuni contigui: | Accumoli (RI), Arquata del Tronto (AP), Cascia, Castelsantangelo sul Nera (MC), Cerreto di Spoleto, Cittareale (RI), Montemonaco (AP), Preci | ||||||||
CAP: | 06046 | ||||||||
Pref. telefonico: | 0743 | ||||||||
Codice ISTAT: | 054035 | ||||||||
Codice catasto: | F935 | ||||||||
Nome abitanti: | nursini | ||||||||
Santo patrono: | San Benedetto | ||||||||
Giorno festivo: | 21 marzo, 11 luglio | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
Visita il |
Norcia è un comune di 4.987 abitanti della provincia di Perugia. La cittadina è posta ad una distanza di 96 km dal capoluogo umbro, a circa 600 m s.l.m. e al limitare nord dell'altopiano di Santa Scolastica, un pianoro di origine tettonica collocato nel cuore dell'Appennino umbro-marchigiano ed inserito nel comprensorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Per approfondire, vedi la voce Stazione meteorologica di Norcia. |
Dal punto di vista geografico e naturalistico Norcia è collocata nel punto di raccordo di due realtà paesaggistiche assai diverse ma contigue: la Valnerina, ovvero il comprensorio della stretta valle fluviale scavata dal fiume Nera e dai suoi affluenti, con le sue pendici montane scoscese ricoperte di vegetazione a foglia caduca, e i Monti Sibillini, la zona montuosa di origine tettonica caratterizzata da vette in grado di raggiungere e superare i 2000 metri di altezza, con pendii erbosi o ricoperti da faggete, arrotondati dalla azione glaciale e eolica, all'interno della quale si aprono vasti altopiani carsici sfruttati per il pascolo di bovini e di greggi e ricchi di specie floreali montane tra le quali l' artemisia, l'anemone, la genziana e il giglio martagone.
I boschi che circondano la valle sono popolati dal capriolo, dal gatto selvatico e dallo scoiattolo mentre negli anni passati, grazie ad opere di ripopolamento, ha potuto fare la sua ricomparsa anche il cinghiale. Nelle faggete di alta montagna sono segnalati alcuni piccoli branchi di lupo appenninico, che vivono però in difficile equilibrio con la presenza umana legata soprattutto alla pastorizia, ampiamente praticata nella zona. Rara ma presente l'aquila reale, mentre sono relativamente frequenti le specie del falco pellegrino, del picchio rosso e del picchio muraiolo.
Nelle acque del Lago di Pilato, un piccolo bacino lacustre dal livello variabile, alimentato dallo scioglimento nevoso, posto in una conca glaciale in prossimità della cima del Monte Vettore, vive una specie endemica di crostaceo: il Chirocefalo del Marchesoni.
I fenomeni carsici sono assai frequenti e in prossimità del centro urbano, a ridosso delle mura cittadine, danno luogo a delle risorgive localmente denominate Marcite, ovvero zone in cui l'acqua, raccolta e ridistribuita attraverso un razionale sistema di canali, allaga in maniera continuativa e controllata per lunghi periodi dell'anno ampie zone di terreno, consentendo la raccolta di un fieno abbondante.
In alta montagna il fenomeno si manifesta con la presenza di numerosi inghiottitoi che, soprattutto nella parte meridionale dell'altopiano del Castelluccio, sono ben visibili per estensione e morfologia.
L'altopiano del Castelluccio è costituito da un sistema di diversi bacini glaciali svuotatisi in era geologica in seguito ad una serie di sconvolgimenti tettonici. L'altopiano si sviluppa su una direttiva Nord-Sud per una lunghezza complessiva di circa 20 km e prende il nome dal piccolo centro abitato che occupa una delle sue sommità calcaree marginali. Il Pian Grande rappresenta l'altopiano di maggiore estensione (circa 15 km quadrati): ad esso si aggiungono degli altipiani minori (Pian Piccolo, Pian Perduto, Quarto San Lorenzo e il Pian dei Pantani). Nella tarda primavera l'altopiano è teatro di un particolare fenomeno naturale denominato Fioritura e dovuto appunto alla fioritura contemporanea di decine di specie floreali diverse che danno luogo ad un tappeto multicolre che ricopre tutta la valle.
Tracce di insediamenti umani nella valle risalgono al Neolitico, mentre è testimoniata con certezza una presenza umana continuativa a partire dal VIII secolo a.C. La fondazione della città risale probabilmente al V secolo, per opera dei Sabini, che a Norcia, nella zona oggi identificata con il toponimo di Capo la terra, collocano l'avamposto più settentrionale del territorio da essi controllato. Probabilmente il nome Norcia deve essere posto in relazione con il nome etrusco Northia della dea Fortuna romana.
La città è conquistata dai Romani all'inizio del III secolo a.C., ottiene la cittadinanza romana nel 268 a.C., venendo aggregata alla tribù Quirina, ed è alleata di Roma nella guerra contro Cartagine. Diviene nel II secolo a.C. prima Prefettura e quindi Municipio nella IV Regione Sabina. Nella guerra civile che vede Ottaviano contrapposto ad Antonio Norcia si allea con quest'ultimo e ne condivide la sorte all'indomani della sconfitta patita ad opera del futuro primo imperatore. Publio Virgilio Marone cita Norcia del VII libro dell'Eneide, attribuendogli le origini di Ufente, alleato del re Turno contro i troiani. Con l'ascesa al potere dell'imperatore di origini sabine Vespasiano, nella seconda metà del I secolo d.C., Norcia, diviene la provincia romana Nursia Valeria. La sua fama in questo periodo è legata ai prodotti della campagna, alla rigidità del clima (che le valse l'epiteto virgiliano di frigida), e a quella dei suoi figli più illustri (Nursina duritia), con il generale repubblicano Sertorio in prima fila e la madre dell'imperatore Vespasiano, Vespasia Polla. Nel 250, la città ospita il vescovo folignate san Feliciano che la converte al Cristianesimo e diventa sede di una importante diocesi già a partire dal IV secolo.
Con la decadenza dell'Impero Romano d'Occidente e le invasioni che ne conseguono ad opera delle popolazioni barbariche, Norcia viene a più riprese saccheggiata e devastata prima dai Goti e quindi dai Longobardi che nel 572 la sottomettono e la assoggettano poi al Ducato Longobardo di Spoleto. Proprio in questo periodo, alla fine del V secolo, Norcia vede la nascita del suo cittadino più illustre, San Benedetto fondatore del monachesimo occidentale. (Francesco Sparapane, XVI secolo)]]
Nonostante la sua collocazione in una regione montuosa e non facilmente accessibile la cittadina umbra subisce ripetuti attacchi da parte di pirati Saraceni all'inizio del IX secolo.
Durante l'alto Medioevo Norcia attraversa un periodo di profonda depressione e decadenza economica che la vedono quasi soccombere sotto il peso di un elevatissimo tasso di emigrazione e di un alto indice di mortalità, tanto che nell'890 la città viene abbandonata dalla popolazione. All'inizio del IX secolo un colonia di Franchi si stabilisce nella pianura nursina, a quel tempo pressoché completamente spopolata.
L'agricoltura autarchica di sopravvivenza caratteristica di questo periodo storico determina lo sviluppo dell'allevamento del maiale la cui carne, lavorata e rivenduta ai centri urbani vicini, diviene un importante mezzo di sostentamento e di scambio per i contadini della zona, altrimenti privi di altre risorse fondamentali.
Nel corso di tutto il Medioevo Norcia è città guelfa subordinata al dominio papale ma riesce comunque a costituirsi in libero comune all'inizio del XII secolo e a vivere un periodo di relativa floridezza economica. Particolarmente interessante e meritevole di citazione è il connubio che si instaura in questo periodo tra la città e la abbazia benedettina di Sant'Eutizio, collocata nel territorio della odierna Preci. Connubio che tra l'altro da luogo alla nascita della cosiddetta Schola Chirurgica nella quale le conoscenze anatomiche dei monaci si fondono con le conoscenze empiriche e le pratiche chirurgiche che gli allevatori nursini sono in grado di svolgere con successo sui suini. La scuola chirurgica nursina viene riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa che autorizza un esiguo gruppo di persone, provenienti da alcune famiglie locali, a eseguire interventi chirurgici fino ad ora esclusivamente praticati da religiosi.
Tra il 1200 e il 1300 Norcia è impegnata in continui conflitti con le vicine città di Amatrice e Arquata del Tronto, alleate di Ascoli, che nel 1255 portano Norcia a stipulare il trattato di cessione dei territori di Arquata del Tronto, Accumoli, Tufo, Rocchetta e Capodacqua ad Ascoli.
All'inizio del 1300, Norcia consolida la sua influenza economica e il suo prestigio politico che la vedono, insieme con Visso, ricoprire il ruolo di principale centro urbano nella regione montuosa che la circonda. Vengono costruite delle mura di difesa ma la vicinanza della potente Spoleto la costringe ad una conflittualità costante che alla fine mina irreparabilmente le prospettive di sviluppo e di potere politico.
Nel 1354 è definitivamente assoggettata alla Chiesa, ma già nel 1324 a causa di un catastrofico terremoto che distrugge la maggior parte degli edifici pubblici e privati provocando numerose vittime, Norcia subisce un colpo di grazia definitivo alle sue ambizioni territoriali.
Nel tardo Rinascimento, i pontefici assegnano a Norcia la sede di una Prefettura Pontificia con giurisdizione su gran parte dei territori montuosi circostanti, posti da una parte e dall´altra del versante appenninico, consolidano a scopo difensivo la cinta muraria che a tutt'oggi cinge, pressoché intatta, l'antico centro abitato e erigono, su disegno del Vignola, la fortezza detta della Castellina che con il suo stile sobrio ma elegante, domina la piazza centrale della città dedicata a san Benedetto.
Nel corso del XVII secolo Norcia, fortemente vincolata a Roma da una forte dipendenza politica ed amministrativa, vive un interessante periodo di vivacità artistica e culturale, come riflesso allo splendore barocco che le corti papali inaugurarono sulle rive del Tevere in quel periodo infatti si intensificano gli scambi culturali con altre città della penisola e alcuni artisti di fama giungono a Norcia per dipingervi alcune opere. Sorge una accademia letteraria, vengono aperte delle scuole e fondato un teatro e la città si popola di chiese, conventi e monasteri.
]] Nel corso del XVIII secolo la città è nuovamente sconvolta da una serie di terremoti catastrofici che ne sconvolgono l'assetto urbanistico. La ricostruzione che si rende necessaria cancella in gran parte la personalità medioevale della cittadina umbra e imposta la struttura tipicamente ottocentesca che è oggi visibile in gran parte del centro storico.
Norcia, fortemente e tradizionalmente filo-papale, respinge dapprima in armi un tentativo di instaurare nella zona un governo filo-francese nel 1798 ma viene successivamente inclusa nella Repubblica che sotto il dominio napoleonico, controlla Italia centrale sino alla Restaurazione, che ristabilisce il potere pontificio sulla regione.
Il 1859 è teatro di un nuovo devastante terremoto che, secondo quanto riportato dal sito ufficiale del comune di Norcia, distrugge 600 edifici sui 676 esistenti. L'amministrazione pontificia impone da quel momento delle rigide norme che proibiscono di elevare nella città edifici oltre i tre piani di altezza e prescrivono l'impiego di particolari materiali da costruzione.
Nel 1860, all'indomani dei plebisciti di annessione, Norcia si unisce al nuovo Regno d'Italia ma con l'avvento del XX secolo la città vive uno dei momenti economici più difficili. L'agricoltura tradizionale non riesce a sostenere la concorrenza delle agriculture intensive già pre-industriali e le campagne vivono nuovamente un periodo di forte emigrazione in diverse direzioni: verso gli Stati Uniti dove, tra Pennsylvania e Ohio, si stabiliscono colonie numerose di Nursini e soprattutto verso Roma dove gli esperti artigiani nell'arte della lavorazione del maiale impiantano e gestiscono numerose attività commerciali nel settore, il cui nome, norcineria, è fortemente evocativo.
Il fenomeno migratorio prosegue per gran parte del secolo e porta ad un progressivo spopolamento delle campagne e delle piccole frazioni che circondano la cittadina. Negli ultimi mesi del II conflitto mondiale, tra la fine del 1943 e l'estate del 1944, la cittadina nursina, unitamente ad altre località limitrofe e al territorio montuoso che la circonda, diviene teatro di aspri combattimenti che contrappongono le truppe tedesche di occupazione alla Brigata Garibaldina Antonio Gramsci, l'unità partigiana operante nella zona.
L'ennesimo terremoto (1979), che provoca il crollo di alcune cavità sotto l'area cittadina facendo sprofondare numerose case sotto il loro peso, sconvolge ulteriormente il territorio e causa seri danni a tutto il patrimonio artistico e alla gran parte degli edifici privati, ma il piano di risanamento e di ricostruzione che prende il via negli anni successivi e si protrae per tutti gli anni ottanta, seppur tra polemiche politiche violentissime e denunce alla magistratura per casi di corruzione e clientelismo, porta ad una rinascita economica della zona, con l'avvio di una piccola attività industriale, l'abbandono della attività agricola di sussistenza e soprattutto con la promozione turistica alberghiera che diventa preponderante nel bilancio economico della cittadina.
Il patrimonio artistico della cittadina nursina, seppur ancora cospicuo ed interessante, risente tuttavia degli eventi sismici, spesso catastrofici, che nel corso dei secoli hanno inferto ferite gravissime, distruggendo monumenti importanti e tracce di un passato remoto che risale all'epoca pre-romana.
Il fulcro artistico-monumentale della città ruota certamente intorno alla sua piazza centrale dove, con una organizzazione di sapore rinascimentale si concentrano gli edifici simbolo della identità nursina:
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Agriano, Aliena, Ancarano, Biselli, Campi, Casali di Serravalle, Castelluccio, Cortigno, Forca Canapine, Forsivo, Frascaro, Legogne, Nottoria, Ocricchio, Ospedaletto, Paganelli, Pescia, Piediripa, Popoli, San Marco, San Pellegrino, Sant'Andrea, Savelli, Serravalle, Valcaldara.
La Norcia contemporanea è una città a forte vocazione turistica per la quale l'emorragia demografica sembra essersi arrestata. Il territorio assiste ad una crescita della popolazione ed ad un rinascere anche delle piccole frazioni, un tempo quasi abbandonate. Come il resto della regione Norcia è caratterizzata da una certa immigrazione, dovuta soprattutto a manodopera straniera richiamata dalla possibilità di lavoro stagionale offerto dalla industria alimentare e da quella turistica.
Le attività tradizionali, legate alla lavorazione della carne di maiale e della raccolta del tartufo nero, unite alla bellezza paesaggistica del comprensorio montano, ne fanno una meta discretamente ambita da parte di clientela anche internazionale che, soprattutto in estate, affolla i numerosi alberghi e centri di ospitalità.
I prodotti suini tipici di Norcia trovano la loro peculiarità nelle tecniche di produzione, assolutamene tradizionali. Uno fra i prodotti più celebri è il Prosciutto di Norcia, premiato con il riconoscimento del marchio IGP già nel 1998.
Dalla nota produzione alimentare della città, inoltre, deriva il termine norcineria usato nell'Italia centrale per indicare la salumeria.
Sindaco: Gian Paolo Stefanelli (Lista civica) dal
08/06/2009
Centralino del comune: 0743 824911
Posta elettronica: [email protected]