L'Osservatorio astronomico di Teramo, già Osservatorio Astronomico di Collurania "Vincenzo Cerulli", è uno dei dodici osservatori astronomici pubblici italiani. Insieme agli altri dodici osservatori, cinque ex-istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e il Telescopio Nazionale Galileo, l'osservatorio astronomico di Teramo è parte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
Fu fondato dall'astronomo Vincenzo Cerulli, al quale è stato in seguito dedicato: questi, infatti, tra il 1890 e il 1891, fece costruire l'Osservatorio di Collurania (da Collis Uraniæ) sui rilievi collinari antistanti la città di Teramo, in terreni di proprietà della famiglia. La costruzione dette poi il nome alla località.
Le osservazioni, effettuate utilizzando un telescopio Cooke, iniziarono nel 1896 e furono dedicate principalmente all'osservazione del pianeta Marte e dei cosiddetti "canali marziani", la cui scoperta, nel 1877, ad opera di Giovanni Virginio Schiaparelli, aveva animato il dibattito astronomico in quegli anni: Cerulli, sulla base delle osservazioni effettuate, giunse alla conclusione che i supposti canali altro non fossero che illusioni ottiche dell'osservatore dovute a un'ingannevole integrazione compiuta dallo stesso raccordando tra loro macchie scure al limite della visibilità; tale teoria fu poi confermata dallo stesso Schiaparelli. In quegli anni le osservazioni furono dedicate anche a Venere nonché ad asteroidi, comete e stelle doppie.
La struttura fu donata allo Stato nel 1917 a condizione che si continuasse a destinarla allo studio dell'astronomia; la donazione fu accettata nel 1919 e l'Osservatorio fu nel contempo intitolata a Cerulli.
Al primo direttore, Giovanni Zappa, succedette nel 1926 Mentore Maggini che utilizzò l'osservatorio per osservazioni interferometriche e di fotometria fotoelettrica.
Dal 1994 l'osservatorio dispone di un telescopio ottico (il Teramo Normale Telescope-TNT) con specchio primario da 80 cm.
Circondato da un boschetto di pini e abeti, l'Osservatorio, con un'inconfondibile cupola d'argento, rappresenta uno dei tratti più caratteristici del paesaggio locale.