La antica residenza reale di Het Loo, presso Apeldoorn, in Gheldria, nei Paesi Bassi, venne iniziato nel 1684 su incarico dello statolder Guglielmo III d'Orange e della consorte Maria II Stuart, dal 1688 regina d'Inghilterra. Per i successivi 300 anni, Het Loo servì da residenza estiva della Casa di Orange-Nassau, dal 1815 dinastia regnante dei Paesi Bassi.
, successivamente colorata]]
Il palazzo è uno dei principali esempi del barocco olandese, che
stempera la grandiosità propria delle grandi regge ad imitazione di
quella di Versailles,
con il gusto borghese della aristocrazia delle Sette Province
Unite.
Ciò nonostante rispecchi la struttura entre cour et jardin
("fra corte e parco") propria della Reggia di
Versailles e dei palazzi parigini dell'epoca. E
nonostante una struttura dell'edificato per masse ritmicamente
crescenti, ad esprimere la gerarchia degli occupanti cui erano
destinati.
Di modo che, la definizione programmatica del palazzo, come
"Lust-hof" ("cortile di piacere" o, meno letteralmente,
"casa di svago"), appare frutto di una ipocrita ansia di
understatement. Necessario, peraltro, al committente, che
era sì re consorte d'Inghilterra, ma nelle Province Unite fungeva
da 'reggente' (statolder) un quasi-monarca, all'epoca non
ereditario, che doveva convivere con degli Stati Generali ancora
gelosi delle proprie prerogative.
Il "Grande Giardino" è posto al margine opposto dal grande
accesso al palazzo, ciò che ne aumenta l'apparenza di esclusività
aristocratica. Esso è stato costruito sulla base del modello
assoluto del parco di Versailles,
prototipo del giardino barocco stabilito da André Le Nôtre:
simmetria perfetta, disegno assiale con cammini radiali, dei
parterre centrali arredati di fontane, bacini e statue. Né
avrebbe potuto essere altrimenti, dal momento che il disegno venne
affidato al nipote del Le Nôtre, il Claude Desgotz. Per giunta i
giardini vennero dedicati ad Ercole.
]] La politica di Guglielmo III d'Orange, d'altra parte, proseguiva
la secolare tendenza degli Orange-Nassau a rafforzare lo
statolderat sino ai limiti della monarchia vera e propria
(un obiettivo che sarebbe stato, infine, raggiunto, dal pronipote
Guglielmo I, primo sovrano delle Paesi Bassi. E, a differenza dei
suoi predecessori e successori, egli poteva contare su una non più
eguagliata posizione di sovrano consorte d'Inghilterra e
prestigioso comandante miliare delle due potenze protestanti
impegnate nella guerra con il 'Re Sole'. Con il quale ebbe a
scontrarsi nella invasione francese dei Paesi Bassi eppoi nella
Guerra della Grande Alleanza.
A suggerire una forma di understatement rimangono i
dettagli, a partire dalle corti alberate fra i viali, che hanno
forma rettangolare, anziché le forme più elaborate di Versailles.
Ovvero la mancata proiezione all'infinito dei lunghi viali, che
pure il Desgotz aveva progettato e Guglielmo III approvato. Senza
contare le 'scatole' di legno a proteggere numerosi piante di
arancio, a rappresentare la Casa di Orange.
]]
In ogni caso, l'originario disegno barocco del Claude Desgotz venne stravolto nel secolo successivo da un ridisegno ispirato ai giardini all'inglese.
Nel 1960, l'ormai ottantenne regina Guglielmina dichiarò che,
alla sua morte, il palazzo sarebbe passato allo stato. Ciò che
accadde due anni dopo, nel 1962, quando la regina morì proprio ad
Het Loo.
Dopodiché la proprietà venne sottoposta ad un completo intervento
di recupero ed oggi ospita un museo nazionale ed una biblioteca
dedicata alla Casa di Orange-Nassau nella storia dei Paesi Bassi,
insieme ad un museo sulla storia del Ordine Olandese dei Cavalieri
(van de Kanselarij der Nederlandse Orden), nonché una
seconda biblioteca ed altro materiale si decorazioni e
medaglie.
Come parte del medesimo programma, nel 1970 venne iniziato il
restauro del grande parco, sulla base dei disegni del 1684, che
venne inaugurato in tempo per il tricentenario del 1984.