Pantheon (Roma)

Il Pantheon è un edificio di Roma antica, costruito come tempio dedicato a tutti gli dèi. I Romani lo chiamano amichevolmente la Rotonna ("la Rotonda"), da cui il nome della piazza antistante.

]]

All'inizio del VII secolo il Pantheon è stato convertito in chiesa cristiana, chiamata Santa Maria ad Martyres, il che gli ha consentito di sopravvivere quasi integro alle spoliazioni apportate agli edifici della Roma classica dai papi.

Etimologia della parola

La parola Pantheon è a tutti gli effetti un prestito greco che la lingua italiana ha mantenuto per tramite del latino: in greco Шаблон:Unicode è un aggettivo sostantivato indicante "la totalità degli dei", e nella maggior parte dei casi sottintende il sostantivo Шаблон:Unicode ("tempio"), dunque dal greco Шаблон:Unicode ("Il tempio di tutti gli dei") è derivato il calco latino Pantheon, utilizzato da Plinio il vecchio, che ha consegnato la parola alla lingua italiana.

Il Pantheon di Agrippa

Il primo Pantheon fu fatto costruire nel 27-25 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, amico e genero di Augusto, nel quadro della monumentalizzazione del Campo Marzio, affidandone la realizzazione a Lucio Cocceio Aucto. Esso sorgeva infatti fra i Saepta Iulia e la basilica di Nettuno, fatti erigere a spese dello stesso Agrippa.

L'iscrizione originale di dedica dell'edificio, riportata sulla successiva ricostruzione di epoca adrianea, recita: M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIVM.FECIT ("Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò", Шаблон:CIL=ILS 129); il terzo consolato di Agrippa risale appunto all'anno 27 a.C. Tuttavia Cassio Dione Cocceiano lo elenca con la basilica di Nettuno e il Gymnasium Laconiano tra le opere di Agrippa terminate nel 25 a.C.

Dai resti a circa 2,50 metri sotto l'edificio attuale, rinvenuti alla fine del XIX secolo, si sa che questo primo tempio era di pianta rettangolare (metri 43,76x19,82) con cella disposta trasversalmente, più larga che lunga (come il tempio della Concordia nel Foro Romano e il piccolo tempio di Veiove sul Campidoglio), costruito in blocchi di travertino rivestiti da lastre di marmo. L'edificio era rivolto verso sud, in senso opposto alla ricostruzione adrianea, preceduto da un pronao sul lato lungo che misurava in larghezza 21,26 metri. Davanti ad esso si trovava un'area scoperta circolare, una sorta di piazza che separava il tempio dalla basilica di Nettuno, recintata da un muretto in opera reticolata e con pavimento in lastre di travertino. Sopra queste lastre vennero poi posate altre in marmo, forse durante il restauro domizianeo.

L'edifico di Agrippa aveva comunque l'asse centrale che coincideva con quello dell'edificio più recente e la larghezza della cella era uguale al diametro interno della rotonda. L'intera profondità dell'edificio augusteo coincide inoltre con la profondità del pronao adrianeo. Dalle fonti sappiamo che i capitelli erano realizzati in bronzo e che la decorazione comprendeva delle cariatidi e statue frontonali. Il tempio si affacciava su una piazza (ora occupata dalla rotonda adrianea) limitata sul lato opposto dalla basilica di Nettuno.

Cassio Dione Cocceiano afferma che il "Pantheon" potesse avere questo nome forse dal fatto di accogliere le statue di molte divinità, ma che la sua personale opinione fosse che il nome derivasse il dal fatto che la cupola della costruzione richiamava la volta celeste (e quindi le sette divinità planetarie), e che l'intenzione di Agrippa era stata quella di creare un luogo di culto dinastico, dedicato agli dei protettori della Gens Iulia (Marte e Venere), e dove fosse collocata una statua di Ottaviano Augusto da cui l'edificio avesse derivato il nome. Essendosi l'imperatore opposto ad entrambe le cose, Agrippa fece porre all'interno una statua del Divo Giulio, (ossia di Cesare divinizzato) e, all'esterno, nel pronao, una di Ottaviano e una di sé stesso, a celebrazione della loro amicizia e del suo proprio zelo per il bene pubblico.

L'edificio venne decorato dall'artista neoattico Diogenes di Atene e, distrutto dal fuoco nell'80, venne restaurato sotto Domiziano, ma subì una seconda distruzione sotto Traiano.

Il Pantheon adrianeo

Sotto Adriano l'edificio venne interamente ricostruito. I bolli laterizi (marchi di fabbrica annuali sui mattoni) appartengono agli anni 115-127 e si può ipotizzare che il tempio venne inaugurato dall'imperatore durante la sua permanenza nella capitale tra il 125 e il 128. Secondo alcuni il progetto, redatto subito dopo la distruzione dell'edificio precedente in epoca traianea, sarebbe attribuibile all'architetto Apollodoro di Damasco.

Rispetto all'edificio precedente fu invertito l'orientamento, con l'affaccio verso nord. Il grande pronao e la struttura di collegamento con la cella occupavano l'intero spazio del precedente tempio, mentre la rotonda venne costruita quasi facendola coincidere con la piazza augustea circolare recintata che divideva il Pantheon dalla basilica di Nettuno. Il tempio era preceduto da una piazza porticata su tre lati e pavimentata con lastre di travertino.

L'edificio è costituito da un pronao collegato ad un'ampia cella rotonda per mezzo di una struttura rettangolare intermedia.

Il pronao

Il pronao, ottastilo (con otto colonne di granito grigio in facciata), m 34,20x15,62 m ed era innalzato di m. 1,32 sul livello della piazza per cui vi si accedeva per mezzo di cinque gradini. L'altezza totale dell'ordine è di 14,15 m e i fusti hanno 1,48 m di diametro alla base .

Sulla facciata il fregio riporta l'iscrizione di Agrippa in lettere di bronzo, mentre una seconda iscrizione relativa ad un restauro sotto Settimio Severo fu più tardi incisa sull'architrave. Il frontone doveva essere decorato con figure in bronzo, fissate sul fondo con perni: dalla posizione dei fori rimasti si è ipotizzata la presenza di una grande aquila ad ali spiegate.

All'interno, due file di quattro colonne dividono lo spazio in tre navate: quella centrale più ampia conduce alla grande porta di accesso della cella, mentre le due laterali terminano su ampie nicchie che dovevano ospitare le statue di Augusto e di Agrippa qui trasferite dall'edificio augusteo.

I fusti delle colonne erano in granito grigio (otto in facciata) o rosso (otto, distribuite nelle due file retrostanti), provenienti dalle cave egiziane, ed anche i fusti dei porticati della piazza erano in granito grigio, sebbene di dimensioni inferiori. I capitelli corinzi, le basi e gli elementi della trabeazione erano in marmo bianco pentelico, proveniente dalla Grecia. L'ultima colonna del lato orientale del pronao, mancante già dal XV secolo fu rimpiazzata da un fusto in granito grigio sotto papa Alessandro VII e la colonna all'estremità orientale della facciata fu ugualmente sostituita sotto papa Urbano VIII con un fusto in granito rosso: l'originaria alternanza dei colori nelle colonne, dunque, risulta oggi alterata. Le nuove colonne provenivano entrambe dalle Terme Neroniane.

Il timpano (architettura) (che non è calibrato secondo la proporzione canonica greca) è oggi liscio, ma si vedono ancora i fori che sostenevano la decorazione bronzea.

Il tetto a doppio spiovente è sorretto da capriate lignee, sostenute da muri in blocchi con archi poggianti sopra le file di colonne interne. La copertura bronzea della travatura lignea del pronao fu asportata nel 1625 sotto papa Urbano VIII per la edificazione del Baldacchino di San Pietro, opera di Gian Lorenzo Bernini, e per la realizzazione di 80 cannoni del Castel Sant'Angelo: per questo "riciclo" fu scritta la famosa pasquinata "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini".

Il pronao è pavimentato in lastre di marmi colorati che si dispongono secondo un disegno geometrico di cerchi e quadrati. Anche i lati del pronao sono rivestiti in marmo.

La struttura di collegamento tra il pronao e la cella rotonda

, pianta del Pantheon (1570)]] La struttura intermedia che collega il pronao alla cella è un avancorpo in opera laterizia (mattoni), costituita da due massicci pilastri che si appoggiano alla rotonda, collegati da una volta che proseguiva senza soluzione di continuità l'originaria volta sospesa in bronzo della parte centrale del pronao. Nei pilastri sono inserite scale di accesso alla parte superiore della rotonda. La parete è rivestita con lastre di marmo pentelico e decorata all'esterno e ai lati della porta della cella da un ordine di lesene che prosegue l'ordine del pronao. Tra le lesene sono inseriti pannelli decorativi con ghirlande e con strumenti sacrificali.

All'esterno la struttura ha la stessa altezza del cilindro della rotonda e doveva come questa avere un rivestimento in stucco e intonaco oggi scomparso.

Sulla facciata un frontone in laterizio ripete quello del pronao ad un'altezza maggiore, e si rapporta alle divisioni delle cornici marcapiano presenti sulla rotonda, che proseguono senza soluzione di continuità sulle pareti esterne della struttura rettangolare al di sopra dell'ordine di lesene. Il frontone, nascosto dal pronao, doveva comunque essere visibile solo da grande distanza.

La differenza di livello tra i due frontoni ha fatto ipotizzare che il pronao dell'edificio fosse stato in origine previsto di maggiori dimensioni, con fusti di colonna di 50 piedi (14,80 m) invece che di 40 piedi (11,84 m), ma che le cave di granito egiziane, già sfruttate per i fusti del monumentale ingresso settentrionale del Foro di Traiano, non fossero in grado di fornire altri fusti monolitici di tali eccezionali dimensioni e che il progetto dovette dunque essere ridotto e modificato.

L'attuale porta in bronzo, di proporzioni diverse da quelle dell'apertura, proviene forse da un altro antico edificio.

L'esterno della rotonda

L'esterno della rotonda nasconde la cupola per un terzo, costruendo un corpo cilindrico che altro non è che la continuazione in verticale del tamburo. Tra cupola e muro esterno è così racchiusa un'ampia intercapedine dove sono state ricavate un doppio sistema di camere finestrate, organizzate su un corridoio anulare, che ha anche la funzione di alleggerire il peso delle volte.

Il corpo esteriore della rotonda, eclusa la cupola, non era visibile in antico, in quanto nascosto dalla presenza di altri edifici contigui; per questo non presenta particolari decorazioni, a parte tre cornici con mensole a altezze diverse: in corrispondenza della trabeazione del primo ordine interno, lungo la linea d'imposta della cupola e sul coronamento. A ciascuna di queste tre fasce corrispondono anche diversi materiali usati nell'edificio, via via più leggeri.

L'interno della rotonda

di Giovanni Paolo Pannini che raffigura l'interno della rotonda]] Шаблон:Quote

Lo spazio interno della cella rotonda è costituito da un cilindro coperto da una semisfera. Il cilindro ha altezza uguale al raggio (21,72 m) e l'altezza totale dell'interno è uguale al diametro (43,44 m).

Al livello inferiore si aprono sei ampie nicchie distile (con due colonne sul fronte), a pianta alternativamente rettangolare (in realtà trapezoidale) e semicircolare, più la nicchia dell'ingresso e l'abside. Questo primo livello è inquadrato da un ordine architettonico con le colonne in corrispondenza dell'apertura delle nicchie e lesene nei tratti di parete intermedi, che sorreggono una trabeazione continua. Solo l'abside opposta all'ingresso è invece fiancheggiata da due colonne sporgenti dalla parete, con la trabeazione che gira all'interno come imposta del catino absidale a semicupola.

Tra le lesene, negli spazi tra le nicchie, sono presenti otto piccole edicole su alto basamento, con frontoncini alternativamente triangolari e curvilinei. Le pareti sono rivestite da lastre di marmi colorati

L'ordine superiore, in opus sectile, aveva un ordine di lesene in porfido che inquadravano finestre e un rivestimento in lastre di marmi colorati. le finestre si affacciano sul primo corridoio anulare interno di alleggerimento. La decorazione romana originale di questa fascia fu sostituita da quella attualmente visibile, realizzata nel XVIII secolo (probabilmente negli anni 1747-1752), che solo in parte ripristinò l'aspetto antico. Nel settore sud-occidentale una parte dell'originario aspetto romano di questo livello fu restaurata successivamente, ma in modo non del tutto preciso.

Il pavimento della rotonda è leggermente convesso, con la parte più alta (spostata di circa 2 m verso nord-ovest rispetto al centro) sopraelevata di circa 30 cm, per far si che la pioggia che scende all'interno del tempio attraverso l'oculo posto sulla cima della cupola, defluisca verso dei canali di scolo posti sul perimetro della rotonda. Esistono alcune leggende secondo cui dall'oculo non entra la pioggia, a causa di un sistema di correnti d'aria, ma sono evidentemente false. Il rivestimento è in lastre con un disegno di quadrati in cui sono iscritti alternativamente cerchi o quadrati più piccoli.

La cupola

, I quattro libri dell'architettura, sezione con la cupola (1570)]]

La cupola, del diametro di 43,44 m, fu realizzata con una sola gittata ed è decorata all'interno da cinque ordini di ventotto cassettoni, di misura decrescente verso l'alto, tranne nell'ampia fascia liscia più vicina all'oculo centrale, di 8,92 m di diametro. L'oculo, che dà luce alla cupola, è circondato da una cornice di tegoloni fasciati in bronzo fissati alla cupola, che forse proseguiva internamente fino alla fila più alta di cassettoni. Una curiosità riguardante l'oculo sta nell'"effetto camino": infatti, quando piove, la corrente d'aria ascensionale porta alla frantumazione delle gocce d'acqua, così all'interno sembra che non piova e, inoltre, per evitare pozze d'acqua all'interno, sono stati fatti dei fori sia centrali che laterali per lo scolo dell'acqua.

La realizzazione fu resa possibile grazie ad una serie di espedienti che contribuiscono all'alleggerimento della struttura, dall'utilizzo dei cassettoni, all'uso di materiali via via sempre più leggeri verso l'alto: nello strato più vicino al tamburo cilindrico abbiamo strati di calcestruzzo con scaglie di mattoni, salendo troviamo calcestruzzo con scaglie di tufo, mentre nella parte superiore, nei pressi dell'oculo troviamo calcestruzzo misto a materiale vulcanico.

All'esterno la cupola è nascosta inferiormente da una sopraelevazione del muro della rotonda, ed è quindi articolata in sette anelli sovrapposti, l'inferiore dei quali conserva tuttora il rivestimento in lastre di marmo. La parte restante era coperta da tegole in bronzo dorato, asportate dall'imperatore bizantino Costante II, ad eccezione di quelle che circondavano l'oculo, tuttora in situ. Lo spessore della muratura diminuisce verso l'alto (da 5,90 m inferiormente a 1,50 m in corrispondenza della parte intorno all'oculo centrale). Inoltre, all'interno della muratura sono stati usati diversi tipi di laterizi sempre più leggeri via via che si procede verso l'alto (nella parte culminante ci sono addirittura delle leggerissime pomici). Questi accorgimenti hanno permesso il bilanciamento del peso della cupola e sono il segreto della sua straordinaria durata (vedi anche la sezione seguente).

La struttura

La cupola poggia sopra uno spesso anello di muratura in opera laterizia (cementizio con paramento in mattoni), sul quale si trovano aperture su tre livelli (segnalati all'esterno dalle cornici marcapiano). Queste aperture, in parte utilizzate a fini estetici, come le esedre dell'interno, in parte spazi vuoti con funzioni prevalentemente strutturali, compongono una struttura di sostegno articolata, inglobata nell'anello continuo che appare alla vista. Sulla parete esterna della rotonda è ora visibile dopo la scomparsa dell'intonaco di rivestimento, la complessa articolazione degli archi di scarico in bipedali (mattoni quadrati di due piedi di lato) inseriti nella muratura da parte a parte, che scaricano il peso della cupola sui punti di maggior resistenza dell'anello, alleggerendo il peso in corrispondenza dei vuoti.

La particolare tecnica di composizione del cementizio romano permette alla cupola priva di rinforzi di restare in piedi da quasi venti secoli. Una cupola di queste dimensioni sarebbe infatti difficilmente edificabile con le moderne tecnologie, data la poca resistenza alla tensione del cemento moderno. Il fattore determinante sembra essere una particolare tecnica di costruzione: il cementizio veniva aggiunto in piccole quantità drenando subito l'acqua in eccesso. Questo, eliminando in tutto o in parte le bolle d'aria che normalmente si formano con l'asciugatura, conferisce al materiale una resistenza eccezionale. Inoltre venivano utilizzati materiali via via più leggeri per i caementa mescolati alla malta per formare il cementizio: dal travertino delle fondazioni alla pomice vulcanica della cupola.

Le caratteristiche dell'architettura

La costruzione del Pantheon fu un capolavoro di ingegneria, dove l'idea architettonica venne perfettamente interpretata con un approccio tecnico empirico (i cedimenti e le incrinature varificatisi subito dopo la costruzione vennero prontamente rimediati). La spazialità perfettamente sferica regala all'osservatore una sensazione di straordinario armonia, "immota ed avvolgente", grazie anche agli equilibrati rapporti tra le varie membrature, con articolati effetti di luce ed ombra nelle cassettonatue, nelle nicchie e nelle edicole.

L'inserzione di un'ampia sala rotonda alle spalle del pronao di un tempio classico non ha precedenti nel mondo antico, almeno a giudicare dalle architetture che ci sono pervenute o che conosciamo dalle fonti letterarie. Esiste forse un precedente a Roma di edificio circolare con pronao, risalente alla tarda di epoca repubblicana, sebbene in scala estremamente più modesta: il tempio B del Largo di Torre Argentina. L'operazione di fusione tra un modello classicista (il pronao colonnato) e un edificio dalla spazialità nuova, tipicamente romana (la rotonda), fu una sorta di compromesso tra la spazialità dell'architettura greca (attenta essenzialmente all'esterno degli edifici) e quella dell'architettura romana (centrata sugli spazi interni). Ciò suscitò varie critiche, ma si trattava "di un ovvio tributo al dominante classicismo della cultura di Roma", che si manifestò durevolmente anche nei secoli successivi.

Il modello dello spazio circolare e coperto a cupola fu ripreso da quello delle grandi sale termali "imperiali" di Baia e Roma, ma fu una novità l'utilizzo di questo tipo di copertura per un edificio templare. L'effetto di sorpresa nel varcare la porta della cella doveva essere notevole e sembra caratteristico dell'architettura di epoca adrianea, ritrovandosi anche in molte parti della sua villa privata a Tivoli.

Un ulteriore elemento di novità era l'introduzione di fusti monolitici lisci di marmo colorato per le colonne di un tempio, al posto dei tradizionali fusti scanalati in marmo bianco.

La storia successiva

Le fonti ci rendono noto un restauro sotto Antonino Pio, mentre l'iscrizione incisa sulla trabeazione della fronte, ricorda altri restauri sotto Settimio Severo (nel 202), di portata per lo più marginale.

L'edificio si salvò dalle distruzioni del primo Medioevo perché già nel 608 l'imperatore bizantino Foca ne aveva fatto dono a papa Bonifacio IV, che lo trasformò in chiesa cristiana (Sancta Maria ad Martyres). Questo nome proviene dalle reliquie di ignoti martiri cristiani che vennero traslate dalle catacombe nei sotterranei del Pantheon.

Шаблон:Quote

Fu il primo caso di un tempio pagano trasposto al culto cristiano. Questo fatto lo rende il solo edificio dell'antica Roma ad essere rimasto praticamente intatto e ininterrottamente in uso per scopo religioso fin dal momento della sua fondazione.

Le tegole di bronzo dorato che rivestivano all'esterno la cupola furono asportate per ordine di Costante II, imperatore d'Oriente nel 663 e sostituite con una copertura di piombo nel 735. Gli elementi in bronzo della copertura del pronao e, forse, anche le sculture del frontone subirono la medesima sorte nel 1625 sotto papa Urbano VIII Barberini. Nello stesso periodo furono aggiunti ai lati del frontone due campanili, opera di Gian Lorenzo Bernini fin da allora oggetto di critiche molto accese, presto conosciuti con il dispregiativo di "orecchie d'asino"; furono eliminati nel XIX secolo.

Già nel XV secolo, il Pantheon venne arricchito da affreschi: forse il più noto è l'Annunciazione di Melozzo da Forlì, collocato nella prima cappella a destra di chi entra.

A partire dal Rinascimento il Pantheon è stato usato anche come tomba. Vi si conservano, fra gli altri, i resti dei pittori Raffaello Sanzio ed Annibale Carracci, dell'architetto Baldassarre Peruzzi e del musicista Arcangelo Corelli.

Un cenno a parte va fatto per le tombe dei re d'Italia: Vittorio Emanuele II, la cui tomba è collocata nella cappella adiacente all'affresco di Melozzo, il figlio Umberto I e la sua consorte regina Margherita. Queste tombe vengono mantenute in ordine da volontari delle organizzazioni monarchiche. Il servizio di guardia d'onore è reso dai volontari dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Esistono polemiche sull'opportunità di inumare al Pantheon anche i resti di Vittorio Emanuele III e di Umberto II a causa del comportamento addebitato ai Savoia nel periodo successivo alla prima guerra mondiale e nel corso della seconda guerra mondiale.

Il Pantheon, anche se la sua conservazione è a cura e spese del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è, tuttora, una chiesa e vi vengono celebrate regolari messe e, soprattutto, matrimoni.

Il Pantheon come modello

Come esempio meglio conservato dell'architettura monumentale romana, il Pantheon ha avuto enorme influenza sugli architetti europei e americani (un esempio su tutti, Andrea Palladio), dal Rinascimento al XIX secolo, col neoclassicismo. Numerose sale civiche, università e biblioteche, riecheggiano la sua struttura con portico e cupola. Molti sono gli edifici famosi influenzati dal Pantheon: in Italia si segnalano la chiesa del cimitero monumentale di Staglieno di Genova, la chiesa di San Carlo al Corso a Milano, la basilica di San Francesco di Paola a Napoli, il Cisternone di Livorno e il Tempio Canoviano a Possagno, la chiesa della Gran Madre di Dio e il mausoleo della Bela Rosin a Torino; nei paesi anglosassoni la rotonda del British Museum, la rotonda di Thomas Jefferson dell'Università della Virginia, la biblioteca della Columbia University, New York, e la biblioteca dello Stato di Victoria a Melbourne, Australia.

Note

Шаблон:References

Bibliografia

  • R. Lanciani, Del Pantheon, in Notizie Scavi, 1881, p. 257 ss.; 1882, p. 340 ss.
  • L. Beltrami, Il Pantheon. La struttura organica della cupola e del sottostante tamburo. Le fondazioni della rotonda, dell'avancorpo e del portico. Coi rilievi e i disegni dell'arch. P. O. Armanini, Milano, 1898.
  • R. Lanciani, Il nuovo frammento della Forma Urbis e le terme di Agrippa, in Bull.Arch.Com., 1901, p. 3 ss.; tavv. I-IV.
  • E. Maass, Die Tagesgotter in Rom und den Provinzen: VII. Die Bestimmung des Pantheons, Berlin, 1902
  • R. C. Wyndham, The Pantheon. Its claims to Antiquity, Roma, 1905
  • A.M. Colini-L. Gismondi, Contributi allo studio del Pantheon, in Bull. Com., LIV, 1926, p. 67 ss.
  • G. Bagnani, The Pantheon. Concrete in ancient Rome, New York, 1929.
  • R. Vighi, Il Pantheon. Guide dei monumenti di Roma, 1959.
  • G. Lugli, Il Pantheon e i monumenti adiacenti, Bardi Editore, Roma, s.d.
  • K. de Fine Licht, The Rotunda in Rome. A study of Hadrian's Pantheon, 1968.
  • A. Ziolkowski, voce "Pantheon", in E. M. Steinby (a cura di) Lexicon Topographicum Urbis Romae, IV, Roma 1999, pp.54-61 ISBN 88 7140 135 2 (citato nelle note come "Ziolkowski 1999").
  • Ranuccio Bianchi Bandinelli e Mario Torelli, L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma, Utet, Torino 1976.

Voci correlate

  • Arte adrianea
  • Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon
  • Cripta Reale di Superga

Altri progetti

Шаблон:Interprogetto

Collegamenti esterni

Posta un commento
Consigli e suggerimenti
Organizzato da:
Turismoroma.it
26 agosto 2019
Free entry to the first 2 visited museums and archaeological sites. Free admission includes exhibition in the museum. Reduced ticket to all other museums and/or archaeologic sites visited thereafter.
Carica altri commenti
foursquare.com

Hotel nelle vicinanze

Vedi tutti gli hotel Vedi tutti
Hotel Best Roma

partenza $463

Hotel Infinito

partenza $75

Daniela Hotel

partenza $66

Espana Hotel

partenza $88

Shiva B&B

partenza $64

B&B Manzoni Holidays

partenza $94

Luoghi consigliati in zona

Vedi tutti Vedi tutti
Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Basilica di Santa Maria sopra Minerva

La Santa Maria sopra Minerva è una basilica di Roma situata nel rione

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Chiesa di San Luigi dei francesi

La chiesa di San Luigi dei Francesi è una chiesa di Roma che affaccia

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Palazzo Madama (Roma)

Palazzo Madama è un edificio di Roma, situato in Corso Rinascimento,

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Obelisco di Montecitorio

L'obelisco di Montecitorio, attualmente collocato in piazza

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio

Sant'Ignazio di Loyola a Campo Marzio (latino: S. Ignatii de Loyola in

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Piazza Navona

Piazza Navona è una delle più celebri piazze di Roma. La sua forma è

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Fontana dei Quattro Fiumi

La scultura detta Fontana dei Quattro Fiumi si trova a Roma in piazza

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio

La chiesa di Sant'Agostino si trova a Roma, non lontano da piazza

Simili attrazioni turistiche

Vedi tutti Vedi tutti
Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Chiesa di Santa Anastasia

La chiesa di Santa Anastasia di Verona si trova vicina al punto più

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Cattedrale di Vilnius

La cattedrale metropolitana dei Santi Stanislao e Ladislao (in lituano

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Basilica di Santa Maria in Via Lata

Santa Maria in Via Lata è una chiesa di Roma, nel rione Pigna. La

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Basilica dei Santi Giovanni e Paolo

La basilica dei Santi Giovanni e Paolo è una chiesa di Roma, situata

Aggiungi alla lista dei desideri
Sono stato qui
Visitato
Basilica del Sacro Cuore

La Basilica del Sacro Cuore (Francese: Basilique du Sacré-Cœur) è un

Vedi tutti i posti simili