La Pietra Nera (Шаблон:Arabo) è un blocco minerale nero, grande quasi come un pallone, incastonato a circa un metro e mezzo d'altezza nell'angolo sud-est della Ka‘ba di Mecca.
Nel corso di uno dei tanti restauri della Kaʿba, richiesti dalla fragilità del materiale usato per la sua costruzione, facile a collassare in occasione delle non infrequenti impetuose piogge, la storia islamica ricorda come il giovane Maometto, non ancora prescelto come Suo profeta da Allah, partecipasse con grande avvedutezza alla collocazione dell'oggetto nell'angolo dell'edificio, coinvolgendo tutti i principali clan della sua tribù nel suo trasporto e limitando a se stesso il solo onore della sistemazione fisica della Pietra Nera nel suo angolo.
Relitto forse di un antico culto, che alcuni studiosi hanno pensato fosse dimostrazione di un passato litolatrico in età preislamica, la Pietra Nera è considerata dai musulmani l'ultimo lacerto della "Casa Antica" (al-Bayt al-‘atīq), fatta calare da Dio direttamente dal Paradiso sulla Terra e andata pressoché interamente distrutta dal Diluvio Universale. La Pietra Nera fu messa in salvo da Noè - considerato profeta dall'Islam sotto il nome di Nūh - all'interno di una caverna nei pressi di Mecca e da lì l'oggetto sarebbe stato recuperato da Abramo (profeta anch'egli, col nome di Ibrāhīm) nel momento in cui questi, con l'aiuto del figlio Ismā‘īl, avrebbe dato inizio ai lavori della nuova Ka‘ba.
Secondo i non-musulmani la Pietra Nera è forse un meteorite (questo giustificherebbe la convinzione degli Arabi musulmani che parlavano appunto di un oggetto "calato dal cielo"), ma nessuna analisi scientifica può essere condotta su di essa, a causa della categorica ostilità islamica a sottoporre a prosaici e terreni esami una materia d'origine sacra perché celeste. Secondo una diffusa tradizione popolare la Pietra Nera è invece l'occhio di un angelo incaricato di prender nota dei pellegrini che adempiono all'obbligo canonico di effettuare una volta almeno nella loro vita il hajj a Mecca e nei suoi immediati dintorni.
Secondo una tradizione, la Pietra Nera era un meteorite bianco
che caduto sulla terra, assorbì tutti i peccati dell'uomo assumendo
l'attuale colore nero.
La sacralità dell'oggetto non ha impedito che esso fosse oggetto di
violenze fisiche e umane. La prima violenza si registrò in
occasione dell'incendio, partito dalle file dei soldati di ʿAbd
Allāh ibn al-Zubayr in occasione dell'assedio portato nel 683 d.C.
contro la Città Santa di Mecca dalle truppe omayyadi di al-Ḥusayn
ibn Numayr al-Sakūnī, generale del califfo ‘Abd al-Malik ibn
Marwān. L'incendio spaccò col suo fortissimo calore la Pietra Nera
in tre pezzi, che furono quindi tenuti assemblati da un apposito
castone d'argento, tuttora visibile, che fa assumere alla Pietra
Nera le sembianze della pupilla di un occhio.
L'altra violenza, assai più grave, subita dalla Pietra Nera fu la
sottrazione operata con la forza ai suoi danni dagli ismailiti
Carmati, che giudicavano la devozione riservatale una forma di
inaccettabile e superstizioso culto per un oggetto, a detrimento
del puro culto riservato al solo Dio.
In una sanguinosa incursione avvenuta nel 929 d.C., la Pietra Nera
fu divelta dalla malta in cui era alloggiata e per 22 anni
(caratterizzati da un fortissimo indebolimento dell'autorità
califfale abbaside) essa rimase in mano ai Carmati del Bahrein e
del tutto inutili furono i tentativi di recuperarla. La Pietra Nera
fu restituita, in cambio d'un fortissimo riscatto, agli sciiti
Buwayhidi, la cui "tutela" era costretto ad accettare il califfo
sunnita di Baghdad.