Il tempio di Zeus ad Olimpia (460 a.C.) era un tempio di ordine dorico, con sei colonne sulla facciata e tredici sui lati lunghi, con cella, portico e opistodomo.
I blocchi della costruzione erano in calcare locale, coperto con stucco per nascondere le imperfezioni, mentre le piastrelle del tetto e le sculture erano in marmo.
La scena sul frontone orientale raffigura i preparativi per la gara di corsa su carri tra Pelope e re Enomao, le cui statue affiancano quella centrale di Zeus, giudice invisibile della gara. Sul frontone occidentale, Lapiti e Centauri combattono alle nozze di Piritoo, presiedute dalla figura centrale di Apollo, anch'egli invisibile ai contendenti.
Le metope marmoree scolpite ornavano i portici sul fronte e sul restro dell'edificio, non l'esterno del tempio; il soggetto illustrato erano le fatiche di Eracle.
Nella cella, tra i due colonnati, fu posta alla fine dei lavori una statua crisoelefantina (oro e avorio) di Zeus, opera di Fidia; la figura seduta del dio raggiungeva il tetto del tempio e la mano destra distesa reggeva una statua di Nike, la Vittoria.