Il Teatro romano di Verona è un teatro all'aperto costruito nel I secolo a.C presso il colle San Pietro, sulla riva sinistra dell'Adige dentro il perimetro delle mura romane di Verona. La struttura oltre ad essere uno dei monumenti archeologici più rilevanti di Verona (è parte infatti del Museo archeologico cittadino) viene tuttora adoperata come spazio teatrale durante i mesi estivi, ospitando l'Estate teatrale veronese.
Questo teatro è stato costruito alla fine del I secolo a.C., periodo in cui Verona ha visto la monumentalizzazione del colle San Pietro. Prima della sua costruzione tra il ponte Pietra ed il ponte Postumio vennero costruiti dei muraglioni sull'Adige, paralleli al teatro stesso, per difenderlo da eventuali piene del fiume. Il teatro romano di Verona sorge nella parte settentrionale della città, ai piedi di colle San Pietro.
Oggi sono visibili solo i resti dell'opera, perché nel corso del tempo ha subito, oltre ad eventi naturali, anche la sepoltura al di sotto di edifici fatiscenti. Lo "scopritore in epoca moderna" del teatro fu Andrea Monga (1794-1861), ricco commerciante, che dopo aver acquistato tutta l'area condusse estesi interventi di demolizione e scavi. Solo nel 1904 tutta la zona venne acquistata dal comune di Verona che proseguì i lavori. Oggi rimangono la cavea e la gradinata, molte arcate di logge e importanti resti della scena. Rimangono altresì muri portanti dell edificio scenico. Sulla sommità del colle, nel 1851 vennero ritrovati resti del tempio che coronava la magnificente struttura originaria del teatro; il complesso si ergeva dalla riva dell'Adige per estendersi con vari terrazzamenti fino alla cima del colle con un salto di quota di circa 60 metri.
Oggi su parte della cavea sorge la chiesa di SS. Siro (X secolo d.C.). Nel corso del XIV secolo la chiesa venne ricostruita e dedicata anche a Santa Libera. Più tardi venne aggiunta la scenografica scalinata di accesso.
È ritenuto il più importante teatro romano del nord Italia.
Il teatro si componeva di due parasceni laterali, di un muro dietroscenio e di un frontescena, che si articolava in tre grandi nicchie, una principale curva, e due laterali quadrate, dove erano presenti le tre porte che portavano al palcoscenico. Lo spazio tra il dietroscena e la scena ed i parasceni laterali erano utilizzati per i servizi ed il deposito di materiale vario.
Il frontescena era decorato da molte statue ed architetture su tre piani, e faceva da fondale fisso per gli spettacoli.
Davanti alla scena c'è il proscenio, limitato dal pulpito, dietro al quale si trovava il sipario.
La cavea, che ha una larghezza massima di 105 metri, si appoggia sul colle San Pietro, e solo lateralmente poggia su muri radiali. Per eliminare il pericolo di infiltrazione di acqua piovana venne scavata una profonda fossa lungo il perimetro della cavea.
Le gradinate sono divise in due settori, a loro volta divisi dalle scalinate. Alcuni vomitorium permettono l'accesso alle gradinate direttamente dall'alto.
La facciata possedeva una prospettiva unitaria, scandita dalle semicolonne che cambiavano stile ad ogni piano: al pian terreno semicolonne di ordine tuscanico, il secondo piano di ordine ionico e nell'ultimo piano dei semipilastri. Lateralmente la facciata si raccorda al colle con dei prospetti monumentali.
Sopra al cavea si sviluppavano tre terrazze, una sopra l'altra, larghe all'incirca 120 metri, che si concludevano in una spianata, dove oggi sorge Castel San Pietro, che vedeva un tempio realizzato tramite rapporti di simmetria, che svolgeva anche una funzione di scenografia.